L’Istat ha recentemente diffuso i dati suddivisi per regione riferiti allo scorso anno: l’Isola ha fatto registrare un -16,6%. Il presidente di confindustria, Rizzolo: investire sull’efficientamento energetico per aumentare la competitività
PALERMO – La Sicilia è tra le regioni italiane in cui, nel 2023, sono state registrate le flessioni più ampie nell’export, secondo i dati forniti di recente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat).
Export Sicilia 2023: -16,6%
L’Isola ha fatto registrare infatti un -16,6%, dopo Friuli-Venezia Giulia (-13,6%), Marche (-12,3%) e Lazio (-9,7%). Peggio della Sicilia soltanto la Sardegna (-24,2%). Le regioni più dinamiche sono state invece Campania (+29,2%), Calabria (+22,7%), Molise (+21,0%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+7,3%), Basilicata (+5,4%) e Toscana (+4,7%).
Contrazione nelle vendite di prodotti petroliferi raffinati
Sicilia a Sardegna, sempre nel corso del 2023, hanno fatto registrare anche una contrazione nelle vendite di prodotti petroliferi raffinati (0,7 punti percentuali), mentre nelle Marche e nel Lazio la contrazione ha riguardato gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (per 0,6 punti percentuali). Invece, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania, ha fornito un impulso positivo (per 1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri. Un ulteriore contributo positivo di 0,9 punti è derivato dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
Riguardo alla situazione siciliana, è intervenuto al Quotidiano di Sicilia il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo.
Presidente, i dati parlano di un calo dell’export in Sicilia e di una contrazione delle vendite dei prodotti petroliferi raffinati. Come giudica questi numeri?
“Si tratta di un trend che si registra ormai da un po’ di tempo e va letto in un solo modo: la Sicilia ha imboccato in modo sempre più deciso la strada della transizione ecologica e digitale e questo ha determinato un cambio importante di paradigma. Fino a qualche anno fa, infatti, il nostro export era trainato soltanto dai prodotti petroliferi e dalla chimica. Ora anche la Sicilia sta dimostrando che è possibile costruire un modello di sviluppo alternativo basato sulla decarbonizzazione e sulle fonti alternative insieme a turismo, agroalimentare, manifattura e nuove tecnologie”.
Qual è il trend delle esportazioni in questa prima parte del 2024? È possibile fare già delle stime?
“È ancora presto per fare previsioni ma posso dire che ciò che emerge è l’immagine di una Sicilia costretta a fare i conti con il progressivo esaurirsi degli effetti positivi della ripresa post-pandemica, ma soprattutto dell’elevato grado di incertezza delle previsioni derivante dal perdurare di tensioni geopolitiche internazionali. Ovviamente questo vale per la nostra regione come per il resto d’Italia. Nonostante tutto, però, le imprese siciliane continuano a investire per restare competitive. E di questo occorre darne atto”.
Come si può intervenire per supportare le aziende?
“Un beneficio diretto può sicuramente derivare dall’investimento su energie rinnovabili, efficientamento energetico e implementazione di tecnologie pulite, perché si traduce in un abbattimento dei costi di produzione e in un aumento della competitività, compensando in parte anche quegli oneri aggiuntivi che le nostre imprese sono costrette a sostenere a causa dell’insularità”.
Avete in mente delle iniziative per favorire l’export delle aziende siciliane?
“Sicindustria è il braccio operativo in Sicilia, insieme all’Università di Palermo, della rete Enterprise Europe Network che mira proprio a sostenere le imprese nei processi di internazionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. In questi anni abbiamo organizzato missioni che hanno portato le nostre imprese in tutto il mondo; fatto arrivare in Sicilia istituzioni e operatori economici internazionali, con cui le nostre imprese hanno potuto concludere importanti partnership; supportato l’Università e altri attori istituzionali nella costruzione di nuove relazioni e accordi bilaterali e proprio in queste settimane stiamo realizzando un roadshow in tutte le province per formare i nostri imprenditori nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’attività di internazionalizzazione. Insomma, Sicindustria è una macchina in costante movimento sempre al servizio delle imprese”.