Università di Palermo verso una nuova era, due nuovi professori

VIDEO | Università di Palermo verso una nuova era, due nuovi professori e il progetto anti-migrazione

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Redazione  |
venerdì 03 Maggio 2024

Il rettore di UniPa Massimo Midiri sempre più deciso a trasformare il polo universitario in un luogo attrattivo per ricercatori e docenti.

Un nuovo percorso è stato tracciato per il polo universitario di Palermo. Quello presentato questa mattina a Palazzo Steri dal magnifico rettore Massimo Midiri, con al suo fianco la prorettrice professoressa Stefana Milioto, aveva a tratti l’aria della presentazione alla stampa dei nuovi fuoriclasse grazie ai quali il club di calcio promette lo scudetto ai propri tifosi. Al fianco del rettore sedevano infatti i primi due nuovi professori ordinari dell’Università di Palermo, Gianluca Li Puma e Mauro Paternostro, frutto del reclutamento esterno.

Due laureati dell’Università di Palermo emigrati all’estero per condurre ricerca in blasonati atenei di altre bandiere.

Il progetto per attirare ricercatori

Su proposta del Senato accademico, e con delibera del Consiglio, l’UniPa ha appunto avviato un percorso di reclutamento di ricercatori dal curriculum di caratura internazionale e conta di rendere il polo universitario maggiormente attrattivo, con profilo di research oltre che di teaching. Importanti risorse verranno quindi impiegate per sviluppare tematiche di ricerca di impatto internazionale e per estendere la rete di collaborazioni internazionali.

Nel corso del primo anno e mezzo di rettorato di Massimo Midiri, l’Ateneo è passato da 1.473 unità docenti a 1.724. “Le grandi potenzialità di sviluppo della Sicilia – ha affermato il rettore Midiri – sono gravemente limitate dal ridottissimo tasso di laureati nonché dalla pesantissima migrazione intellettuale verso altre regioni italiane ed europee, sia da parte di studenti universitari, sia da parte di laureati, con ulteriore impoverimento del tessuto locale”.

Il bilancio dell’Università di Palermo ha permesso l’impiego di risorse ordinarie assegnate dal Ministero Università e Ricerca (MUR) e di risorse per la programmazione strategica per un investimento sul futuro del polo universitario.

Il potenziamento dell’offerta

Superata – non senza difficoltà – la soglia di reclutamento del 20% di professori esterni all’Ateneo, imposta dalla legge 240/10, l’UniPa può adesso procedere con un programma di potenziamento dell’offerta per la formazione in Sicilia grazie alla procedura di reclutamento già in corso per undici professori associati e due professori ordinari oltre alle risorse già pronte per le chiamate dirette di altri professori esterni per riconosciuta eccellenza dei curricula.

I nuovi professori dell’Università di Palermo

I fondi del Pnrr sostengono questa rivoluzione copernicana della formazione universitaria in Sicilia, ed ai nuovi team di ricerca non mancheranno quindi strutture ed attrezzature. Quello che mancava era forse il prestigio dei laboratori di ricerca. Gianluca Li Puma, uno dei due nuovi professori ordinari reclutati dall’UniPa, è professore di ingegneria chimica e ambientale. Laureato in ingegneria chimica all’Università di Palermo nel 1992, si è poi specializzato in ingegneria chimica all’Università di Bath (Regno Unito) nel 1993 e ha conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria chimica all’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong nel 1996.

Li Puma porta in dote anche una ricerca in corso che potrebbe condurre l’Università di Palermo nell’albo d’oro degli Atenei. Il professor Mauro Paternostro si occupa invece di fisica teorica atomica, molecolare e ottica, ed è stato strappato alla Queen’s University di Belfast. Dopo la laurea in Fisica nel 2002 all’Università di Palermo, Paternostro ha conseguito un dottorato di ricerca a Belfast e poi è entrato a far parte del gruppo di ricerca di un premio Nobel a Vienna, dove si è fermato per tre anni.

Il programma del rettore Midiri, magistralmente coadiuvato dalla prorettrice Milioto, ha riscontrato un’ottima risposta dai dipartimenti. Ma al fianco del rilancio dell’Ateneo, il lavoro è alacre anche per il consolidamento della struttura esistente. Ci sono i poli territoriali di Agrigento, Caltanissetta e Trapani da supportare, e vanno garantiti i ricercatori con contratti di tipo A e per i ricercatori con contratto di tipo RTT bisogna raggiungere l’inquadramento di tipo RTDA, come previsto dalla legge 240/10 che impone la riserva del 25% delle risorse fino al 31 dicembre 2026.

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C’è poi anche la sfida ardua della rimozione del numero chiuso nella facoltà di Medicina. “Il numero chiuso vedrà un impatto gigantesco, probabilmente già dall’anno prossimo, sulle discipline di base, quindi Anatomia, Chimica e Fisica, perché sapete che ci sarà un test a sei mesi e da quel test si orienterà verso Medicina”, spiega al QdS il rettore Midiri. “Noi la vediamo con positività, perché eravamo contro il numero chiuso – prosegue il rettore – che era comunque un limite legato al fatto che si creava un meccanismo di differenza sociale; ci auguriamo che il governo ci dia le risorse adeguate perché avremo un sovraccarico di lavoro per il primo anno, che in questo momento vede pochi docenti e quindi poche aule; quindi dobbiamo lavorare sia sotto l’aspetto infrastrutturale che sotto l’aspetto della componente umana”.

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