Canicattì, aggressione al consuocero per bloccare nozze del figlio

Canicattì, l’aggressione al consuocero per bloccare le nozze del figlio: condannato a 14 anni e mezzo

Canicattì, l’aggressione al consuocero per bloccare le nozze del figlio: condannato a 14 anni e mezzo

Redazione  |
mercoledì 12 Giugno 2024

Lauricella è morto il 16 luglio del 2021 a distanza di un mese e mezzo dall’investimento avvenuto il 30 maggio.

La corte d’Assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, ha condannato a 14 anni e mezzo di reclusione il tabaccaio 78enne di Canicattì Luigi Lalomia. Questi è accusato di avere aggredito, investito e ucciso il futuro consuocero per bloccare le nozze del figlio. Così come sostenuto dalla difesa dell’imputato, dall’avvocato Calogero Meli, la Corte ha escluso che si sia trattato di un omicidio volontario.

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La morte del sessantenne Mario Vincenzo Lauricella sarebbe una conseguenza non voluta dell’aggressione che, peraltro, non sarebbe stata premeditata.

L’aggressione del consuocero a Canicattì

È caduta anche l’accusa di tentativo di omicidio ai danni della figlia della vittima ovvero fidanzata e promessa sposa del figlio dell’imputato. La ragazza, infatti, si trovava insieme al padre quando il furgone Doblò dell’imputato si sarebbe schiantato contro di loro. La futura nuora rischiò di essere investita dal furgone e venne salvata dal gesto eroico del padre che, vedendo il mezzo piombargli contro, l’avrebbe spinta via. Anche in questo caso i giudici hanno riqualificato l’accusa in lesioni personali.

La procura di Agrigento, per le accuse originarie di omicidio premeditato e tentato omicidio, aveva chiesto la condanna a 26 anni. Lauricella, secondo la ricostruzione iniziale dell’episodio fatta dai poliziotti del commissariato di Canicattì, il 30 maggio 2021, sarebbe stato vittima di un’aggressione da parte del consuocero. In particolare, fu preso a bastonate e investito con un furgone nell’ambito di un contrasto legato al futuro matrimonio dei loro figli che non sarebbe stato gradito da Lalomia.

La perizia

A ridisegnare un quadro un po’ diverso rispetto all’ipotesi accusatoria è stata una perizia che ha chiarito le versioni contrastanti. L’ingegnere Grazia La Cara, incaricata dalla Corte di assise di Canicattì ricostruire la dinamica, ha sostenuto che Lalomia avrebbe subito in prima battuta un’aggressione dal consuocero. La vittima, infatti, avrebbe preso a bastonate il furgone quando lo ha visto arrivare. L’imputato avrebbe poi investito lo stesso Lauricella e la figlia prima di fuggire “facendo l’unica manovra possibile”.

Lauricella è morto il 16 luglio del 2021 a distanza di un mese e mezzo dall’investimento avvenuto il 30 maggio. Lalomia dovrà pure risarcire i familiari, costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Amato. La Corte ha stabilito un provvisionale compreso fra i 10 e i 25 mila euro.

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