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giovedì 04 Luglio 2024

No alle “fake news”

Si levano lamenti da ogni parte del Paese perché il numero delle notizie false diffuse sui siti di informazione, quelle che volgarmente vengono chiamate “fake news”, è aumentato a dismisura e senza limiti, conseguenza del fatto che chiunque può scrivere una falsità, sicuro dell’impunità di tale azione. è infatti evidente che non vi può essere un componente delle Forze dell’Ordine per ognuno che scrive sui siti.

Questo fenomeno, dannosissimo per l’opinione pubblica in quanto la danneggia e la inganna, dev’essere trattato con urgenza per trovare una soluzione. Per esempio, obbligando cittadini/e, imprese o professionisti/e che creano un sito d’informazione a essere registrati/e in un apposito albo in modo che si possa esercitare un controllo, affidando la responsabilità dei contenuti a un direttore, esattamente come se fosse un giornale, cartaceo o digitale.
Com’è noto, il direttore responsabile lo è oggettivamente e, per esteso, copre le azioni di tutti i suoi giornalisti, autori, editorialisti e dipendenti: cioé è responsabile di ogni parola scritta sul suo foglio.

La questione che esponiamo in questo scritto è di primaria importanza, come si può intuire, perché l’informazione orienta i/le cittadini/e e influenza quelli/e più deboli o meno colti/e, orientandoli/e verso obbiettivi non sempre utili alla Comunità. Per cui vi è un continuo inseguimento dei fatti e delle circostanze riferiti che però, nella maggior parte dei casi, non sono veri.

Chi scrive menzogne o falsità non risponde a nessuno per la sua iniqua azione, ecco perché, ripetiamo, occorrerebbe che tutti coloro che scrivono su un sito siano controllati dall’apposito albo detto Roc (Registro operatori di comunicazione) e rispondano della verità di ciò che pubblicano.
Il nocciolo è proprio questo: diffondere notizie vere oppure false. Comprendete che vi è un’enorme differenza.
Ma allora, qualcuno potrebbe obbiettare: i/le lettori/trici hanno la capacità di capire se una notizia o un fatto riportato siano veri o falsi? Purtroppo dobbiamo rispondere alla domanda negativamente, perché la maggior parte delle persone non è dotata di sufficienti mezzi culturali, idonei a smascherare le falsità e a scoprire le verità.

A proposito di falsità, non possiamo non riportare il numeroso elenco delle stesse, declamato nel dibattito alla Cnn fra l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, svoltosi qualche giorno fa. Un incontro di novanta minuti fiacco, con domande puntuali alle quali i due candidati hanno risposto in modo diverso. Trump, appunto, con una caterva di menzogne ben dette in modo da farle sembrare vere; Biden in modo dimesso, con una flebile voce e un’espressione facciale dormiente, tanto che è stato soprannominato “Sleepy Joe”.
Insomma, fra menzogne e argomenti sonnacchiosi, il dibattito ha fatto cadere le braccia alle decine e decine di milioni di americani/e che l’hanno visto.
Il prossimo confronto sarà il 10 settembre, ma non è detto che oltre a Donald Trump l’altro interlocutore sarà Joe Biden perché tutti stanno facendo pressione affinché ritiri la propria candidatura, essendo l’unico che può farlo.

Il fatto che vi abbiamo riferito è noto a tutti, quindi niente di nuovo, però ricalca l’abitudine a livello mondiale di propalare dati falsi e la consuetudine di quelli che fanno informazione, specialmente i giornalisti, a non controllare se ciò che hanno sentito o i comunicati che hanno letto corrisponda o meno alla verità, con la conseguenza che avviene un effetto moltiplicatore che confonde l’opinione pubblica, sempre più disattenta alle notizie e sempre meno vogliosa di leggere, sulla carta o sul digitale, i fatti proposti.

Insomma, se da un lato vi sono malfattori o incompetenti che diffondono “fake news”, dall’altro vi sono i/le consumatori/trici che “se le mangiano”, senza troppo pensarci sopra. Un guaio cui non si sa dare risposta, salvo la proposta che abbiamo prima indicato, ma che siamo convinti nessuno prenderà in esame, per il semplice fatto che è di buonsenso e costruttiva.
Cosicché ci dobbiamo rassegnare a continuare a leggere, vedere o sentire falsità in abbondanza, sforzandoci di neutralizzarle.

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