La sospetta pericolosità dell’infrastruttura è stata segnalata da alcuni sindaci e il gruppo Pd all’Ars ha presentato apposita interrogazione. L’assessore regionale Aricò: “Monitoriamo costantemente i lavori”
PALERMO – La presunta pericolosità del nuovo svincolo di Villafrati, che dalla Strada provinciale 6 conduce alla Strada statale 121, sembra destinata a diventare una faccenda sempre più risonante. Un caso che, nei giorni scorsi, ha anche attirato l’attenzione della politica regionale. A sollevare la questione, sono stati alcuni sindaci della zona che, unendo le loro voci, hanno cercato di accendere i riflettori sull’infrastruttura.
Si tratta, in particolare, dei primi cittadini Fortunato Basile (Baucina), Vito Filippo Barone (Ciminna), Girolamo Anzalone (Ventimiglia di Sicilia) e Francesco Agnello (Villafrati). Sul finire di giugno, è stata sottoscritta una lettera, indirizzata ad Anas, al ministero delle Infrastrutture e all’assessore regionale Alessandro Aricò, con l’obiettivo di segnalare una situazione che – si legge nella nota – “può certamente pregiudicare l’incolumità e le condizioni di sicurezza dei fruitori”. Una conclusione, affermano gli amministratori, supportata da vari sopralluoghi, alcuni dei quali svolti alla presenza del personale di Anas.
Svincolo Villafrati, i più rilevanti fattori di rischio sarebbero due
Nello specifico, i più rilevanti fattori di rischio sarebbero due. Il primo, riguarda il fatto che lo svincolo è “perpendicolare” alla Ss 121: una caratteristica che metterebbe in difficoltà il traffico veicolare e, in particolare, i mezzi pesanti come camion e bus. Nella loro lettera, i sindaci hanno scritto: “Questi mezzi, nel tentativo di immettersi nella Ss 121 in direzione Palermo, rischiano di invadere e ostacolare la carreggiata in cui il traffico viaggia in direzione opposta, aumentando significativamente il rischio di incidenti”.
Il secondo aspetto critico dell’opera, riguarda invece il suo posizionamento che comprometterebbe la sicurezza in termini di visibilità. “Lo svincolo in argomento – hanno segnalato i sindaci – si trova collocato in prossimità di due curve in condizioni di scarsissima visuale”, il che costituirebbe un pericolo tanto per chi si immette nella Ss 121, quanto per coloro che già vi transitano. Questa, hanno dichiarato i primi cittadini, sarebbe inoltre una configurazione che “viola le indicazioni del Dm 19/04/2006, dove si specifica che le intersezioni devono essere realizzate preferibilmente in corrispondenza di tronchi stradali rettilinei”.
È stato poi fatto un confronto col passato: “È importante sottolineare – hanno infatti scritto i primi cittadini – che lo svincolo precedente era ubicato in un tratto con minori criticità e l’intersezione con la Ss 121 era meno marcata, garantendo una più facile immissione”.
Le preoccupazioni dei sindaci, sono state riprese all’Assemblea regionale siciliana, dove è stata presentata dal gruppo Pd un’apposita interrogazione rivolta all’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò. Prima firmataria, la deputata regionale Valentina Chinnici, che non esita a definire “pericolosissimo” lo svincolo di Villafrati, sollecitando il Governo siciliano a valutare le criticità già evidenziate dai primi cittadini nella loro lettera.
Sulla faccenda, lo stesso assessore regionale Aricò ha già rassicurato circa il costante monitoraggio della realizzazione dello svincolo. Inoltre, si è già tenuto un incontro tra Aricò e il direttore compartimentale dell’Anas in Sicilia, Raffaele Celia, che ha riferito che l’intervento rientra nei lavori di ammodernamento della Ss 121, nel tratto ricompreso tra lo svincolo di Bolognetta e il bivio di Manganaro lungo l’itinerario Palermo-Agrigento, attualmente in fase di completamento.
“L’Anas, che ha progettato e realizzato l’intervento – ha dichiarato Aricò – sostiene che l’ubicazione, la geometria delle rampe e le caratteristiche funzionali sono state valutate da tutti gli enti competenti durante la procedura approvativa, anche dai Comuni che oggi invece ne richiedono lo spostamento. Lo svincolo è stato progettato e realizzato nel rispetto delle attuali normative in materia di costruzione di strade e garantisce le necessarie condizioni di sicurezza in termini di visibilità per gli spazi di frenatura, laddove siano rispettate le velocità di percorrenza imposte lungo la tratta”.
“La tipologia di innesto delle rampe di immissione – ha aggiunto l’assessore – deriva della normativa di settore che, per la classificazione di strada di cui ci si occupa (strada extraurbana secondaria di tipo c1) non prevede la possibilità di realizzare corsie di accelerazione. In ogni caso Anas approfondirà ulteriormente la vicenda anche attraverso un confronto con gli organi ministeriali preposti alla normativa di settore”.