Alcuni pensionati avranno diritto a un importo superiore: tutte le info.
La pensione di agosto per alcuni pensionati include il rimborso del credito Irpef, come risulta da conguaglio della dichiarazione dei redditi presentata con modello 730/2024. L’importo della pensione, dunque, risulta in aumento rispetto al solito.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Chi non ha ricevuto l’aumento in pensione nonostante un credito Irpef maturato non deve preoccuparsi. Le tempistiche di liquidazione del rimborso Irpef sulla pensione dipendono da quando è stata inviata la dichiarazione. Per cui è possibile che la dichiarazione dei redditi non sia stata inviata per tempo per far sì che l’Inps potesse procedere con la liquidazione degli importi nel cedolino di agosto. Il pagamento, dunque, verrà rinviato a settembre.
Aumento pensione: chi lo riceve a settembre
Una volta oltrepassata la scadenza per ricevere l’aumento della pensione ad agosto, il pagamento viene rimandato: l’arrivo dei soldi potrebbe slittare a settembre.
A differenza degli stipendi, i rimborsi (o eventualmente le trattenute in caso di debito) Irpef sulla pensione vengono effettuati due mesi dopo la ricezione del prospetto di liquidazione. Recupereranno, dunque, l’Irpef versata in più nel 2023 già nel cedolino di agosto in pagamento oggi coloro che hanno inviato la dichiarazione dei redditi entro il 31 maggio scorso. Non dovrebbero esserci problemi neanche per coloro che hanno inviato il modello 730/2024 tra il 1° e il 20 giugno, quando il prospetto di liquidazione teoricamente dovrebbe essere arrivato entro il 29 giugno.
L’unica eccezione è rappresentata da coloro a cui, a causa di un rimborso superiore a 4.000 euro, sono stati comunicati dei controlli aggiuntivi. In quel caso, infatti, l’aumento della pensione viene ritardato e se ne occupa l’Agenzia stessa.
Riceveranno, in sostanza, il pagamento a settembre quei pochi pensionati che hanno presentato la dichiarazione a ridosso del 20 giugno per i quali il prospetto di liquidazione è arrivato con qualche giorno di ritardo, non consentendo all’Inps di procedere al rimborso con la pensione di agosto. Lo stesso vale per coloro che hanno inviato la dichiarazione dei redditi dopo il 20 giugno.
Dopodiché, i rimborsi possono arrivare a ottobre o novembre, oppure a dicembre per chi anziché utilizzare il modello 730/2024 ha preferito il modello Redditi Pf. In quest’ultimo caso, però, l’aumento non avviene sulla pensione in quanto se ne occupa direttamente l’Agenzia delle Entrate.
Le trattenute
Ovviamente non è detto che tutti i contribuenti abbiano diritto a un aumento nella pensione. Specialmente per chi è titolare di altri redditi, il rischio è che dalla dichiarazione dei redditi sia risultato un debito.
In quel caso le tempistiche sono le stesse di quelle adottate per i rimborsi. La differenza è che il recupero dell’indebito può avvenire anche su più rate. Dunque, si ritroveranno una trattenuta sulla pensione di settembre coloro che:
- hanno già subito il conguaglio nel mese di agosto ma avendo scelto di restituire il debito a rate dovranno pagare fino a novembre;
- hanno inviato la dichiarazione dei redditi tra il 21 giugno e il 15 luglio, per i quali la trattenuta può essere pari all’intero importo del debito oppure a un terzo nel caso in cui nel modello 730/2024 sia stata data indicazione di volerlo pagare a rate (settembre, ottobre e novembre).