Questi i responsi ottenuti dai vertici delle aziende sanitarie coinvolte e dall’assessorato alla Salute che ne hanno dato contezza alla stampa oggi pomeriggio presso la sede di piazza Ziino a Palermo
Totale responsabilità del medico del Pronto Soccorso di Patti e contraddizioni nel racconto dei genitori di Cristian Trapani, il bambino deceduto presso il reparto di Cardiochirurgia di Palermo: sarebbero questi, in definitiva, i responsi ottenuti dai vertici delle aziende sanitarie coinvolte e dall’assessorato alla Salute che ne hanno dato contezza alla stampa oggi pomeriggio presso la sede di piazza Ziino a Palermo. “Sia dall’indagine interna che dall’attività della commissione nominata dall’assessorato, è venuto fuori che le maggiori responsabilità sul caso sono da attribuirsi al medico di guardia. Soprattutto – ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo – mi preme molto sottolineare che nella cartella clinica non c’è traccia né della proposta di trasferimento all’ospedale di Milazzo, che il medico di guardia sostiene di aver fatto, né tanto meno della risposta negativa del paziente. Laddove il paziente rifiuta un trasferimento che viene consigliato, questo rifiuto va assolutamente riportato nella cartella clinica che va controfirmata dal paziente, ciò a tutela di tutti”. Secondo il direttore dell’Asp di Messina, Giuseppe Cuccì, erano inoltre presenti nel magazzino del Pronto di Soccorso di Patti tutti i dispositivi necessari ad immobilizzare l’arto del paziente correttamente, quindi l’azienda adesso prenderà dei provvedimenti disciplinari a carico del medico che non li ha utilizzati, ma non sappiamo ancora quali siano.
Volo: “Contraddizioni nella lettera dei genitori del piccolo Christian”
Nel corso della conferenza stampa si è affrontato anche il caso della lettera, pubblicata su un giornale regionale, dei genitori di un bambino deceduto cinque mesi fa dopo aver effettuato diverse operazioni presso la Cardiochirurgia pediatrica dell’Arnas Civico di Palermo. “Comprendiamo l’ansia e il dolore dei genitori – ha affermato ancora l’assessore Giovanna Volo – però ci sono delle contraddizioni evidenti. L’indagine interna ne ha evidenziato alcune, noi invieremo anche una nostra commissione per un ulteriore approfondimento perché è doveroso fare il massimo della chiarezza, ma dalla prime risultanze non ci sono stati mai atteggiamenti di non collaborazione del personale medico e infermieristico. Abbiamo anzi ricevuto tantissime testimonianze di altre famiglie nelle quali viene testimoniata l’alta professionalità e umanità del personale. C’è contezza assoluta anche che il padre del bambino nell’immediatezza del evento doloroso aveva ringraziato il personale, questo ripensamento è da valutare da approfondire ma probabilmente frutto di un dolore che, purtroppo, non può trovare adeguata tregua”.
“Dall’audit interno che abbiamo effettuato presso la cardiochirurgia pediatrica è emersa la totale difformità di quello che è stato rappresentato a distanza di diversi mesi dai genitori del piccolo paziente – ha riferito piccato il direttore generale dell’Arnas Civico, Walter Messina – Quello che vorremmo cercare di evitare nel futuro è che simili episodi possano minare il rapporto di fiducia e gli operatori sanitari che con dedizione, competenza, umanità e professionalità operano nel reparto di cardiochirurgia pediatrica di Palermo e l’utenza. Dalla documentazione che abbiamo raccolto si evince con estrema chiarezza che anche in questo triste caso erano presenti tutti gli elementi di professionalità e umanità che caratterizzano il personale che lavora in questa struttura, infinite sono le testimonianze di plauso per la Cardiochirugia pediatrica.”
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