Crisi siccità in Sicilia, la lunga agonia degli agricoltori e il "bollettino"

Siccità, la lunga agonia delle imprese agricole. E i lavoratori rischiano di restare senza sussidi

Siccità, la lunga agonia delle imprese agricole. E i lavoratori rischiano di restare senza sussidi

Hermes Carbone  |
venerdì 09 Agosto 2024

La mappa delle criticità, provincia per provincia. Il paradosso? Se piove, l’acqua sovente è inutilizzabile.

Condutture e acquedotti che saltano tra Siracusa, Palermo e Messina. Acqua razionata e a giorni alterni in riva allo Stretto e in alcuni comuni del palermitano. Guasti sulle condotte che limitano lo scarso afflusso già disponibile o, peggio, lo disperdono. Caltanissetta senz’acqua da oltre un mese. E, come denunciano le associazioni di categoria, nessun aiuto dalla Regione agli agricoltori che ne avevano fatto richiesta per evitare l’abbattimento del bestiame. Se non è un bollettino di guerra, poco ci manca. Si tratta dello stato di crisi che sta vivendo la Sicilia a causa della siccità da ormai due mesi a queste parte. Una crisi incrementata dalla scarsa presenza nei bacini idrici di acqua disponibile a scopo zoofilo e idro-potabile.

Una situazione già drammatica e con ancora un mese e mezzo di estate che siciliani e turisti in vacanza rischiano di vivere con acqua razionata.

Il bollettino da guerra della crisi siccità in Sicilia

Nel Messinese sono a secco ormai da due settimane i rubinetti di molte abitazioni dei villaggi collinari, ma anche nelle attività commerciali e appartamenti siti nei palazzi del centro città. Da qui la misura introdotta lo scorso 5 agosto da Amam e Comune: da acqua razionata ad acqua suddivisa per aree della città (A e B) e adesso anche a giorni alterni. A pesare il danno all’acquedotto di Fiumefreddo: da oltre due settimane il prezioso liquido si disperde nel terreno a circa sette metri di profondità nella zona di Santa Margherita.

Gli ingenti interventi necessari rischierebbero di interrompere l’attuale scarso afflusso che giunge nei serbatoi della città e così si procede a vista in attesa di tempi migliori. In provincia, registrate situazioni critiche a San Piero Patti e Librizzi, con abitanti e agricoltori già in ginocchio. Federalberghi a Taormina ha spento invece sul nascere le notizie sulle presunte disdette a causa della siccità: secondo loro, il problema per i turisti non sussiste. Il Comune la pensa diversamente, o almeno si mette al riparo: stretta nelle scorse ore una convenzione con Siciliacque proprio perché l’afflusso da Fiumefreddo è sensibilmente diminuito. Il costo dell’accordo rischia di farsi sentire nelle tasche dei taorminesi.

Nel frattempo, il servizio agrometeorologico regionale ha diffuso i dati del paradosso: Messina è stata la provincia più piovosa dell’Isola a luglio; questo non è però bastato a rifornire i bacini: in alcuni di questi, la melma stratificata sul fondo e la vegetazione mai rimossa dalle società che hanno in gestione le strutture, ha reso le piogge inutili ai fini del riutilizzo di quell’acqua. E così anche nel resto della Sicilia. Situazione non troppo diversa da quella che è stata vissuta dagli agricoltori in provincia di Siracusa, con una conduttura che ha sversato per giorni acqua disperdendola nelle campagne. Problemi avvertiti anche in città, con condutture esplose forse a causa della pressione.

Nel Palermitano, dopo aver ripristinato il danno alla conduttura dell’acquedotto nuovo Scillato nel territorio comunale di Cerda, l’Amap sta facendo i conti con una nuova emergenza per la provincia. I guasti all’impianto Campella e Sogea stanno portando a interruzioni dell’erogazione anche nell’affollatissima Cefalù, oltre che in comuni a ridosso delle Madonie, con il sito dell’Azienda responsabile della gestione acque che da settimane dirama bollettini emergenziali per interruzione parziale o totale di afflusso a causa di disservizi di rete. “La presenza di acqua nei bacini è solo del 40%”, fanno sapere dalla società.

Non va meglio ad Agrigento, con gli approvvigionamenti delle navi cisterna della Marina Militare a Licata interrotte però dalla Regione Sicilia per via degli elevatissimi costi di gestione. Qui i cittadini sono scesi in piazza invocando la costruzione dei dissalatori: tema ancestrale e controverso a queste latitudini, dove le società che hanno gestito l’acqua in passato sono state travolte da scandali e arresti. E poi ancora la provincia di Caltanissetta, dove prosegue l’emergenza siccità: qui, oltre al razionamento, in nove comuni è stata sospesa l’erogazione dell’acqua a causa dell’elevata torbidità nell’acquedotto Fanaco.

Il caso dell’entroterra

Nell’entroterra la situazione più complessa. Fino al 6 agosto, nessun agricoltore era stato messo a conoscenza di una data certa per la consegna del foraggio che avrebbe dovuto consentire il rifornimento a tutte le aziende agricole dell’Isola. Nei due mesi di comunicazioni inesistenti – come denunciano sindacati e organizzazioni di categoria ai microfoni del QdS – molte aziende si sono ritrovate ad abbattere il proprio bestiame per poche centinaia di euro perché impossibilitate a nutrirlo o abbeverarlo.

Solo da martedì, con un gravissimo ritardo dovuto alla burocratizzazione dei passaggi di ricerca e razionalizzazione voluti da Palazzo d’Orleans, la Regione ha avviato la distribuzione del bonus fieno. La misura, finanziata con 20 milioni di euro, è stata introdotta a sostegno degli allevatori che hanno subito gli effetti della siccità. Sono in tutto dieci i centri sul territorio siciliano nei quali sarà possibile rifornirsi per le aziende agricole.

La “crisi nera” del settore primario

“La difficile crisi idrica che stiamo vivendo – ha dichiarato il presidente della Regione Schifani – impone azioni tempestive. Abbiamo fatto in modo che tutte le procedure potessero essere completate nel più breve tempo possibile per affrontare le conseguenze della siccità“. Consegne che nella maggior parte dei casi sono però ormai fuori tempo massimo: il bestiame è già stato abbattuto e le aziende sono state costrette a lasciare a casa i propri operai.

Una situazione che racconta da vicino la Flai Cgil attraverso le parole del segretario regionale Tonino Russo: “Gli allevatori sono ormai in crisi nera. Molte produzioni avranno un calo ingente che sarà tangibile nei prossimi mesi. A farne le spese sono già stati i lavoratori agricoli a tempo determinato, cioè quelli che lavorano a giornata: quando perdono il lavoro, si ritrovano anche senza ammortizzatori sociali”.
I lavoratori del settore agricolo non hanno a disposizione nessun sostegno al reddito se non raggiungono la quota minima di 51 giornate lavorative: in considerazione dello stato di siccità, saranno in migliaia a rischiare di non rientrare nei parametri assistenziali. “Non possono accedere né a disoccupazione né a malattia e perdono anche i contributi per la pensione – spiega ancora Russo -. Si tratta dell’anello più debole. Alle aziende gli aiuti arriveranno tra dilazione sui mutui, sconti sull’approvvigionamento idrico e possibili bonus, ma molte avranno già chiuso nel frattempo”.

Crisi siccità in Sicilia e dighe, nuovo monito ai gestori

Consentire un utilizzo massimale delle risorse idriche disponibili negli invasi, evitando al tempo stesso la morìa della fauna ittica presente al loro interno. Con questo obiettivo l’Autorità di bacino della Presidenza della Regione si rivolge ai gestori delle dighe della Sicilia, invitandoli ad attivare un attento monitoraggio e predisporre un celere trasferimento dei pesci.

La disposizione nasce dalla considerazione del progressivo svuotamento degli invasi che rende necessario l’utilizzo dei cosiddetti “volumi morti”, che però non può essere effettuato in presenza della fauna ittica che attualmente popola le dighe.

Ecco perché, così come prevede la legge, è necessario il trasferimento, alla luce dell’innalzamento delle temperature che causa la moria della fauna e determina quindi l’inutilizzabilità dell’acqua a fini potabili.

Per utilizzare anche le risorse idriche residue l’Autorità di bacino chiede ai gestori “di adeguare i propri sistemi di prelievo, utilizzando, se il caso, piattaforme galleggianti in grado di consentire l’utilizzo delle risorse idriche”.

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