Bus non pervenuti, piccoli centri scollegati. La corsa per risolvere le criticità dell’Ast - QdS

Bus non pervenuti, piccoli centri scollegati. La corsa per risolvere le criticità dell’Ast

Bus non pervenuti, piccoli centri scollegati. La corsa per risolvere le criticità dell’Ast

Simone Olivelli  |
sabato 21 Settembre 2024

Ritardi, corse cancellate, studenti e lavoratori rimasti a piedi: il caos del servizio pubblico su gomma e il Piano della Regione per salvare l’Azienda siciliana trasporti

Come un vestito malandato, con le toppe che non reggono più, ma anche l’ambizione di riuscire a trasformare quegli apparenti stracci in qualcosa di nuovo. L’impresa sartoriale è quella che il governo regionale guidato da Renato Schifani è convinta di riuscire a portare a termine con il piano salva Ast. La partecipata che si occupa dei collegamenti su gomma, da sempre in fondo alla lista di cose da mostrare per far fare bella figura alla Sicilia, in questi giorni è finita ancora una volta nel mirino delle critiche per gli innumerevoli disservizi che si sono abbattuti sull’utenza.

Innumerevoli disservizi da parte dell’Ast

Un fenomeno per nulla insolito per chi è abituato – per scelta o contingenza – a spostarsi tramite gli autobus, ma che stavolta ha colpito molti studenti in giro per l’isola, che, per via della soppressione di numerose corse, si sono trovati appiedati proprio nei primi giorni del nuovo anno scolastico. Anche per loro scoprire che l’autobus che dovrebbe portarli a scuola o, al termine delle lezioni, ritornare a casa, non passerà, è un’esperienza non nuova; tuttavia in pochi si sarebbero aspettati che ciò potesse accadere proprio in occasione del rientro in aula dopo la pausa estiva.

Le fragilità dell’Azienda siciliana trasporti

Una brutta figura generale che ha scoperto una volta di più le fragilità dell’Azienda siciliana trasporti, finendo per attirare le attenzioni della stampa nazionale: “Si stima che circa sei-settemila studenti, dei circa 650mila totali nella regione, non avranno a disposizione mezzi pubblici per andare a scuola”, ha scritto Il Post. Con il ruolo di traghettatore più che di parafulmine, da qualche giorno a rappresentare l’Ast c’è il 51enne Alessandro Virgara. Commercialista palermitano, Virgara è stato nominato presidente della società su espressa indicazione di Schifani, grazie anche alle buone referenze fornite da Alessandro Dagnino, l’assessore all’Economia scelto dal governatore per prendere il posto di Marco Falcone, volato a Bruxelles dopo l’elezione a eurodeputato. “Poniamo le basi per la costruzione di un percorso che punti all’efficienza, alla qualità dei servizi e alla salvaguardia dei lavoratori”, ha dichiarato Dagnino commentando la nomina di Virgara.

L’agenda di Virgara fittissima di impegni e di obiettivi

Quanto sarà lunga l’esperienza del neopresidente al timone dell’Ast non è facile dirlo, quel che è certo è che l’agenda di Virgara da qui ai prossimi mesi sarà fittissima di impegni e di obiettivi da raggiungere se – come ha assicurato Schifani a più riprese – si vuole realmente riuscire a dare un futuro alla società. “La mia nomina è del 10 settembre, ma mi sono insediato la settimana scorsa. In questi primi giorni ho iniziato a ricostruire la situazione certamente non facile che caratterizza la società – racconta il neopresidente contattato telefonicamente dal Quotidiano di Sicilia –. Il mio compito principale sarà quello di traghettare l’Ast verso la trasformazione in società in house della Regione Siciliana. Un progetto su cui il governo ha dimostrato di voler puntare con una norma che prevede la ricapitalizzazione, ma che al contempo, com’è naturale che sia, chiede di intervenire in maniera efficiente per raddrizzare la rotta e puntare a una gestione che garantisca un futuro solido”.

L’espressione attorno a cui tutto ruota è nuovo piano economico finanziario. “È ciò a cui lavoreremo con la consapevolezza che si tratterà della condizione fondamentale posta dal socio Regione per dare il via libera ai 20 milioni di euro che sono stati previsti per la ricapitalizzazione”, spiega. Virgara è stato chiamato alla guida di Ast dopo le dimissioni presentate a fine agosto da Giovanni Giammarva. Insieme a quest’ultimo, a fare un passo indietro era stato anche il direttore generale Mario Parlavecchio, che però alla fine è rimasto in sella alla società su richiesta dello stesso Virgara. “Ho rinnovato il suo incarico e il suo contributo sarà molto importante in questa fase”, assicura il neopresidente parlando di Parlavecchio, le cui prestazioni sono a titolo gratuito in quanto ex dirigente in quiescenza.

Ast, diverse decine di milioni di debiti

Per il duo Virgara-Parlavecchio, la sfida principale sarà quella di presentare un programma che possa infondere fiducia sulle capacità dell’Ast di risollevarsi dalla crisi. “Noi faremo il nostro, ma la legge prevede che il piano venga attestato da un professionista terzo. Partiremo dal piano industriale che ho ereditato”, continua Virgara. A pesare sulle situazione finanziaria della società sono le diverse decine di milioni di debiti. “Si tratta di una fotografia che chiaramente è frutto di ciò che è avvenuto nel corso degli anni, anche se negli ultimi va dato atto che l’importo si è ridotto – commenta Virgara –. Ora quello che bisogna fare è accelerare il passo affinché questa società possa tornare ad avere un equilibrio patrimoniale, fornendo anche adeguate garanzie ai creditori. Fondamentale sarà la ricapitalizzazione, ma tengo a ribadire che non si potrà prescindere dal presentare un piano credibile perché in ballo ci sono 20 milioni di euro che una volta immessi dovranno servire per un serio rilancio sul lungo periodo che garantisca la continuità aziendale e non certo per trasformarsi in una toppa temporanea”.

Sono tanti i cittadini che si chiedono cosa potrà cambiare in meglio dalla trasformazione di Ast da società per azioni in società in house. “L’idea è quella di consentire, attraverso questa trasformazione, il mantenimento di alcuni servizi di pubblica utilità che sarebbero invece poco appetibili per il mercato e che dunque potrebbero rimanere scoperti in caso di gare pubbliche, procedure a cui Ast non potrebbe partecipare per la mancanza di requisiti legati all’aspetto economico-patrimoniale – spiega Virgara –. Con un’Ast divenuta società in house, invece, quelle tratte, in quanto servizi pubblici essenziali, verrebbero salvaguardate e questo è nell’interesse dei cittadini, ma anche dei rapporti di lavoro in essere dei circa cinquecento dipendenti della società”.

Virgara annuncia un piano assunzioni

Sul fronte occupazionale, Virgara annuncia un piano assunzioni che interesserà il personale che attualmente lavora formalmente con l’intermediazione delle agenzie interinali. “Ci sarà un concorso con una clausola riservata a chi in questi anni ha già lavorato per Ast, ma che chiaramente sarà aperto anche a esterni. La pianta organica – va avanti il presidente – è abbastanza scoperta specialmente nei rami amministrativi, dove mancano parecchie figure. Di altrettanta importanza sarà l’esito della domanda di interpello per l’individuazione nell’ambito dell’apparato regionale di dirigenti che possano assumere l’incarico di direttore amministrativo e di direttore di esercizio”.

Se questo è lo stato delle cose dal punto di vista di ciò che accade dietro le quinte della società, sul territorio a colpire è l’incapacità di Ast di garantire il passaggio dei mezzi con regolarità. Ai ritardi spesso si aggiungono le cancellazioni delle corse, con tutto ciò che ne consegue per quanti confidano negli autobus per raggiungere i posti di lavoro e non solo.

Carenza di mezzi

Un problema che, come detto, è esploso con l’inizio dell’anno scolastico, dando il la a polemiche e agli attacchi dell’opposizione all’Assemblea regionale siciliana. “C’è stata una carenza di mezzi dovuta a criticità ormai note in questi anni. Il parco mezzi manca di macchine e i disservizi sono aumentati quando il numero di autobus si è ulteriormente ridotto in maniera non preventivabile, per una serie di guasti su cui sto facendo delle verifiche per capire se ci sono state delle responsabilità più o meno dirette”, commenta Virgara.

Ipotesi manomissione dolosa dei mezzi

Una dichiarazione che, posta così, potrebbe far pensare che tra le ipotesi al vaglio dei vertici dell’Ast – e se così fosse il caso finirebbe inevitabilmente all’attenzione anche di altre autorità – c’è anche quella di una manomissione dolosa dei mezzi. L’azione di qualcuno interessato ad azzoppare ancora di più la società partecipata della Regione. “Al momento posso dire che non escludiamo nulla”, chiosa il presidente.

Studenti appiedati proprio nei primi giorni di scuola

Ciò di cui si è ampiamente parlato sono gli esiti dell’incontro alla prefettura di Palermo, dopo la diffusione delle notizie degli studenti appiedati proprio nei primi giorni di scuola. I casi riguardano un po’ tutta l’isola: dalle tratte ricadenti nel Palermitano a quelle in provincia di Messina, dal Catanese al Siracusano, passando per le aree interne. Il più delle volte si tratta dei collegamenti che interessano chi vive nei piccoli centri distanti dai capoluoghi e dalle città che ospitano gli istituti superiori. “Il tavolo tecnico in prefettura si è tenuto il giorno del mio insediamento. Insieme al direttore generale Parlavecchio abbiamo presentato delle possibili soluzioni, la più concreta delle quali è quella di noleggiare mezzi di compagnie private – dichiara Virgara –. Abbiamo già pubblicato un avviso, chiedendo la disponibilità alle aziende sia nella formula del nolo a caldo, quindi comprensiva del conducente, che a freddo, ovvero soltanto il mezzo. Ci sarà tempo per partecipare fino a venerdì (ieri). Vedremo quali saranno le risposte, l’obiettivo è quello di riuscire nel più breve tempo possibile a coprire le tratte che hanno registrato disservizi”.

L’avviso firmato dal direttore generale Mario Parlavecchio interessa 41 tratte per una copertura complessiva che supera i 3700 chilometri, distribuita tra le province di Palermo, Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. “Il costo per il noleggio per singolo mezzo è fissato in 150 euro più Iva al giorno più un euro a chilometro più Iva. La durata presunta del noleggio è stabilita in due mesi. Si precisa che i chilometri previsti e le corse indicate sono da considerare come quantitativi massimi e Ast si riserva di rimodulare tali richieste sulla base delle proprie mutate esigenze e disponibilità”, si legge nel documento.

Mentre il caso è finito al centro di un’accesa audizione all’Ars, con i partiti che si oppongono alla maggioranza di centrodestra che non hanno mancato di accusare di impreparazione la giunta guidata da Schifani, per Virgara una rinascita dell’Ast dovrà passare anche da un’organizzazione che contempli un miglioramento della comunicazione con l’utenza. “Il piano che presenteremo riguarderà anche l’implementazione delle soluzioni offerte dalle attuali tecnologie, come le app per acquistare i biglietti, e la chiarezza per ciò che concerne l’individuazione delle fermate che in tantissimi punti sono pressoché invisibili. Problemi con la riscossione? Forse in passato, oggi mi sento di dire che non è un fenomeno che incide e questo lo dimostra il fatto che il 2023 si è chiuso con un utile d’esercizio”.

Il punto di vista dei piccoli comuni, parla il sindaco di Aci Sant’Antonio

“Disagi di studenti e lavoratori inaccettabili, ma è un problema che perdura da tempo”

“La situazione con l’Ast? Se ne sta parlando tanto in questi giorni ma è un problema che chi vive il territorio conosce da tempo”. A parlare al Quotidiano di Sicilia è il sindaco di Aci Sant’Antonio, Quintino Rocca.
Il centro dell’Acese è uno di quelli che compare nell’avviso che l’Ast ha pubblicato per chiedere aiuto ai consorzi privati che operano nel settore dei trasporti su gomma la disponibilità ad affittare i propri mezzi. A interessare Aci Sant’Antonio sono due tratte, per un totale di 130 chilometri che dovranno essere coperti dal lunedì al sabato: nello specifico si tratterebbe di tre autobus e sei corse andata e ritorno.

“I disagi patiti dagli studenti inaccettabili, ma non bisogna dimenticare anche altre categorie, come chi ha occupazioni occasionali, spesso a condizioni tali da non potersi permettere un’automobile, e che per questo confidano nei mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro – continua il primo cittadino –. L’anno scorso, e ciò dimostra come il problema non sia di certo nuovo, ricevetti diverse lamentele da parte di uomini e donne che si trovavano costretti a rinunciare alle loro giornate di lavoro con il rischio di perdere la fiducia anche di coloro che gli aveva offerto l’occupazione temporanea”. Rocca, in quella circostanza, si recò negli uffici etnei di Ast. “Ho avuto modo di constatare con mano le difficoltà a fronteggiare una serie di carenze che di certo prescindono dalla volontà e dalla professionalità del personale dipendente”.

A estendere la riflessione è Paolo Amenta, il presidente di Anci Sicilia, l’associazione che raggruppa i Comuni dell’isola. “Quest’anno il problema è esploso in maniera eclatante. La Regione è alla ricerca di soluzioni tampone, ma i dati dicono che la prossima gara per affidare ai privati la concessione delle tratte sul territorio regionale ha visto aumentare di diversi milioni il numero di chilometri. Un aumento che deriva dalla riduzione del chilometraggio che fin qui era stato assegnato ad Ast”, commenta Amenta.

La riflessione nasce da una preoccupazione che in questi mesi si sta diffondendo tra i sindaci. “Ci troviamo con un’azienda che non ha più credibilità, ma anche con la possibilità di vedere aumentare i costi dei servizi, per via di un maggiore ricorso ai privati – va avanti il presidente di Anci Sicilia –. E qui bisogna ricordare che alla fine chi sosterà più di tutti il prezzo dell’abbonamento per mandare i ragazzi a scuola saranno i Comuni, i quali, a fronte di costi più elevati, si ritroverà a chiedere una maggiore compartecipazione alle famiglie, finendo per l’ennesima volta nel mirino di critiche da parte dei cittadini per responsabilità che afferiscono ad altri. Un film che abbiamo già visto tante altre volte”.

Da Amenta arriva poi una netta critica sull’incapacità di prevenire i disservizi patiti dagli studenti: “Quando sarebbe iniziata la scuola era un’informazione nota eppure, nonostante ciò, i sindaci si sono ritrovati ad apprendere soltanto alla vigilia dell’avvio delle lezioni che i ragazzi avrebbero rischiato di non poter raggiungere gli istituti – commenta il presidente di Anci –. Si parla spesso dell’importanza di tutelare il diritto allo studio ma anche di andare verso una transizione ecologica che passi per una mobilità sostenibile. Questa storia però ha dimostrato come la realtà spesso sia diversa dai propositi”.

Servizio affidato in via sostitutiva ai privati, risponde l’assessore regionale ai Trasporti

Aricò: “Impreparazione? Non mi risulta, noi abbiamo soltanto riscontri positivi”

Noi abbiamo solo riscontri positivi, potete parlare con le aziende e le famiglie degli alunni”. Ha risposto così l’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Aricò, alla domanda nata dalla notizia circolata ieri sulla stampa locale, secondo cui l’avvio del servizio sostitutivo dei collegamenti su gomma rivolti agli studenti, che il governo Schifani ha deciso di affidare alle ditte private per fronteggiare le carenze di mezzi a disposizione dell’Azienda siciliana trasporti, non è partito al meglio.

Stando alle notizie circolate diverse corse tra le province di Palermo e Catania sarebbero saltate, perché le aziende destinatarie dei decreti emessi dall’assessorato si sarebbero trovate impreparate a rispondere tempestivamente alle imposizioni di obbligo di servizio pubblico firmate dal dirigente generale Salvatore Lizzio.

I decreti prevedono la sospensione temporanea, per trenta giorni, dei collegamenti in mano ad Ast e la distribuzione degli stessi tra i principali attori del settore sul territorio regionale. Un contributo che verrà retribuito 1,45 euro al chilometro, a cui si sommeranno gli introiti ricavati dai biglietti pagati dagli studenti.

Secondo quanto riportato nei provvedimenti, la sostituzione tra la partecipata della Regione Siciliana e gli operatori privati potrà essere rinnovata fino al 31 marzo del prossimo anno. “Impreparazione? Non mi risulta”, ha chiosato Aricò, raggiunto telefonicamente dal Quotidiano di Sicilia.

Ieri, intanto, sono scaduti i termini per partecipare alla manifestazione d’interesse pubblicata da Ast per cercare aziende disposte a noleggiare i propri autobus – con o senza autista – per ovviare alle carenze del proprio parco mezzi. Una scelta che a molti è apparsa andare in una direzione diversa rispetto all’iniziativa dell’assessorato che per mettere una toppa e sedare le polemiche delle ultime due settimane ha disposto d’imperio che siano le aziende a coprire le corse che Ast non è in grado di garantire. In tema di collegamenti extraurbani su gomma, l’attesa in Sicilia riguarda anche l’espletazione della gara d’appalto per l’affidamento delle nuove concessioni per la gestione dei milioni di chilometri annuali che coprono le nove province dell’isola. L’ultima procedura pubblica di affidamento risale agli anni Duemila, dopo di che – nonostante i rilievi dell’Antitrust – nell’isola si è andati avanti di proroga in proroga.

Lombardo: “Ricerca privati? Avviso destinato a cadere nel vuoto”

“Quell’avviso sembra scritto appositamente per non far partecipare nessuno, ancora una volta questo governo e le società controllate dalla Regione si comportano in maniera proprio chiara”. L’attacco è arrivato nei giorni scorsi, subito dopo la conclusione dell’audizione in commissione Trasporti dell’assessore Alessandro Aricò. A lanciarlo è stato il deputato regionale di Sud chiama Nord, Giuseppe Lombardo. “Siamo venuti a conoscenza di una serie di decreti, già emanati, con cui la Regione ha imposto ai soggetti privati di sostituirsi in toto nelle tratte che interessano l’utenza scolastica e che erano in capo ad Ast, con quest’ultima che è stata sollevata dall’incombenza”, spiega l’esponente dell’opposizione.

Come verificato dal Quotidiano di Sicilia, i decreti prevedono la sospensione del servizio di Ast per almeno trenta giorni con la possibilità di prorogare i termini fino alla fine di marzo 2025. Alle aziende private spetterà un importo di 1,45 euro a chilometro, più i ricavi derivanti dai biglietti. “Sta proprio qui l’inghippo: da un lato abbiamo l’Ast che pubblica un avviso lacunoso in cui si chiede il noleggio di mezzi privati, dall’altro si impone alle stesse imprese proprietarie dei mezzi di effettuare il servizio con la possibilità di tenere per sé le entrate derivanti dai ticket – sottolinea Lombardo –. Bisogna tenere conto che stiamo parlando delle tratte utilizzate dagli studenti, quindi parliamo di mezzi che viaggeranno pressoché sempre pieni. Davanti a una tale situazione, per quale motivo un’azienda privata dovrebbe decidere di rispondere all’avviso di Ast e dare a noleggio i propri autobus? Mi stupirei se qualcuno risponderà alla manifestazione d’interesse”.

Le osservazioni sono state poste anche ad Aricò, ma dall’assessore regionale sembrerebbe essere arrivata soltanto una parziale risposta. “Si è limitato a comunicarci che il governo aveva risolto la questione della soppressione delle corse con l’imposizione ai privati degli obblighi di servizio pubblico, sull’avviso pubblicato da Ast non si è espresso”.

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