Operazione Athena, domiciliari per il sindaco di Paternò Nino Naso

Scambio politico-mafioso, domiciliari per il sindaco di Paternò Nino Naso e altri “nomi eccellenti”

Scambio politico-mafioso, domiciliari per il sindaco di Paternò Nino Naso e altri “nomi eccellenti”

Redazione  |
lunedì 30 Settembre 2024

Nuova svolta nell'ambito dell'operazione Athena. Ancora possibile il ricorso in Cassazione.

Il tribunale del Riesame ha accolto l’appello della Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta Athena e ha disposto gli arresti domiciliari per alcuni nomi eccellenti figuranti tra gli indagati, compreso il sindaco di Paternò Nino Naso e gli ex assessori Salvatore Comis e Pietro Cirino.

I tre politici sono indagati per scambio politico mafioso in concorso. La decisione del Tribunale del Riesame, però, non è ancora esecutiva: è infatti ancora possibile ricorrere in Cassazione.

Operazione Athena, ai domiciliari il sindaco di Paternò Nino Naso

Lo scorso 25 settembre, la Procura di Catania aveva richiesto il rinvio a giudizio per 49 indagati nell’ambito dell’operazione Athena, che ha fatto emergere episodi di voti di scambio e di presunte infiltrazioni mafiose nel business delle aste di terreni e immobili con protagonisti esponenti del clan Morabito. Tra i 49 indagati in questione c’erano il sindaco di Paternò Nino Naso, l’ex assessore Pietro Cirino e l’ex assessore Salvatore Comis.

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per questi tre “nomi eccellenti” coinvolti nell’inchiesta, ma al momento non sono ancora esecutivi. Per gli indagati e chi li assiste c’è infatti la possibilità di fare ricorso in Cassazione. Oltre ai tre politici, ci sono altri due indagati coinvolti nella sentenza depositata nelle scorse ore: si tratta di due presunti esponenti del clan Morabito-Benvegna, Vincenzo Morabito e Natale Benvenga.

Le accuse

Gli indagati dell’operazione Athena sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione. Il sindaco di Paternò e gli ex assessori Comis e Cirino sono accusati di aver stretto degli accordi per scambiare voti con “favori” a membri vicini al clan Morabito.

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