Messina, alle famiglie in difficoltà nuovi alloggi entro il 2026 - QdS

Messina, alle famiglie in difficoltà nuovi alloggi entro il 2026

Messina, alle famiglie in difficoltà nuovi alloggi entro il 2026

giovedì 24 Ottobre 2024

Saranno 290 e verranno messi a disposizione grazie ai 23 milioni circa dei fondi Pinqua. Con questa mossa l’Amministrazione punta a superare l’emergenza abitativa che riguarda anche gli studenti fuori sede

MESSINA – Con i circa 23 milioni dei fondi Pinqua entro il 2026 ci saranno a disposizione 290 alloggi per le famiglie in difficoltà.

È l’obiettivo dell’Amministrazione e del presidente della Patrimonio Spa Maurizio Cacace che ha ribadito di stare per completare il censimento degli immobili comunali rilevando la loro criticità: sono vecchi e fatiscenti. Nel frattempo bisogna fare i conti con i numeri impietosi che Unione degli inquilini e Sunia evidenziano nei report. Nel flash che si è tenuto davanti alla Casa dello studente di via Cesare Battisti nella giornata “sfratti zero vuoti zero”, si sono uniti anche gli studenti universitari dell’Udu che ripetutamente denunciano le difficoltà di trovare un alloggio a prezzi accessibili per chi sceglie di studiare a Messina, dove le residenze universitarie disponibili sono di gran lunga inferiori alle richieste. UniMe entro il prossimo anno dovrebbe poter mettere a disposizione i posti letto del complesso dell’ex hotel Riviera in corso di riqualificazione.

Le proteste degli studenti contro il caro-affitti

L’attenzione dell’Ateneo negli ultimi anni non è mancata verso i fuori sede e le loro richieste di alloggi e servizi per rendere concreto il diritto allo studio; ma, ad avere competenza nella gestione delle residenze, è l’Ersu. Non a caso la protesta si è svolta davanti alla Casa dello studente, immobile destinato alla residenzialità studentesca ma abbandonato da almeno 15 anni e che l’Ente regionale dichiara costantemente di volere attivare ma sono necessarie risorse, circa 8 milioni di euro, per i lavori di messa in sicurezza.

“In una fase in cui la precarietà abitativa colpisce centinaia di migliaia di famiglie – ha detto Emanuele Carlo, coordinatore Udu – studiare fuori dalla propria città è diventata un’impresa titanica. A Messina studiare da fuori sede, con un aumento del 7% dei costi delle camere, è diventato un lusso. Ci sono circa 300 posti letto pubblici a fronte di migliaia di studenti fuori sede. Strutture come la Casa dello studente sono in ristrutturazione da decenni e il costo medio per una stanza singola risulta essere di 265 euro. Vivere e studiare nella stessa città è ormai un privilegio riservato a chi ha le risorse economiche necessarie. È una questione che portiamo all’attenzione regolarmente, chiedendo maggiori investimenti, regolamentazioni adeguate e azioni concrete.

Mentre l’Università di Messina scala la classifica Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) grazie all’iscrizione di tanti studenti stranieri e fuori sede, diventando di fatto un polo attrattivo per l’istruzione superiore, allo stesso tempo viene di fatto negata una dignitosa accoglienza a questi studenti che con fatica riescono ad ottenere le varie agevolazioni previste dall’Ateneo (borse di studio, accesso alla mensa con riduzioni in base alla fascia di reddito) e con ancora più difficoltà accedono alle graduatorie di assegnazione degli alloggi, insufficienti rispetto all’attuale richiesta”.

Un panorama di emergenza abitativa diffuso

Una situazione che si inserisce in un panorama di emergenza abitativa diffuso. “In Sicilia – hanno dichiarato i rappresentanti di Sunia e Unione inquilini, Claudio Vallone e Antonio Currò – registriamo 4905 richieste di esecuzione, mentre nella provincia di Messina sono 167 i provvedimenti di sfratti emessi, 209 le richieste di esecuzione e 89 gli sfratti eseguiti con l’ausilio della forza pubblica (11% in più rispetto all’anno precedente). Un trend, in provincia di Messina, in linea con gli anni precedenti, ma che ci preoccupa, considerati l’inflazione crescente e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (del 12% rispetto al 2022)”. “Ogni 4 giorni nella nostra città – hanno aggiunto – viene eseguito uno sfratto, centinaia di famiglie non riescono a pagarsi l’affitto”.

Il caso delle due famiglie messinesi sfrattate

Emblematico il caso delle due famiglie messinesi che vivono da oltre 13 anni nel Rione Ferrovieri e nonostante la loro comprovata condizione di necessità, dovuta a motivi di salute e alle scarsissime condizioni igienico-sanitarie dell’alloggio in cui risiedono, si sono viste negare dal Comune il riconoscimento dello stato di emergenza abitativa non potendo così accedere ad un alloggio comunale. Il Tar aveva accolto a giugno i loro ricorsi, riconoscendo la sussistenza dello stato di emergenza abitativa e decretato che l’assessore alle Politiche per la casa dovesse provvedere all’assegnazione di alloggio Erp in deroga alla graduatoria per entrambe le famiglie ricorrenti. Ma nulla ancora è successo per le difficoltà più volte rilevate da ArisMe e Patrimonio Spa a reperire alloggi da assegnare.

“Il Comune non ha ancora individuato gli alloggi – ha dichiarato l’avvocato delle due famiglie Annalisa Giacobbe – nonostante la sentenza favorevole, di cui l’amministrazione di Messina ha preso atto con decreto sindacale, niente per ora è cambiato per questi due nuclei familiari, che vivono ancora nell’emergenza”.

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