Risultati positivi sul fronte economico e dei servizi offerti alla città
Giacomo Bellavia, avvocato esperto in diritto societario e commerciale, è l’attuale amministratore unico di Amts Catania. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Catania, ha conseguito un dottorato in Diritto privato dell’economia, con esperienze di ricerca all’estero. Assiste società pubbliche e private, operando dal 2015 anche presso il Foro di Milano, con un focus su operazioni commerciali, societarie e finanziarie. Guida Amts, prima Amt, da sei anni.
Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, l’amministratore unico di Amts Catania, Giacomo Bellavia.
Sei anni alla guida di realtà come Amt e Amts sono un gran risultato. Qual è il bilancio di questo percorso?
“Sono soddisfatto dei sei anni trascorsi in Amts. Come sa chi si occupa di gestione d’impresa, ci vuole tempo per amministrare bene. Durante il mio mandato ho visto succedersi in altre partecipate tre, quattro, cinque amministratori diversi. Figure che sono rimaste in carica solo sei mesi, un periodo non sufficiente. In prima battuta mi sono dedicato agli aspetti gestionali e amministrativi, perché sono fondamentali. È stato messo a regime un nuovo sistema di riordino e in questi anni il bilancio è andato molto bene. I sei esercizi che ho gestito sono stati tutti in forte utile, dai 3 ai 4 milioni, e questo ci ha consentito di ripianare tutto il pregresso e i contenziosi. Abbiamo nominato tre dirigenti, inquadrato i funzionari che prima avevano incarichi provvisori e creato una struttura organizzativa in grado di offrire servizi più efficienti. La pianta organica è completa. C’è un problema di pensionamenti, ma sono momenti fisiologici. In questi anni abbiamo assunto circa 120 autisti. Prima i concorsi venivano fatti ogni dieci anni, seguendo una procedura complicatissima. Quel che abbiamo scelto di fare, invece, è presentare al Comune un piano triennale del fabbisogno e proposto di avviare delle procedure di concorso trasparenti e molto semplificate. Con valutazioni fatte su criteri basati su titoli, esperienza e istruzione, attraverso l’aiuto di un programma telematico abbiamo realizzato la graduatoria ed esitato in trenta giorni un primo concorso per gli autisti, con tremila partecipanti, e il più recente per gli ausiliari del traffico. È stato il primo concorso di questo genere nella storia della città. Sono stati assunti in 38 e 8 autisti di rimozione che stanno dando un contributo importante anche alla Polizia locale. I cittadini probabilmente sono scontenti, perché arrivano più multe, ma ci stiamo concentrando oltre che sulle strisce blu, anche sul tema del sanzionamento della sosta in doppia fila. Cosa che abbiamo concordato con il sindaco in attesa di espletare il concorso della Polizia municipale”.
Amts è quindi riuscita a mettere da parte un bel “tesoretto”…
“Oggi Amts ha un surplus di cassa di 4-5 milioni di euro. Non nascondiamo che gli investimenti più importanti sono stati fatti con fondi del Pnrr e Pon Metro, grazie al Comune di Catania che ci ha dato 150 milioni da spendere”.
Quali sono le vostre principali entrate?
“Il fatturato totale dell’azienda è di circa 60 milioni. Il grosso è costituito da contribuzione pubblica, Comune e Regione, insieme a qualche rimborso sugli oneri del contratto collettivo nazionale. Per il resto abbiamo una parte di bigliettazione da Tpl, che però in questi due-tre anni è stata falsata dall’iniziativa Catania To Go. Abbiamo venduto quindicimila abbonamenti che hanno sostituito quelli tradizionali. Sono sempre stati contati un milione, un milione e mezzo di biglietti. Inoltre, c’è l’iniziativa importante con l’Università di Catania, con cui abbiamo stretto una convenzione vendendo 12 mila abbonamenti sulla città di Catania. Per la prima volta abbiamo più di 25 mila abbonati al trasporto pubblico locale. Pensiamo che fino al 2019 i nostri abbonati erano 3 mila e mille quelli di Fce. Dalla sosta sono stati ricavati tre anni fa 6 milioni e mezzo, quest’anno abbiamo aumentato i ricavi tra i 7 milioni e mezzo e gli 8 milioni. Al di là di questo, poi, ci sono altri servizi come la rimozione, il car sharing e il bike sharing”.
A che punto è il processo di ammodernamento della flotta?
“Abbiamo comprato 160 autobus e sono stati quasi tutti consegnati. Il progetto dei bus a idrogeno è stato inserito nei piani del 2026. L’acquisto di un bus a idrogeno, che costa circa 1 milione di euro, deve essere garantito dalla possibilità di rifornimento. Stiamo riflettendo su quale sia il modo più efficace per agire. Con il nostro ‘tesoretto’ faremo altri investimenti. La flotta va bene e abbiamo ammodernato le infrastrutture di ricarica, tra l’altro con fotovoltaico. Stiamo realizzando infrastrutture di ricarica anche nei capolinea, quindi c’è un lavoro di ingegneria e impiantistica molto importante in corso”.
Avete completato l’installazione delle nuove pensiline?
“Ci stiamo lavorando molto e la situazione è migliorata. Moovit fornisce il servizio in tempo reale, la nostra app fa lo stesso. Sulle paline elettroniche vengono effettuati i servizi, ma il cambio di sistema informatico per la riorganizzazione della flotta è ancora in corso e sta creando qualche difficoltà. Le pensiline informative ci sono quasi dappertutto, ma modificando il controllo da remoto qualcosa non funziona ancora al 100%. È stato fatto un grosso investimento per la gestione della flotta, creando una centrale operativa nella rimessa della zona industriale con il monitoraggio costante e in tempo reale di tutte le tratte”.
Importante fase di dialogo con il Comune per siglare un nuovo contratto di servizio
Avete già rinnovato il contratto di servizio con il Comune?
“Stiamo discutendo qualche piccolo miglioramento per cui passeremo dai 7 milioni e duecentomila chilometri attuali a circa 8 milioni di chilometri. Non sono pochi e insieme a questo avvieremo misure di razionalizzazione della rete e altri efficientamenti che, entro l’anno, verranno razionalizzati perché condivisi dall’Amministrazione. È chiaro, parliamo di un trasporto pubblico locale che a Catania, dieci anni fa, contava 14 milioni di chilometri. Il problema va risolto dagli Enti locali. Il Comune deve interloquire con la Città Metropolitana e con la Regione: il fondo regionale Tpl, a parte gli adeguamenti Istat, è fermo da vent’anni. La Regione Siciliana impegna circa 200 milioni l’anno per il fondo Tpl, il Piemonte 500 milioni. Solo il 20-30% del fabbisogno viene coperto dai ricavi da traffico: se manca la contribuzione pubblica non si può arrivare ai giusti livelli. Abbiamo comprato un sistema di bigliettazione elettronica che ci permetterà di fare abbonamenti settimanali. Con la crisi dell’Ast la Regione ci ha anche contattato per coinvolgerci nella ridistribuzione del servizio”.
A che punto siamo con il Brt2, l’asse cosiddetto “dei viali” che permetterebbe di andare rapidamente da Nesima in centro?
“Il tema è l’infrastrutturazione, perché il viale Mario Rapisardi è da riordinare. Abbiamo parlato con l’Amministrazione e avuto un tavolo di confronto con l’Università perché il progetto del Brt2 è legato al tema della fruibilità del Viale. Questi interventi potrebbero certamente consentire un riordino del tratto, da cui passa già la linea 421, in cui mettiamo sette vettori al giorno che restano tutti inchiodati. Serve un riordino della sede stradale. Il progetto è già esecutivo e si è lavorato a cavallo di varie Amministrazioni e commissari. Va fatto. La metropolitana non andrà mai lì”.
Tante idee per orientare verso scelte più sostenibili
Che numeri ci sono per quanto riguarda la navetta che collega il parcheggio di via Plebiscito al centro storico? Come state pubblicizzando questo servizio?
“L’iniziativa sta funzionando molto bene. Nel fine settimana la navetta è spesso piena, il parcheggio Plebiscito è molto frequentato e quello di via Zurria, aperto da poco, è utilizzatissimo. Credo sia un segnale positivo: le persone possono cambiare le loro abitudini. Dobbiamo fare politiche di sostenibilità, orientare il cittadino a scelte sostenibili. Nella chiusura del centro storico con le aree Ztl il contributo di Amts è stato fondamentale, perché gestiamo le telecamere che presidiano i 25 varchi. Più avanti punteremo a zonizzare la sosta, cioè a renderla un po’ più cara nelle aree del centro e meno cara nelle aree periferiche e infine dare gratuitamente gli stalli nei parcheggi scambiatori Nesima, Due Obelischi e Santa Sofia, quest’ultimo ripreso da poco. Il nostro obiettivo è potenziarlo per tutta l’utenza che viene dal Nord e fare sì che con la nostra navetta, che ha frequenza ogni 4 minuti, si possa andare al Policlinico, all’Università e alla fermata metro Milo per arrivare in centro. Anche il parcheggio Sanzio sarà un bel punto di snodo, capolinea del Brt5. Gli investimenti che faremo grazie ai risparmi di bilancio saranno anche dedicati alla realizzazione del parcheggio multipiano in via Sturzo. Pieno centro, con due livelli interrati, privilegiando la capienza. È un progetto concreto, la gara per l’appalto integrato è già stata svolta. Ci sarà ora una progettazione preliminare, la gara, e la ditta che vincerà dovrà fare sia la progettazione esecutiva che l’esecuzione delle opere. Nel giro di un anno e mezzo, dovrebbe essere realizzato”.