La Consulta non boccia la legge Calderoli, teoricamente l’azzoppa, depotenzia il referendum, e alla fine sarà caos
La Consulta non boccia la legge Calderoli, teoricamente l’azzoppa, depotenzia il referendum, e alla fine sarà caos. Cioè non bocciando la legge questa è vigente, ovviamente con queste prescrizioni solo un governatore incosciente andrebbe avanti, ma la politica oggi è cosciente? Praticamente ognuno, soprattutto se si considera unto dall’olio santo del popolo, farà un po’ come gli pare, portando avanti la politica della forzatura, fregandosene di leggi e codicilli. Questo potrebbe definirsi efficienza governativa secondo il nuovo dettame di Elon Musk, il nuovo Profeta della delegificazione.
La Consulta, non decidendo nettamente con un si o con un no, ha pericolosamente fatto un assist al nuovo corso, la giurisdizione sembra così inutile ed inefficiente. Gli ermellini per età e cultura storico-giuridica sembrano delle Parche fuori dal tempo di X, e potrebbero aver aperto il vaso di Pandora dell’irrilevanza giurisdizionale. Solo la decisione dell’uomo forte definisce i problemi, la giurisdizione con il suo stile, oggettivo e sganciato dal sentiment, li complica. Questa sentenza mediana, se vogliamo un po’ codina, della Corte Costituzionale, assolutamente legittima sul piano prettamente giuridico, nel suo di fatto non decidere, rischia di consegnare all’opinione pubblica italiana una sfiducia complessiva sulla magistratura italiana a tutti i livelli.
Quello che una certa generazione non ha capito che è definitivamente morto il tempo del politicamente corretto, etico, politico e giuridico. Solo la legge, il famoso contratto sociale, può salvarci dall’arbitrio degli homini lupus, ma se costoro diventano maggioranza relativa il contratto è carta straccia. Maggioritario, grazie sempre.