Qualità della vita in Italia, Sicilia fanalino di coda

Qualità della vita in Italia, Sicilia fanalino di coda: ecco la graduatoria

Qualità della vita in Italia, Sicilia fanalino di coda: ecco la graduatoria

Hermes Carbone  |
lunedì 16 Dicembre 2024

Secondo il report Siracusa è la peggiore città siciliana

È Bergamo a salire per la prima volta sul gradino più alto del podio dell’indagine del Sole 24 Ore che fotografa il benessere nelle province italiane. Nella top 10 trionfa il Nord-Est. Crollano le grandi città, al netto del nono posto di Bologna. Il Sud rimane tristemente fanalino di coda, con Calabria e Sicilia in fondo alla classifica.

La classifica stilata mostra l’Indagine sulla Qualità della vita e misura il benessere nei territori italiani attraverso 90 indicatori provenienti da fonti certificate e divisi in sei categorie tematiche: ricchezza e consumi; affari e lavoro; giustizia e sicurezza; demografia e società; ambiente e servizi; cultura e tempo libero.

Bene il trend del Pil pro capite, che cresce a Palermo, Messina e Caltanissetta. Il valore tendenziale delle presenze turistiche premia a sorpresa Enna tra i valori più elevati. Ragusa risulta la migliore provincia siciliana, in salita di 5 posizioni, ma si colloca addirittura all’81esimo posto, appena due gradini più su di Catania. Siracusa, al 104esimo posto, la provincia peggiore per la qualità della vita e ultima dell’Isola. 

«Le province minori – secondo Il Sole 24 Ore – stanno accrescendo i propri livelli di vivibilità, anche grazie alla maggiore accessibilità di affitti e compravendite, con livelli di ricchezza in crescita nella popolazione. La differenza tra il reddito disponibile, invece, nelle aree metropolitane si sta assottigliando». Il risultato è una polarizzazione nei redditi della popolazione residente nelle grandi città. Ma quali province si distinguono e per cosa lo spieghiamo in questo approfondimento del Quotidiano di Sicilia.

Sicilia, quanto terreno da recuperare

Se rispetto alla classifica finale il Sud ne esce con le ossa rotte, di certo Sicilia e Calabria fanno registrare i valori complessivi più bassi di tutto il Paese. Ragusa è la prima provincia siciliana che si distingue come performance migliore a livello nazionale per le denunce presentate nell’ambito del “riciclaggio e impiego di denaro”; risulta invece al 107esimo posto per l’”uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione”, con addirittura un 40% di popolazione “analfabeta, senza titoli di studio, con licenza elementare o media” presente nella fascia d’età 25-49 anni.

Pessima la qualità di vita offerta ai bambini (104esima); se la passano un po’ meglio gli anziani (76esima). Più in generale nelle macro aree, la provincia iblea è 93esima per ricchezza e consumi; 63esima per affari e lavoro; 48esima per giustizia e sicurezza; 38esima per demografia e società; 89esima per ambiente e servizi e 102esima per cultura e tempo libero.

Catania: +9 posizioni, bene l’occupazione femminile

La provincia etnea a trazione femminile. E questo forse il dato più interessante che emerge dalle statistiche che riguardano una crescita esponenziale di addirittura il 12,6% rispetto allo scorso anno delle donne impiegate nella fascia d’età 20-64 anni. Cresce anche il numero di imprese femminili registrate: +0,4%. La migliore performance a livello nazionale viene raggiunta da Catania per l’età media al parto di 31 anni contro i 33 nazionali: un risultato da secondo posto in classifica.

A non passarsela bene sotto l’Etna è il rapporto con l’ecosistema urbana, che come raccontato dal QdS nelle scorse settimane vede Catania come il fanalino di coda italiano. Pessima la qualità della vita di bambini (105esima) e giovani (94esima). Catania è anche 96esima per ricchezza e consumi; 67esima per affari e lavoro; 86esima per giustizia e sicurezza; 50esima per demografia e società; 87esima per ambiente e servizi; 76esima per cultura e tempo libero.

Trapani: migliorano ambiente e servizi, ma non solo

Con la sua 85esima posizione, la provincia di Trapani è quella che cresce di più in Sicilia rispetto al 2023 con un salto in avanti di ben 14 posizioni. Bene l’occupazione femminile e l’impresa, che fanno registrare rispettivamente un +5,2% e un +0,3%. Pessima la qualità di vita per bambini e anziani: 101esima. La provincia trapanese è prima in classifica nazionale per i canoni medi di locazione, che incidono sul 13% del reddito pro capite a fronte di un 27% nazionale.

Tradotto: chi vuole affittare un locale o un appartamento, troverà ottimi prezzi in provincia. Trapani che fa registrare il dato peggiore nazionale nel comparto pagamenti e fatture entro i 30 giorni: 107esima. Ma anche 87esima per ricchezza e consumi; 88esima per affari e lavoro; 69esima per giustizia e sicurezza; 85esima per demografia e società; 62esima per ambiente e servizi; 97esima per cultura e tempo libero.

Messina: economia in difficoltà

Il comparto degli affari e del lavoro è sicuramente quello più in difficoltà per la città dello Stretto (101esima), che perde due posizioni rispetto allo scorso anno in classifica generale e fa registrare la penultima performance nazionale per le nuove iscrizioni di imprese alla Camera di Commercio: 106esima.

Messina, a sorpresa, sprofonda di addirittura 22 posizioni anche nel comparto ambiente e servizi (98esima): è la prima provincia isolana per bombe ecologiche presenti. Il trend positivo raggiunto nel comparto della differenziata e una maggiore presenza dei mezzi pubblici non bastano ad arginare le perdite. Messina non è “Un paese per vecchi”, citando il film dei fratelli Cohen, con la sua 106esima posizione. Non va meglio ai giovani: 102esima. 

La città è anche 91esima per ricchezza e consumi; 67esima per giustizia e sicurezza; 82esima per demografia e società con un risultato sorprendente per cultura e tempo libero che valgono il 55esimo posto e un +16 posizioni sull’ultimo rilevamento.

Agrigento, Enna e Caltanissetta

Dal 96esimo al 98esimo posto in classifica generale sono presenti le tre province siciliane che fanno registrare performance molto in chiaro scuro in svariati settori. Agrigento è una delle province che cresce di più per occupazione femminile (+13,5%), ma perde due posizioni sullo scorso anno. Tracollo all’ombra dei templi per il settore “cultura e tempo libero (101esima, -21 posizioni). Nonostante il 30esimo posto nazionale, crolla di bene 17 caselle il settore della giustizia e sicurezza. Tra i miglioramenti più marcati quello riguardante affari e lavoro (62esima), in recupero di 41 posizioni. 

Enna è una delle province che perde maggiormente rispetto allo scorso anno (-7 posizioni) e subisce un tracollo per il comparto giustizia e sicurezza (-42 posizioni), ma è anche una delle province italiane che migliorano maggiormente nel settore affari e lavoro (32esima, +54 posizioni). Enna è però ultima in Italia per i valori relativi a cultura e tempo libero (107esima, -17 posizioni) e terz’ultima per livello di nascite (105esima). Ultima anche per densità di impianti fotovoltaici, con la provincia ancora indietro rispetto a una vera transizione green. Curiosa la statistica che vale il terzo posto in classifica: Enna è terza per la percentuale di amministratori comunali con meno di 40 anni.

A Caltanissetta si registra una variazione interessante del +4% del Pil pro capite su rilevazione annua che vale la seconda posizione nazionale in graduatoria e +8 posizioni in classifica. Ma al tempo stesso la provincia è ultima per tasso di mancata partecipazione al lavoro con un 42% a fronte di una media nazionale del 15%. La ricchezza cresce dunque in proporzione, ma non viene adeguatamente ridistribuita tra la popolazione.

La provincia nissena è poi 101esima per la qualità di vita offerta ai giovani, ma anche qui è in crescita l’occupazione femminile (+11,5%). Caltanissetta è l’unica provincia siciliana che cresce in tutti gli indicatori. È 83esima per ricchezza e consumi (+3 posizioni); 106esima per affari e lavoro (+1); 56esima per giustizia e sicurezza (+3); 101esima per demografia e società (+1); 78esima per ambiente e servizi (+21); 94esima per cultura e tempo libero (+11).

Palermo: prima in Italia per crescita Pil

Il capoluogo di regione è a sorpresa la prima città italiana per crescita pro capite del Pil con oltre il 4% e 17 posizioni non a caso guadagnate nel comparto affari e lavoro. Ma i dati positivi, se non si esauriscono qui, poco ci manca. Perché la provincia perde 5 posizioni sul 2023 e decresce per gli ambiti di giustizia e sicurezza (100esima, -21 posizioni), facendo registrare il peggior piazzamento nazionale per percentuale di indifferenziata.

Cresce anche qui del 5,1% l’occupazione femminile e migliora la macro aree relativa a cultura e tempo ibero, che guadagna 8 posizioni e si attesta al 69esimo posto nazionale. Palermo è però penultima in Italia per il settore ambiente e servizi e 101esima per ricchezza e consumi. Recupera anche 4 posizioni (55esima) per demografia e società. Crollano di oltre il 15% i canoni di locazione degli appartamenti del capoluogo.

Siracusa: la peggiore città siciliana per qualità della vita

La provincia aretusea è il fanalino di coda regionale e non a caso lo è anche a livello nazionale. Come Catania, Siracusa si distingue in positivo per l’età media al parto più bassa d’Italia (31 anni) e per la crescita di impiego femminile (+5,7%). Ma anche in questo caso gli altri aspetti positivi sono difficili da rintracciare a fronte di un 104esimo posto nazionale che si riconferma anche per quest’anno. Peggiorare era difficile.

Siracusa è infatti 103esima per ricchezza e consumi (-5 posizioni); addirittura 104esima per affari e lavoro e per ambiente e servizi. Migliorano gli aspetti legati a giustizia e sicurezza (73esima) e demografia e società (77esima). Tracollo per il comparto di cultura e tempo libero (91esima), nel quale perde 17 posizioni. Risultato curioso per una provincia amatissima dai turisti ma evidentemente non valorizzata a dovere al pari di Agrigento, capitale della cultura 2025.

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