Porticciolo di Ognina, futuro ancora incerto. Il Tar deciderà sull’ampliamento del privato - QdS
17 Marzo 2025

Porticciolo di Ognina, futuro ancora incerto. Il Tar deciderà sull’ampliamento del privato

Porticciolo di Ognina, futuro ancora incerto. Il Tar deciderà sull’ampliamento del privato

sabato 15 Marzo 2025

Il 9 aprile l’udienza sul ricorso della Jonica contro l’estensione della concessione demaniale a “La Tortuga”. I dirigenti del Circolo canottieri: “Dalla spiaggetta si vedrà solo un muro di barche”

CATANIA – “Quel ramo” del porticciolo di Ognina, su cui si affaccia tra l’altro la Chiesa di Santa Maria, la spiaggetta dei pescatori e lo storico circolo canottieri Jonica, non sa ancora quale sarà il suo futuro. Il prossimo 9 aprile si terrà un’udienza pubblica al Tar Catania sul ricorso presentato proprio dalla Jonica, in data 13 dicembre 2024, avverso l’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato regionale territorio e ambiente alla società La Tortuga che ha ottenuto un ampliamento della propria concessione demaniale marittima per 2.187 mq, gran parte dei quali saranno destinati a barche e pontili galleggianti.

“Questo braccio di porto è un cul-de-sac, qui sarà tutto inquinato dagli scarichi”

La vicenda è stata nei mesi scorsi al centro di forti proteste da parte di associazioni e società civile che hanno chiesto a gran voce, in una partecipata manifestazione dello scorso 23 novembre, di scongiurare una nuova privatizzazione del fronte mare etneo già ampiamente lottizzato. La questione, però, si è rivelata subito più complicata del previsto con un rimpallo di accuse tra l’Amministrazione comunale e la Regione, l’ente titolare del diritto concessorio essendo l’area demaniale. Il Comune, di fronte alle polemiche scatenate dopo l’avvio dei lavori da parte de La Tortuga, ha annunciato di aver presentato una “urgente” richiesta di revoca in autotutela della concessione, in quanto sarebbe stata “rilasciata sulla base di presupposti errati e infondati”.

La Regione, dal canto suo, replicava prontamente ricordando come dall’amministrazione etnea non sia mai arrivato “un palese ritiro del parere positivo precedentemente espresso dalla stessa in sede di conferenza di servizi”. Se ne erano tenute due: una il 16 settembre 2022 e una seconda, “decisoria”, il 6 giugno 2023. Ciononostante, l’Assessorato Territorio e Ambiente aveva lasciato la porta aperta, “riservandosi di revocare in qualsiasi momento la concessione in presenza di una richiesta del Comune di Catania”. Richiesta che sarebbe arrivata ma, come confermato da esponenti dell’amministrazione al Quotidiano di Sicilia, è ancora ad oggi al vaglio della Regione. Nel frattempo i lavori della Tortuga sono rimasti bloccati in virtù del ricorso della Jonica ma, in attesa che si esprimano il Tar e l’Assessorato regionale, non si placano le polemiche da parte di chi chiede che venga preservato lo stato di luoghi ritenuto di valore storico e culturale.

Oggi l’Asd Jonica vede impegnate le squadre di canoa polo che si allenano nel molo

“In caso di ampliamento – ma sarebbe più opportuno parlare di nuovo concessione insistendo sul molo di Ponente dove ad oggi La Tortuga non esercita alcuna attività – chi si troverà a passeggiare sulla spiaggetta di Ognina vedrà un muro di barche, complessivamente lungo 16 metri, un vero e proprio sipario che impedirà la vista di un panorama meraviglioso che contrasta con il piano di rigenerazione portato avanti dall’Amministrazione comunale”. A parlare al QdS sono l’avvocato Vittorio Balestrazzi, presidente del Circolo canottieri Jonica, e il professore Luciano Sfogliano, presidente della collegata società agonistica che da circa un anno ha riavviato il settore sportivo del glorioso club fondato nel 1926 e che per decenni è stato un’eccellenza del canottaggio riconosciuta a livello internazionale. Oggi l’Asd Jonica vede impegnate, nello specchio d’acqua antistante i locali del circolo, cinque squadre di canoa polo che, nel caso di ampliamento della concessione alla Tortuga, avrebbero serie difficoltà a continuare in condizioni di sicurezza gli allenamenti. “Qui sarà tutto inquinato dagli scarichi dei natanti – continuano Balestrazzi e Sfogliano – Questo braccio di porto è un cul-de-sac. Se ci metti la benzina, per intenderci, finirà per ristagnare: qui ci vivono pesci e anatre, c’è una questione ambientale di cui si è interessata anche la Lipu”.

Una battaglia che, a leggere le dichiarazioni del sindaco rilasciate sempre nella nota del 22 novembre scorso, sarebbe sposata anche dall’Amministrazione comunale che ha parlato di concessione basata su presupposti errati e infondati, in particolare su un parere “condizionato”, peraltro “in contrasto con i motivi ostativi espressi dal Comune nei mesi scorsi”. “Una struttura galleggiante sullo specchio d’acqua introdurrebbe una distonia tra mare e borgo”, ha rincarato il primo cittadino, che “rischierebbe di compromettere irrimediabilmente l’attuazione del programma di rigenerazione urbana (un intervento da circa 15 milioni di euro, nda) e la coerenza con il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo, in fase di adeguamento alle nuove disposizioni europee”.

La mappa con le modifiche al porticciolo di Ognina - Catania

Nel corposo ricorso di 22 pagine presentato dall’avvocato Carmelo Barreca, rappresentante legale del Circolo Jonica, si sottolinea che i “luoghi risultano di particolare interesse paesaggistico e sono sottoposti a vincolo giusta decreto del Presidente della Regione siciliana n.4183 del 26 luglio 1996” e inoltre “l’intervento contestato incide sulla visuale, sul panorama”, pregiudicando la vista sul mare. Nel documento si cita anche il parere della Capitaneria di porto che aveva espresso dubbi sulla “drastica riduzione dei già limitati spazi a uso pubblico” e sulla “sicurezza della navigazione”, in considerazione dei “ridotti spazi per effettuare le manovre” e del “basso fondale presente nell’area”. Secondo i ricorrenti, in particolare, il concessionario dovrebbe garantire appena 6 posti barca pubblici a fronte “di ben 65 piccole barche da diporto che fruiscono di ormeggio pubblico libero”. Ossia “meno del 10%”.

Le modifiche al vecchio molo di ponente

Altra questione è quella delle modifiche al vecchio molo di ponente: l’autorizzazione prevede infatti un “taglio” per mettere in comunicazione le due parti della concessione della società (“quella a est del c.d. molo di ponente da sempre in concessione a La Tortuga e il nuovo ampliamento da ovest del c.d. molo di ponente”, si legge nel ricorso). “Quando si deve effettuare una modifica di una struttura portuale che ha anche valenza di protezione dalle avverse condizioni marine – spiega al Quotidiano di Sicilia Cosimo Indaco, ex presidente dell’Autorità portuale di Catania e socio del Circolo canottieri Jonica – vanno fatti studi specifici sul moto ondoso, come fece il Genio civile-opere marittime per il prolungamento del molo foraneo del porto di Catania. Con il cambiamento climatico in atto”. Il rischio, spiegano i dirigenti della Jonica, è che, alla prima seria mareggiata, “si comprometta la sicurezza della struttura portuale e conseguentemente anche il Circolo potrà subire irrimediabili danni”.

Il direttore dell’Urbanistica: “Attendiamo esito giudizio”

“Si attende l’esito del ricorso”. Dalla direzione Urbanistica del Comune di Catania fanno sapere che sulle sorti del porticciolo di Ognina ancora non si sa nulla. “Sono state mandate le memorie al Tar e forse sarà nominato un verificatore – affermano dalla Direzione. Ma, al momento – continuano dagli uffici di via Biondi – tutto è fermo nelle more che si definisca il giudizio”. Palazzo degli elefanti si è subito pronunciato contro il progetto che incombe su Ognina. Il primo cittadino ha subito chiesto un urgente e immediato intervento in autotutela all’assessorato regionale Territorio e ambiente sulla variante alla concessione demaniale marittima rilasciata lo scorso 17 ottobre alla società “Tortuga”, evidenziando come gli interventi previsti fossero in contrasto con quanto previsto dall’amministrazione. (mt)

Interviene Andrea Guzzardi, assessore ai Borghi marinari: “Sedersi attorno a un tavolo e trovare una soluzione comune”

Andrea Guzzardi assessore ai Borghi marinari

CATANIA – Sulla querelle del porticciolo di Ognina Andrea Guzzardi, assessore comunale peraltro ai Borghi marinari, ha – a onor del vero fin dall’inizio – una visione “laica”. Al Quotidiano di Sicilia spiega come, a suo modo di vedere, si tratti di “un contenzioso tra privati che mi auguro possa risolversi con la migliore soluzione per tutti”. Secondo il delegato del sindaco, “stiamo parlando di un’area, quella intorno al molo, profondamente degradata. Io sono favorevole alle imprese che investono per riqualificare quelle aree dove il Comune non ha i fondi per intervenire. In questo caso, ritengo che ci si possa sedere tutti attorno a un tavolo per trovare un comune denominatore. Che poi è il bene della città”.

Assessore, com’è finita con la richiesta di revoca della concessione annunciata dall’Amministrazione con una nota dello scorso novembre?
“Di questa vicenda se n’è occupato il sindaco personalmente, incontrando in diverse riunioni i diretti interessati. Dipende dalla Regione in quanto sono aree demaniali ma ancora, a quanto ne so, siamo in attesa di risposta”.

Che idea si è fatto della vicenda? È al corrente che nello specchio d’acqua antistante il molo di Ponente si allenano i canoisti della Jonica e che rischiano di non poterlo più fare in futuro?
“Non vi era alcuna proposta per la gestione dell’area né dalla Jonica né da altre società…”.

Perché il Comune non si è opposto subito per tutelare l’interesse storico e culturale dei luoghi?
“Ricordo che siamo un Ente in dissesto. Prendo l’area per fare cosa? La devo riqualificare e ciò ha un costo che non è inserito nel progetto dell’abbattimento del ponte e della viabilità (quello da 15 milioni presentato mesi fa dall’Amministrazione, nda)”.

Però è stata la stessa Amministrazione a tornare sui suoi passi…
“Sì il sindaco ha detto che potrebbe esserci un interesse pubblico, ma sta sempre alla Regione dare riscontro. Fino a quando non ci sarà il Pudm (il Piano urbano del demanio marittimo, nda), non possiamo esprimerci. Finché l’area resta di competenza dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente non abbiamo alcun potere”.

Nel ricorso presentato dalla Jonica viene evidenziato che il numero di posti liberi destinati ai pescatori verranno ridotti da 65 a 6. Non è un taglio troppo netto?
“Andate a verificare quanti sono i pescatori iscritti al Porto di Ognina, forse sono anche di meno”.

Cioè sta dicendo che i pescatori che operano sull’area sono meno di sei?
“Vediamo realmente quanti sono quelli registrati… non mi sembra che lo siano tutti. Io sono per il giusto: occorre che tutti rispettino le regole. Ricordo che il pescatore iscritto all’Albo, che paga regolarmente le tasse, ha il diritto di aver il posto senza pagare niente a nessuno”.

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