Arpa Sicilia e Arpa Calabria hanno firmato un nuovo protocollo di intesa che punta a rendere più efficaci e regolari le attività di monitoraggio del mare sino a tutto il 2026. Si tratta di un accordo importante, perché permette alle due agenzie ambientali di condividere mezzi e personale in un momento in cui la continuità dei controlli rischiava di essere compromessa. Arpa Sicilia e Calabria appartengono alla stessa sottoregione marina, il Mar Ionio-Mediterraneo centrale, e quindi sono chiamate a coordinare le proprie attività nell’ambito della strategia marina prevista dal decreto legislativo 190 del 2010. L’intesa è stata pensata proprio per assicurare che, anche di fronte a difficoltà operative, i programmi stabiliti a livello nazionale non subiscano interruzioni. Il bisogno di un accordo nasce dal fatto che le imbarcazioni di Arpa Sicilia, di solito impiegate per raccogliere dati in mare, sono momentaneamente fuori servizio a causa di una manutenzione straordinaria.
Cosa si rischiava
Senza una nave operativa, molte uscite in mare previste in questa parte finale del 2025 e per il 2026 non avrebbero potuto svolgersi. Per evitare ritardi, Arpa Sicilia ha chiesto aiuto ad Arpa Calabria, che ha risposto mettendo a disposizione la sua unità navale “Calafuria Vm 609 kr”, ormeggiata nel porto di Crotone e già pronta per l’uso. In questo modo, invece di sospendere o ridurre le attività, le due agenzie hanno scelto di collaborare e sostenersi a vicenda, dimostrando come il sistema nazionale per la protezione dell’ambiente sia in grado di tradurre in pratica il principio di sussidiarietà. L’accordo prevede un vero e proprio scambio di risorse: la Calabria fornisce la barca, mentre la Sicilia mette il personale specializzato per guidarla e condurre le operazioni di monitoraggio.
L’alternarsi dei tecnici nell’imbarcazione
I tecnici siciliani individuati dall’Agenzia si alterneranno alla conduzione dell’imbarcazione, permettendo così di svolgere senza interruzioni il calendario delle attività sia nelle acque siciliane sia in quelle calabresi. I responsabili individuati dalle due Arpa avranno il compito di pianificare insieme le uscite, organizzando i percorsi e i tempi in base alle necessità dei rispettivi piani operativi delle attività. Tutto avverrà nel rispetto dei compiti istituzionali delle due agenzie e senza sovrapposizioni, così da ottimizzare il lavoro e ridurre al minimo i costi. Il protocollo chiarisce anche come verranno gestite le spese, stabilendo un meccanismo semplice e trasparente. Ogni agenzia sosterrà i costi legati alle attività che la riguardano, compresi quelli del personale impegnato nelle missioni. Le spese per il carburante saranno ripartite in base ai trasferimenti tra Calabria e Sicilia, mentre l’uso dell’imbarcazione avverrà senza costi aggiuntivi per le amministrazioni. L’accordo, infatti, è completamente gratuito e non comporta oneri nei bilanci delle due agenzie.
Infantino: “Continuità e qualità nei controlli”
Il direttore generale di Arpa Sicilia, Vincenzo Infantino, ha sottolineato il valore di questa scelta definendola un esempio concreto di collaborazione efficace. Ha spiegato che la sinergia con Arpa Calabria permette di assicurare continuità e qualità al monitoraggio marino, ottimizzando le risorse e rafforzando la tutela degli ecosistemi costieri e marini. In un settore in cui i controlli devono essere costanti e basati su dati aggiornati, fermarsi anche per poco tempo può significare perdere informazioni preziose sulla salute del mare. Grazie a questo protocollo, dunque, Sicilia e Calabria potranno proseguire senza interruzioni nella raccolta dei dati previsti dalla strategia marina, valutando la qualità delle acque, lo stato degli habitat e l’eventuale presenza di inquinanti. Il monitoraggio marino è una delle attività più delicate del sistema ambientale nazionale, perché fornisce informazioni fondamentali per proteggere il mare e programmare gli interventi necessari. L’accordo resterà in vigore fino al 31 dicembre 2026, con la possibilità di essere rinnovato. È un esempio di come la collaborazione tra enti pubblici possa trasformarsi in un vantaggio concreto per l’ambiente e per le comunità che vivono le coste del nostro Paese.
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