Economia circolare in agricoltura, intesa Eni-Coldiretti, meno scarti e rifiuti da produzione - QdS

Economia circolare in agricoltura, intesa Eni-Coldiretti, meno scarti e rifiuti da produzione

Economia circolare in agricoltura, intesa Eni-Coldiretti, meno scarti e rifiuti da produzione

sabato 06 Luglio 2019

L'esempio della bioraffineria di Gela, dove oli di semi sostituiranno quelli di palma. Il presidente dell'Eni, Descalzi, all'inaugurazione del Villaggio Coldiretti di Milano, "Grandi potenzialità per contribuire a un futuro a minor impatto ambientale". Il presidente di Coldiretti, Prandini, "Un impegno che valorizza i primati 'green' dell'agricoltura italiana"

L’economia circolare è quella del futuro ma è ancora un concetto poco concreto: a renderlo reale sono Coldiretti ed Eni, che hanno firmato un memorandum d’intesa che rafforza progetti già avviati o in fase di lancio.

A partire da oli di semi che sostituiranno quelli di palma nell’impianto Eni di Gela in fase di conversione, o la coltivazione in Sardegna di cardi non commestibili alti fino a tre metri per fornire materia prima alla “chimica verde”.

I residui diventano risorse

Economia circolare significa infatti utilizzare i residui di oggi come risorse per il domani e ovviamente l’accordo stipulato all’inaugurazione del Villaggio Coldiretti di Milano comprende anche la fornitura di biomasse e liquami per la ricerca sui biocarburanti.
Il concetto di base è che da tutta la filiera agricola possano uscire residui standard, più facilmente utilizzabili dall’industria dell’energia e dalla chimica.

Gela, due progetti all’avanguardia nel mondo

La storia della raffineria di Gela è iniziata nel 1963 e da allora gli impianti hanno attraversato anni di splendore e si crisi.

Oggi il sito viene proposto dall’azienda come simbolo della strategia per lo sviluppo dell’economia circolare di Eni con due progetti all’avanguardia nel mondo: la bioraffineria per la produzione di biocarburanti da materie prime vegetali e di scarto e l’impianto pilota Waste to Fuel.

Syndial, società ambientale di Eni nel dicembre 2018 ha avviato, dal recupero della frazione organica dei rifiuti urbani. la produzione di bio olio utilizzabile direttamente come carburante per le navi.

Descalzi, “Unire competenze e risorse”

“E’ un passo importante, un accordo – ha spiegato il presidente dell’Eni, Claudio Descalzi – con grandi potenzialità per contribuire a un futuro a minor impatto ambientale e con uno sviluppo sostenibile, per il quale occorre unire le competenze e le risorse dei principali attori dei sistemi economico e sociale”.

Prandini, “Un modello che porta vantaggi a tutti”

Secondo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, è “un impegno che valorizza i primati ‘green’ dell’agricoltura italiana con un modello economico circolare legato ai territori in grado di portare vantaggi a tutti”.

Da non sottovalutare anche piccole derive commerciali: si lavora perché nelle migliaia di Eni station sul territorio nazionale siano presenti i prodotti di punta dell’agricoltura italiana e perché gli associati Coldiretti possano avere prezzi di fornitura dell’energia più vantaggiosi.

Di Maio e la questione Russia

All’inaugurazione del Villaggio Coldiretti era presente anche il ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che dal palco ha ricordato come durante l’incontro con il presidente Putin si sia convenuto “sul fatto che le sanzioni alla Russia hanno solo danneggiato la nostra agricoltura”.

“Per mettere a posto l’import e l’export dobbiamo dire che la Russia ha sbagliato, ma non devono esser puniti agricoltori: troveremo altri sistemi”, ha aggiunto Di Maio.

La bioraffineria di Gela

La bioraffineria di Gela è in avviamento proprio in questi giorni, come confermato dall’Eni in un incontro a Palermo svoltosi recentemente con il governatore Nello Musumeci e il sindaco della città, Lucio Greco.

Due i nuovi impianti: quello di Steam Reforming, che produce idrogeno da gas metano, è in marcia da alcuni giorni, mentre l’Ecofining, che trasforma gli oli vegetali in biocarburante grazie a un brevetto proprietario Eni, è in fase di avviamento.

Dalla firma del Protocollo 2014, Eni ha investito – a fine maggio 2019 – circa 1.153 milioni di euro.

I cantieri avviati sono 243, di cui 167 già completati; per il risanamento ambientale sono stati spesi circa 178 milioni di euro e avviati 58 cantieri di cui 31 già completati, 800 i milioni spesi per le bonifiche dal 2000.

Tutti i numeri dell’occupazione

Per quanto riguarda l’occupazione, nei primi cinque mesi del 2019 il livello dell’indotto si attesta in media sulle 2200 unità, confermando il trend di crescita di fine 2018, che ha fatto registrare in media un indotto di 1870 risorse, superiore all’anno precedente in relazione al cantiere della bioraffineria, mentre i lavoratori Eni impiegati nel sito di Gela sono oltre mille, di cui 426 nella bioraffineria.

Sempre in termini di occupazione, a oggi stanno lavorando nel cantiere della bioraffineria circa 800 risorse prevalentemente locali (circa il 90%), di cui circa 120 impiegate in attività di ingegneria e project management.

Complessivamente, nei cantieri in corso all’interno del sito industriale, includendo anche le attività di risanamento ambientale, manutenzione e di miglioria e modifica, attualmente sono impiegate circa 1600 persone dell’indotto locale.

Gela, la Raffineria tra storia e innovazione

La storia della raffineria di Gela è iniziata nel 1963 e da allora gli impianti hanno attraversato anni di splendore e si crisi.

Oggi il sito viene proposto dall’azienda come simbolo della strategia per lo sviluppo dell’economia circolare di Eni con due progetti all’avanguardia nel mondo: la bioraffineria per la produzione di biocarburanti da materie prime vegetali e di scarto e l’impianto pilota Waste to Fuel.

Syndial, società ambientale di Eni nel dicembre 2018 ha avviato, dal recupero della frazione organica dei rifiuti urbani. la produzione di bio olio utilizzabile direttamente come carburante per le navi.

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