Vincere per vincere, indipendentemente dall’effetto sulla vita dei cittadini, positivo o nullo, o addirittura negativo
La risposta degli addetti ai lavori è semplice ed immediata. A vincere. Su questo siamo d’accordo. E poi con la vittoria cosa si realizza? Non ha importanza, sopravviviamo.
Questa è la sintesi dell’attuale offerta politica. Vincere per vincere, indipendentemente dall’effetto sulla vita dei cittadini, positivo o nullo, o addirittura negativo.
Mentre in Germania le grosse, a volte grasse, coalizioni si formano dopo in parlamento, su programmi scritti ed accettati da procedure politiche, mentre in Francia si va da soli, ognuno con la sua ricetta, e poi c’è il doppio turno, che seleziona la migliore o la meno peggio, in Italia si fanno le coalizioni prima del voto solo per vincere le elezioni. Come se mangiassimo mescolate insieme insalata russa e caponata e dei profiteroles.
Certo poi nello stomaco vanno insieme ma lì ci sono i succhi gastrici che fanno il lavoro duro. In politica non ci sono questi apparati di assimilazione delle diversità, e tutto ci rimane inutilmente sullo stomaco, in alcuni casi provocando gonfiori e vomito.
La coalizione ai cittadini elettori non serve ad un bel nulla, perché non può fare avanzare su niente il Paese, non avendo le coalizioni un’idea comune della società. Meglio lo scontro tra idee differenti della Prima Repubblica, in cui la sintesi eventuale è su leggi e provvedimenti governativi realistici.
Quasi sempre i programmi coalizionali sembrano il paese dei balocchi, senza scelte, perché tutte le opzioni sono assemblabili. Promesse diverse per disillusioni certe. È il maggioritario bellezza! Il falò delle vanità dei leader.
Segretari di partito, leader locali, sindaci e governatori che se le dicono di cotte e di crude, e poi, sboccia l’amore e si rimettono insieme. L’unità è un valore dicono quasi sempre, con il coltello dietro la schiena pronto per il fendente prossimo.
Il regno dell’ipocrisia fatto sistema politico. L’elettore ci crede sempre meno e sempre di più cresce l’astensione. Non ha importanza ti dicono loro, gli addetti ai lavori, meno siamo e più farlocche saranno le nostre dichiarazioni, per un pubblico scelto, fatto di fans e cliccatori, più che di pensanti elettori.
Ma se al posto delle coalizioni ci offrissero delle colazioni? Non sarebbe più utile?
Così è se vi pare.