Milano, 19 nov. (askanews) – La ricorrenza dei trent’anni della Indicazione geografica Toscana è stata celebrata questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze, sede della Regione Toscana, con un incontro dedicato a storia, identità e valore della Denominazione. La mattinata ha ricostruito il percorso che ha portato il Toscana Igt a consolidarsi come riferimento della produzione regionale.
Il presidente del Consorzio Vino Toscana, Cesare Cecchi, ha aperto gli interventi ricordando l’emanazione del Disciplinare del 9 ottobre 1995, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre 1995, a seguito della legge del 1992 che introdusse la classificazione Indicazione geografica tipica. Cecchi ha rievocato la nascita, il 22 novembre 1984, dell’Ente Tutela Vini dei Colli della Toscana Centrale fondato da Piero Antinori, Vittorio Frescobaldi e Ambrogio Folonari, divenuto Ente Tutela Vini di Toscana il 27 luglio 1995 e poi trasformato il 10 giugno 2019 nell’attuale Consorzio Vino Toscana.
L’ente consortile riunisce oggi 404 soci, che superano i 1600 considerando le 14 cooperative associate. La rappresentatività è pari al 40% dei produttori e al 62% della produzione e ha portato al riconoscimento del Masaf. Cecchi ha informato che la proposta di modifica del Disciplinare, in attesa del via libera del Comitato Nazionale per l’avvio dell’iter comunitario, prevede la revisione del nome e l’introduzione della possibilità di produrre vini spumante. “Sta a tutti noi utilizzare al meglio il nome geografico ‘Toscana’, svilupparne le potenzialità e assecondarne la naturale evoluzione” ha concluso Cecchi, ricordando che la tutela del nome resta il primo impegno del Consorzio.
Le testimonianze delle aziende fondatrici hanno ripercorso le fasi iniziali dell’organismo di tutela con gli interventi di Piero Antinori per la Marchesi Antinori, Lamberto Frescobaldi per la Marchesi Frescobaldi e Giovanni Folonari per le tenute Ambrogio e Giovanni Folonari, Ruffino all’epoca della fondazione. Sono seguiti i contributi del presidente di Federdoc Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, del presidente di Avito Andrea Rossi e del professor Alberto Mattiacci dell’Università La Sapienza. “Il futuro richiede positività e lo possiamo costruire solo noi con le nostre azioni e visioni” ha spiegato Mattiacci, indicando la necessità di orientare la denominazione verso una clientela sempre più rivolta al segmento Premium. L’incontro nella Sala delle Esposizioni si è concluso con l’intervento del dirigente agricoltura della Regione Toscana Gennaro Giliberti.
Tra i dati illustrati, la produzione 2024 ha raggiunto un valore di 470 milioni di euro. La media rivendicata è di 640mila ettolitri, pari al 27% della produzione regionale, con una superficie annua di 13.500 ettari e oltre 4.000 produttori coinvolti. Il 69% della produzione è destinato ai mercati esteri, con l’Europa al 46% e gli Stati Uniti al 33%, mentre l’Italia assorbe il 31%. Il restante 21% si distribuisce tra Asia con il 6% e altre aree con il 15%.

