Milano, 21 dic. (askanews) – A Tenuta di Castellaro debutta “Eúxenos”, nuovo vino bianco secco ottenuto esclusivamente da uve Malvasia delle Lipari e vinificato con una breve macerazione in anfora di cocciopesto. Il progetto nasce a Lipari dove prende forma da una selezione di uve raccolte a mano da vigneti ad alberello sul versante Nord-Ovest dell’isola, un’area caratterizzata da suoli di origine vulcanica e dall’influenza costante delle brezze marine.
Il processo di vinificazione prevede una fermentazione spontanea in anfora, senza utilizzo di lieviti selezionati o additivi. Durante questa fase il vino rimane a contatto con le bucce per circa trenta giorni. Segue un affinamento di otto mesi nelle stesse anfore già utilizzato in epoca ellenica e romana per la conservazione del vino, prima del successivo riposo in bottiglia.
Per l’enologo Emiliano Falsini la scelta del contatto prolungato con le vinacce e l’affinamento in cocciopesto mirano a valorizzare la componente minerale del vino e a mettere in evidenza l’identità del vitigno in relazione al territorio eoliano. Il nome “Eúxenos”, che in greco antico significa “accogliente verso lo straniero”, richiama direttamente la storia dell’isola delle Eolie e il legame con le civiltà che nei secoli hanno attraversato il Mediterraneo.
Massimo Lentsch, fondatore di Tenuta di Castellaro, ha ricordato che “l’affascinante scoperta delle antiche anfore recuperate dai fondali eoliani nel 2021 ha ispirato la nascita di questo vino, che rappresenta un nuovo traguardo di un percorso iniziato nel 2005”. Lentsch ha sottolineato la volontà di studiare e valorizzare le migliori espressioni della Malvasia delle Lipari, vitigno introdotto secondo studi ampelografici dagli antichi Greci, attraverso un lavoro di selezione massale e ripropagazione.
“Eúxenos” si inserisce così nel più ampio progetto della Cantina eoliana che conta oggi 24 ettari vitati e una produzione annua di circa 70mila bottiglie. Accanto alla Cantina, il progetto comprende una struttura ricettiva, un wine resort e il parco geominerario delle Cave di Caolino, area bonificata e restituita alla collettività. L’azienda adotta da sempre protocolli biologici e vegan, e concentra la propria produzione su vitigni autoctoni isolani, tra cui oltre alla Malvasia delle Lipari, c’è il Corinto Nero.
Foto di Benedetto Tarantino

