Il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza il nuovo riassetto per il risparmio dell’Iva. Saranno 84 le unità salvaguardate con la loro costituzione. L’opposizione teme altri sprechi
MODICA (RG) – Il Consiglio comunale di Modica ha approvato a maggioranza il riassetto della società partecipata ‘Servizi per Modica’: secondo quanto discusso in aula, si tratta di una riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi di interesse generale che porterà a un risparmio di 300 mila euro. Saranno 84 le unità salvaguardate con la costituzione di ‘Modica Acque e Depurazione s.r.l.’ e la ‘Società Consortile Modica Servizi a.r.l.’.
L’argomento non ha convinto l’opposizione che aveva chiesto anche un rinvio dell’ordine del giorno visto che non c’era stato sufficiente tempo per visionare attentamente tutti i documenti. Il rinvio, ai voti, non è stato però accordato.
È stato l’assessore comunale al Bilancio Annamaria Aiello ad illustrare il provvedimento. “Il 16 ottobre scorso con deliberazione 271 – ha detto – l’Amministrazione ha approvato il punto che oggi è trattato dal civico consesso con ancora in vigore il collegio dei revisori dei conti. Si tratta nei fatti di una riorganizzazione dei servizi pubblici che l’Amministrazione fornisce alla collettività. Un atto che attua in applicazione di un progetto più largo che ha le sue defluenze nel piano di riequilibrio finanziario approvato in quanto si tratta di società partecipate. La normativa si è evoluta e quindi tutto è stato riportato in un alveo più corretto. Un punto – ha aggiunto Aiello – è quello di suddividere i servizi pubblici, quelli resi dall’Amministrazione alla collettività, che siano essi di rilevanza economica o meno. Il Comune avrà un controllo sui servizi costante attraverso la società con la distinzione tra quelli pubblici e quelli strumentali. Oltre all’economia che si va a realizzare c’è il principio dell’efficienza, efficacia ed economia dei servizi in termini di quantità e qualità di questi.
Una volta approvata la delibera scatterà un crono programma con la costituzione delle società e la convocazione dei sindacati per garantire il processo di attuazione delle nuove realtà”.
Una società è a totale capitale dell’Ente e gestisce servizi pubblici indispensabili. L’altra società si occuperà, al 90 per cento a partecipazione pubblica, dei servizi di natura strumentale. Rimarrà solo un piccolo ramo della Spm al fine di riorganizzarsi per concludere alcuni percorsi gestionali. Mentre i revisori dei conti si sono detti dubbiosi e devono approfondire l’applicazione della normativa sull’Iva – uno dei punti ‘a favore’ di questo riassetto – l’opposizione si dice molto critica. A parte la fretta usata per l’approvazione del punto, ci sono pesanti perplessità sui costi di quest’operazione, sull’assenza di concertazione con i sindacati e sulla possibilità di ‘scatole cinesi’ di cui gli enti sono ormai traboccanti.