A Ragusa il record del consumo di suolo, Catania e Trapani sopra la media nazionale - QdS

A Ragusa il record del consumo di suolo, Catania e Trapani sopra la media nazionale

Rosario Battiato

A Ragusa il record del consumo di suolo, Catania e Trapani sopra la media nazionale

lunedì 10 Giugno 2019

Istat: in Sicilia urbanizzazione invariata tra 2016 e 2017, cemento in crescita solo in alcune province. Dal Rapporto Bes emerge anche la contrazione nell’Isola dei consumi coperti da rinnovabili

PALERMO – Sull’ambiente le siciliane stanno sempre un passo indietro alle altre. Lo ribadiscono i numeri che sono stati diffusi dall’Istat all’interno delle “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori” e riferiti a province e città metropolitane. Persino su due aspetti come il consumo di suolo e l’energia rinnovabile, passaggi fondamentali del futuro sostenibile del pianeta, la situazione resta complicata.

CONSUMO DI SUOLO
Tra il 2016 e il 2017 l’asticella siciliana non si sposta di una virgola. Il consumo di suolo resta fissato al 7,2%, superiore di un punto percentuale al dato del mezzogiorno (6,2%) anche se inferiore di un’inezia al dato medio nazionale (7,7%). Non tutta l’Isola è comunque nella stessa situazione: il record assoluto spetta a Ragusa con 15,4% (+0,1% rispetto alla rilevazione precedente), seguita da Catania (8,3%, dato invariato rispetto al 2016 anche se comunque superiore alla media nazionale), e quindi da Trapani (8% invariato e +0,3% rispetto alla media nazionale). Tutte le altre si collocano al di sotto del livello medio delle province italiane e in perfetta continuità col passato.

LA TENDENZA GENERALE E IL MODELLO NISSENO
Tra il 2012 e il 2017, spiegano dall’Istat, il fenomeno ha avuto un andamento crescente in tutte le province, un dato che si comprende tra il +0,2% di Biella e il +3,1% di Viterbo. Tra le migliori, cioè quelle che hanno impermeabilizzato meno del 6% della propria superficie, si rintraccia anche Caltanissetta. Differente la situazione nelle città metropolitane dove risulta maggiore l’effetto dell’urbanizzazione: in prima linea ci sono Napoli e Milano che presentano estese superfici artificiali, che coprono tra i 400 e i 500 kmq di territorio con valori rispettivamente del 34% e del 32%. Tra le metropolitane si segnala Palermo che si limita a un 5,9% che risulta essere uno dei migliori risultati per questa categoria.

RINNOVABILI
A fronte di una media italiana di quota di consumi interni coperti da rinnovabili pari al 31,1%, la Sicilia si ferma al 25,1%, nel 2017. Il dato isolano è in contrazione rispetto al 2016 (26,2%) anche se risulta essere, a parte lo scorso anno, il migliore dell’ultimo quinquennio. Per la media nazionale, invece, si tratta del peggior dato registrato dal 2013 al 2017. A prendersi la segnalazione dell’Istat, c’è stata la provincia di Caltanissetta che in “cinque anni ha aumentato del 127% la propria quota”. Nel 2017 la “produzione ha superato ampiamente i fabbisogni interni (cioè è superiore al 150%) in 7 province italiane: Sondrio (415,5%), prima assoluta in Italia, Crotone (290), Aosta (243), Verbano-Cusio-Ossola (234), Foggia (221), Bolzano (169), Grosseto (151)”. Per l’Isola bene anche Enna (98,7%), Agrigento (61,8%) e Trapani (65,3%)”.

“Pur essendo il territorio italiano uno dei più virtuosi nel contesto europeo per quanto riguarda la produzione e l’utilizzo di energia alternativa sostenibile – si legge sul report dell’Istat –, circa la metà delle province italiane resta ancora su livelli inferiori al 27%, valore-target definito nell’ambito del ‘quadro per il clima e l’energia 2030’ adottato nell’ottobre 2014 dall’Unione europea. Tra queste, le aree produttive del Nord sono quelle ancora più lontane dall’obiettivo”.

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