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A Terrasini weekend dedicato al carretto siciliano

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A Terrasini weekend dedicato al carretto siciliano

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martedì 29 Giugno 2021

Tre giorni tra dibattiti, mostre, laboratori artigianali, esibizioni canore e folk, opera dei pupi, proiezioni cinematografiche e degustazioni per la manifestazione regionale che celebra il carretto

Il
Museo regionale Palazzo d’Aumale di Terrasini (Lungomare Peppino
Impastato) ospita nel primo weekend di luglio, 2,3 e 4, la prima
edizione
della manifestazione regionale “Carretto – Icona
dell’identità siciliana”
, progetto promosso e sostenuto dall’Assessorato
regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
.

La manifestazione – che punta a diventare
appuntamento annuale di promozione e divulgazione della cultura e delle
tradizioni legate al carretto siciliano, icona e simbolo al tempo stesso
dell’Isola –  è frutto di un attento e scrupoloso lavoro di ricerca e
approfondimento svolto, nei mesi precedenti,  da Domenico Targia,
Direttore del Parco Archeologico di Tindari, in sinergia con il personale
regionale in servizio presso la Biblioteca del Museo d’Aumale (sezione
distaccata del più ampio Polo museale regionale Palazzo Riso di Palermo), che
custodisce una ricca documentazione a tal proposito.

Lo stesso Museo, inoltre, ospita un’ampia
collezione di carretti
tradizionali – circa 70 esemplari – provenienti da
diverse aree della Sicilia. 

Tutto ciò ha dato inizio al percorso di
valorizzazione delle diverse forme d’arte che confluiscono, ieri come oggi,
nella forma del tradizionale carretto, arti per troppo tempo ritenute “minori”
e che, grazie a questa manifestazione, vedono accendere i riflettori sulle
prestigiose maestranze che risiedono in Sicilia.

Maestri d’ascia e carradori, fra i quali
intagliatori, maestri fabbri, decoratori, pittori, costruttori di finimenti, usciulari
(ovvero costruttori di boccole) non ultimi cuntastorie e pupari, artigiani e
artisti connessi, già dall’800, con l’anima del carretto siciliano.

Un corollario di figure che, ancora oggi,
tiene viva e florida l’antica tradizione culturale infusa in ogni esemplare di
carretto, icona indiscussa dell’identità siciliana.

«Il patrimonio culturale non è composto
esclusivamente da monumenti e collezioni di oggetti ma annovera in sé anche
tutte le tradizioni vive trasmesse da chi ci ha preceduto –
dichiara Alberto
Samonà
– Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana
– Al di là della funzione strumentale di mezzo di trasporto, il Carretto
assume, nella nostra cultura, un significato simbolico che attraversa diversi
ambiti, per diventare emblema stesso dell’identità siciliana. Rappresentano la
Sicilia i colori accesi dei carretti: il rosso del fuoco, il giallo del sole,
del grano e dei limoni, il blu del cielo e il verde delle campagne. Strumento
ante litteram di promozione, il carretto dipinto, infatti, oltre a dimostrare
la ricchezza del proprietario –
prosegue Samonà –  racconta la
nostra anima e le diverse manifestazioni della nostra Terra, ma anche quella
capacità di relazionarci con il mondo ereditata dai fenici, ai quali dobbiamo
l’arte di accompagnare le parole con i gesti. Recuperare il valore e la
funzione del Carretto siciliano nella nostra storia, restituendogli il ruolo
simbolico che merita, è anche un primo passo verso l’auspicato riconoscimento
di patrimonio immateriale dell’UNESCO che porrebbe il Carretto, con le immagini
dipinte della storia dei paladini di Francia, come un elemento di immediata
riconoscibilità della tradizione siciliana, al pari dell’Opera dei Pupi, già
eredità immateriale
».

«L’intento di questa manifestazione
regionale
– dichiara Domenico Targia, Direttore del Parco
Archeologico di Tindari, e già Direttore del Museo d’Aumale, che ha guidato
negli ultimi due anni le ricerche e gli approfondimenti sulle tracce storiche e
antropologiche del carretto siciliano – è quello di fare uscire dall’oblio
quel conglomerato di Arti, per troppo tempo considerate minori, che ruotano da
sempre intorno all’esistenza del carretto siciliano
.

Bisogna guardare
alla sintesi di queste Arti non più con sospetto e indifferenza, riconsegnando
quel valore storico e culturale in cui il popolo siciliano si è da sempre
riconosciuto e viene identificato in tutto il mondo. 

Gli esempi e i
rimandi che, in primis, la moda internazionale diffonde oggi sulle passerelle
più importanti, riscuotendo grande apprezzamento, grazie all’attenzione di
artisti come Dolce&Gabbana, affondano le loro radici negli esemplari
custoditi in ogni angolo della Sicilia, patrimonio per eccellenza dell’identità
dell’Isola, fatto di colori, immagini, rappresentazioni, arte della parola e
paziente lavoro artigianale che non deve scomparire». 

«Questa
manifestazione è l’affermazione di un metodo di lavoro che porterà ad un
cammino importante sia Il Museo di Palazzo d’Aumale che la Sicilia

dichiara Luigi Biondo, Direttore del Polo museale regionale Museo Riso –
Il nostro sogno comune è che questi carretti non rimangano chiusi nelle sale
del museo ma che siano testimonianza concreta, 
nel mondo,
della nostra Cultura
».

Per tre giorni protagonista assoluto della
manifestazione sarà, dunque, il carretto siciliano – già iscritto
al REIS (Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia)
e in attesa di intraprendere il  percorso per il conseguimento del
riconoscimento Unesco, quale Patrimonio dell’umanità – al centro di una serie
di attività, realizzate in collaborazione con diversi comuni e associazioni
dell’Isola.

Dibattiti, mostre, laboratori artigianali,
esibizioni canore e folk, opera dei pupi, proiezioni cinematografiche e
degustazioni

animeranno, per tre giornate, le sale, i portici e la corte interna del Museo
d’Aumale, illuminato ad hoc anche con luminarie artistiche, e, non ultime, le
vie di Terrasini.

CENNI STORICI DEL CARRETTO SICILIANO

Da mezzo di
trasporto a opera d’arte il passo è stato relativamente breve. La storia del
carretto siciliano risale ai primi dell’ottocento, infatti, fino al ‘700, lo
scarso sviluppo delle strade nell’isola aveva limitato i trasporti al dorso
degli animali. 

Da quel momento si
hanno le prime testimonianze dei carretti realizzati con ruote molto alte, per
poter affrontare le “trazzere”, strade fatte da grossi sentieri a
fondo naturale, ma anche per collegare, nelle aree orientali, le miniere ai
porti di sbarco.

Nell’area
occidentale, invece, venivano usati per il trasporto delle uve nei diversi
vigneti. Erano dunque mezzi di lavoro che venivano distinti in: vinaroli,
per il trasporto delle vinacce, furmintari, trasporto del grano, e rinaroli,
per il trasporto dei materiali quali sabbia. 

L’uso diverso, va
da sé, declinava variazioni nella struttura ad esempio nelle sponde laterali (i
masciddari), più o meno alte.

Oggetto
indispensabile nella vita di ogni famiglia vennero ben presto decorati dapprima
con immagini sacre, a protezione del carretto stesso, in seguito con nuovi temi
introdotti dall’influenza dei cantastorie, che andavano in giro per la Sicilia
narrando di cavalieri e di amori.

I santi rimasero
presenti, per quanto non furono più i protagonisti principali, e comparvero le
prime rappresentazioni delle storie dei paladini e alcune delle scene della
“Cavalleria Rusticana”, la novella che lo scrittore siciliano Giovanni Verga
dedicò proprio alla nobile figura del carrettiere.

La pittura del
carretto, inoltre, assolveva anche alle funzioni di protezione del legno e alla
funzione commerciale, di promozione della propria attività, oltre  a
dimostrare la ricchezza del proprietario.

La prima
descrizione del carretto siciliano risale al 1833 ed è presente nel resoconto
del viaggio fatto in Sicilia dal letterato francese Jean Baptiste Gonzalve de
Nervo (1840-1897), dove rimase un mese per raccogliere materiale per il suo
libro di viaggio. 

Fu il primo a
raccontare di aver visto sulle strade siciliane dei carretti, le cui fiancate
recavano l’immagine della Vergine o di qualche santo, derivata dalla pittura su
vetro, molto popolare a quei tempi in Sicilia. 

Nel 1865 il
geografo francese Eliseo Reclus, venuto in Sicilia per osservare l’eruzione
dell’Etna, ne lasciò ulteriore testimonianza.

Vent’anni dopo –
siamo nel 1885 – anche il celeberrimo scrittore francese Guy de Maupassant
venne colpito alla vista di un carretto a Palermo, tanto da definirlo “un rebus
che cammina” per l’innumerevole presenza di elementi decorativi presenti,
praticamente, su tutta la superficie.

Scrisse Guy de
Maupassant: “Quei veicoli dipinti, buffi e diversi tra loro, percorrono le
strade, attirano l’occhio e la mente come dei rebus che viene sempre la voglia
di risolvere
”.

Moltissimi gli
elementi che differenziano il carro per le diverse aree di provenienza
nell’Isola – da qui la nascita di diverse scuole e famiglie d’arte – non ultimi
i colori che, da subito, hanno individuato artigianalità e i luoghi di
realizzazione. 

Giallo, rosso
cinabro, arancio e verde, i principali, testimonianze dei colori predominanti
della Sicilia. 

L’incontro tra cunto e carretto
siciliano avviene, infine, intorno al 1820. Se prima i cuntisti, o cunta
storie, salivano su una sedia o su un masso per intrattenere il pubblico, con
la comparsa dell’Opera dei Pupi i pittori cominciarono a dipingere i carretti
con le stesse immagini dei racconti fatti al popolo, diffondendo così le gesta
dei personaggi narrati a voce.

Per quanto intorno alla metà de ‘900 i
nuovi mezzi di trasporto, via via, soppiantarono il carretto siciliano, in
ambito di trasporto merci, molti esemplari sono rimasti testimonianza della
storia e dell’identità siciliana, tanto da essere protagonisti di importanti
manifestazioni folcloristiche come la Rietina agrigentina, la cui
origine risale al 1739.

PROGRAMMA
DELLE ATTIVITÀ

Si comincia venerdì 2 luglio,
con il dibattito “La tradizione dei Cantastorie: anima dell’Identità
siciliana”, condotto da Franco Occhipinti, per poi proseguire con una
degustazione di prodotti tipici, prima dello spettacolo folkloristico “Canti e
Cunti” con “Gli Ultimi Cantastorie” (ore 21.00).

Sabato
3
,
per i saluti iniziali, saranno presenti Domenico Targia, Direttore Parco
Archeologico di Tindari, Giosuè Maniaci, Sindaco di Terrasini; Luigi
Biondo
, Direttore del Polo regionale Museo Riso di Palermo, Santo Orazio
Caruso
, Sindaco di Aci Sant’Antonio e i rappresentanti di numerosi comuni
siciliani tra i quali Lercara Friddi, Oliveri, Bagheria, Partinico,
Castelvetrano, Marsala, Trapani, Vittoria, e Cinisi.

Verrà
consegnato un riconoscimento speciale a Nerina Chiarenza, storica pittrice del
carretto siciliano.

Seguiranno dibattiti e conversazioni con
studiosi, artigiani del carro e maestri pupari a tema “La storia del
carretto siciliano e l’importanza del riconoscimento del REIS
”, con la
presenza, tra gli altri, dell’etno-antropologo Leoluca Cascio, e con le
testimonianze dei carrettieri, Gino Castronovo, detto Zu Do’, e 
Melchiorre Di Salvo, intercalate dai canti di Carrettieri.

Durante la giornata verranno, inoltre,
inaugurati i laboratori artigianali presenti nei portici del Museo con la
possibilità di visite guidate per tutto il weekend.

Dopo la premiazione del concorso “Sicilianamente”,
relativo ai temi del carretti e dei pupi siciliani (pittura, fotografia, arti
visive), verrà inaugurata (ore 18.00) la mostra di pittura “Il rinascimento
del carretto siciliano
” di Nina Giambona, artista e storica del
carretto siciliano.

Per l’occasione verrà effettuato il
collegamento con la Confederazione Siciliani Nord America, realtà
ufficialmente riconosciuta e registrata presso la Regione Sicilia-Assessorato
all’Emigrazione, e la comunità dei siciliani a Monaco di Baviera.
Contestualmente giungerà in visita un gruppo di studenti Erasmus.

Alle 21.00, invece, sul palco allestito
all’aperto, nella corte interna di Palazzo d’Aumale, si svolgerà lo spettacolo
dell’Opera dei Pupi a cura di Angelo Sicilia.

Domenica 4 luglio, oltre alla
fruizione delle attività laboratoriali previste sotto i portici, si svolgerà
l’incontro “Il carretto siciliano nel cinema” (ore 10.30) con
proiezioni a tema, originali, provenienti dalle Teche Rai, dal CRID e dal
Centro Sperimentale di cinematografia di Palermo. 

Saranno presenti Laura Cappugi
direttrice del CRID, la dottoressa Selima Giuliano – Soprintendente di
Palermo, il critico cinematografico Mario Patanè e l’attrice Gabriella
Saitta
.

Nel pomeriggio, invece, Rossella
Scannavino
presenterà il suo libro “La Terra dei miei ricordi”;
a seguire (17.30 – 19.00) alcuni carretti usciranno dal Museo per sfilare, con
a seguito un gruppo folk che eseguiranno i canti del carrettiere, lungo le vie
di Terrasini.

In serata verranno svelati i nomi degli
artisti a cui verranno assegnati i tre riconoscimenti “Identità siciliana;
a seguire (ore 20.30) si esibirà il “Coro Città di Trapani”, a cura
dell’Associazione di Canti Popolari.

A chiudere la prima edizione della
manifestazione regionale tre appuntamenti satellite

Il primo sabato 10 luglio a Paternò
(CT), nei locali del Comune e al Museo del Cantastorie. Il secondo, domenica
12 settembre, le iniziative, tra cui lo spettacolo folcloristico “Canti e
Cunti”, animeranno Palazzo Riso a Palermo.

La manifestazione si concluderà, domenica
20 settembre, a Palazzo d’Aumale con l’installazione “Una carrettata
di libri
” (ore 9.30) e il dibattito “Il Carretto Siciliano:
Identità e Futuro
”, che getterà le basi per l’edizione seguente.

Tutti i dibattiti si svolgeranno nella
Sala Convegni di Palazzo d’Aumale, a cui si potrà accedere in numero
contingentato fino ad esaurimento posti (max 50) e nel rispetto delle norme,
secondo le disposizioni vigenti in materia di contenimento del Covid-19. 

La mostra “Il rinascimento del
carretto siciliano
” e l’installazione “Una carrettata di libri
saranno fruibili per tutto il mese di settembre. Il video di presentazione è
stato realizzato da “Officina di immagini” di Giorgia Polizzi.

L’ingresso a tutte le attività della
manifestazione è gratuito.

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