A2A, investimenti e infrastrutture per “costruire” una Sicilia sostenibile - QdS

A2A, investimenti e infrastrutture per “costruire” una Sicilia sostenibile

A2A, investimenti e infrastrutture per “costruire” una Sicilia sostenibile

Sonia Sabatino  |
giovedì 31 Ottobre 2024

Inaugurati ieri mattina da A2A il nuovo impianto eolico di Matarocco e quello fotovoltaico di Mazara del Vallo

PALERMO – Sono stati inaugurati ieri mattina da A2A il nuovo impianto eolico di Matarocco e quello fotovoltaico di Mazara del Vallo, alla presenza dell’amministratore delegato di A2A Renato Mazzoncini, del sindaco di Marsala Massimo Grillo, dell’assessore all’Ambiente del Comune di Mazara del Vallo Giampaolo Caruso e del direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti. Situato tra Marsala e Mazara del Vallo, l’impianto eolico di Matarocco è costituito da 8 turbine collocate per sfruttare al meglio le correnti dell’area, in modo tale da soddisfare un fabbisogno di energia pari a quello di 26.000 famiglie. Grazie alla sua efficienza, consentirà di evitare l’emissione di circa 31.600 tonnellate di CO2, equivalente alla capacità di assorbimento di 250.000 alberi.

L’impegno di A2A per la transizione energetica

Il parco fotovoltaico di Mazara del Vallo, esteso su una superficie di 14,8 ettari, dovrebbe produrre 25 GWh di energia nel 2025, corrispondente ai consumi di 8.300 famiglie. Strutture di ultima generazione dunque per la produzione di energia rinnovabile, che testimoniamo l’impegno di A2A a supporto della transizione energetica della Sicilia, emerso anche a Palermo, in occasione della presentazione del Bilancio di sostenibilità territoriale della Sicilia, a cui hanno preso parte, oltre a Mazzoncini, il sindaco Roberto Lagalla, il dirigente generale del dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti Arturo Vallone, il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta, il direttore di Svimez Luca Bianchi e la virologa Ilaria Capua.

“A2A è un’azienda che si occupa di transizione energetica e di economia circolare, quindi la gestione dell’acqua e dei rifiuti, cioè tematiche centrali per lo sviluppo del nostro territorio – ha precisato Renato Mazzoncini, amministratore delegato del Gruppo – Nel 2023 abbiamo aumentato in maniera importante gli investimenti (+260%), infatti, l’anno scorso abbiamo speso in Sicilia quasi 55 milioni di euro, che si sono sommati agli investimenti storici che facciamo sui grandi impianti come quello di San Filippo del Mela (Me) una della centrali termoelettriche più grandi dell’isola. Siamo molto contenti anche di aver presentato i nuovi impianti di energia rinnovabile, ma certamente anche altre problematiche come le risorse idriche e la gestione dei rifiuti sono oggetto di nostri costanti studi e interlocuzioni con la pubblica amministrazione. Siamo una grande azienda che investe circa 2 miliardi di euro l’anno, quindi, potremo dare anche una grossa mano alla Sicilia in una logica di reciproco vantaggio, perché parliamo di un’isola che ha un grandissimo potenziale di energie rinnovabili sia eolico che solare, per questo motivo può avere un prezzo dell’energia competitivo, il quale favorisce lo sviluppo dell’industria e dell’impresa che hanno sempre seguito i prezzi dell’energia. Bisogna saper cogliere questa occasione”.

A2A impegnata anche per arginare la crisi idrica

Anche per arginare la crisi idrica Mazzoncini non ha dubbi, è necessario investire: “Questo è forse oggi il primo problema in Sicilia che richiede investimenti, perché bisogna ridurre le perdite. Abbiamo gran parte del territorio italiano che perde il 50% dell’acqua che distribuisce, questo è intollerabile soprattutto in un territorio in cui l’acqua scarseggia. Poi bisogna costruire invasi che catturino l’acqua piovana quando arriva, perché l’altro problema è che abbiamo pochi invasi”. Durante l’incontro, moderato da Tessa Gelisio è emerso che A2A ha generato un valore di oltre 39 milioni di euro nel territorio siciliano nel 2023 e ha investito 54,3 milioni di euro in infrastrutture e impianti per la transizione ecologica, grazie al quale è stata evitata l’emissione di 34 mila tonnellate di CO2. In tutto ciò sono stati coinvolti 8000 studenti e docenti in progetti di educazione ambientale.

Sulle rinnovabili la Sicilia sta crescendo

“In questo momento siamo in una fase di crescita economica abbastanza buona in tutto il Mezzogiorno, in particolare la Sicilia nel 2023 è cresciuta più del resto del Paese – ha dichiarato Luca Bianchi, direttore di Svimez -. Questo è avvenuto sopratutto per effetto delle politiche espansive di carattere generale come il Pnrr. Il problema è che abbiamo ancora una debole crescita industriale. Oggi, però, incrociamo uno dei settori più interessanti degli ultimi anni che è quello dell’erogazione di servizi: acqua, rifiuti ed energia. Tutto ciò può valere adesso quasi il 5% del Pil dell’area e, sopratutto, è un settore che può attivare grandi investimenti. Lo abbiamo visto sulle rinnovabili in cui la Sicilia sta crescendo, ma ovviamente bisogna investire sulla filiera e creare nuova occupazione, evitando la fuga di cervelli che affligge il Sud. Inoltre, se l’Italia vuole raggiungere gli obiettivi che si è data in termini di riduzione delle emissioni e incremento delle rinnovabili deve investire soprattutto in Sicilia. Ciò deve essere fatto in maniera sostenibile per il territorio, perciò sicuramente fotovoltaico se compatibile, eolico preferibilmente offshore e poi i rifiuti devono diventare un valore, perché in Sicilia sono sempre stati un problema economico, ambientale, sociale e criminale. Quindi è fondamentale investire su nuovi impianti che gestiscano soprattutto l’indifferenziato, creando attraverso il suo riutilizzo anche energia. Serve, però, una politica che guardi con lungimiranza”.

Importante sul fronte cittadino anche l’intervento del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla che ha assicurato: “Entro il 31 dicembre vanno rinnovati i contratti di servizio delle società partecipate, ciò è preceduto dalla trattazione dei piani industriali. In questo momento stiamo esaminando in maniera analitica due piani industriali che ancora mancavano, cioè quelli di Amat e Rap. Questo ci metterà nelle condizioni di potere introdurre elementi di normalizzazione e regolarizzazione di quei profili organizzativi che ancora lasciano a desiderare nella gestione di questi servizi. Non escludiamo a vari livelli, come già successo con Amg, la compartecipazione di soggetti privati che consentano di migliorare la qualità e il rendimento delle aziende. Ciò lasciando ferma la linea che riguarda i livelli occupazionali e la compartecipazione pubblica in questa attività”.

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