Abbandoni scolastici e Neet, la Sicilia ai vertici della classifica del disagio - QdS

Abbandoni scolastici e Neet, la Sicilia ai vertici della classifica del disagio

redazione

Abbandoni scolastici e Neet, la Sicilia ai vertici della classifica del disagio

martedì 14 Luglio 2020

Studio pubblicato da Openpolis: più del 40% dei giovani isolani tra 18 e 24 anni non studia né lavora. In provincia di Caltanissetta percentuale record: 45%. Venezia e La Spezia città virtuose

PALERMO – L’Italia è uno dei paesi Ue più colpiti da due fenomeni rappresentativi della povertà educativa. Si tratta dell’abbandono scolastico e dell’incidenza di Neet. è quanto riporta uno studio pubblicato da Openpolis.

L’abbandono colpisce i ragazzi e le ragazze che lasciano il proprio percorso di studi prima del tempo, senza conseguire il diploma. Un fenomeno che riguarda in particolare i giovani che provengono da contesti sociali ed economici svantaggiati. L’abbandono ostacola la ricerca di un lavoro e aumenta il rischio di ricadere nel disagio economico e sociale.

Nel 2019 nel nostro Paese il 13,5% dei residenti tra 18-24 anni ha lasciato la scuola con la sola licenza media. Una quota che è tra le più alte in Europa, superata solo da Spagna, Malta, Romania e Bulgaria. L’Italia si impone prima per quota di giovani Neet in Ue.

I Neet (neither in employment nor in education or training) sono invece i giovani non occupati e non inseriti in un percorso di istruzione nè di formazione. Anche in questo caso si tratta di una condizione più frequente tra i ragazzi e le ragazze che vivono in contesti di disagio. In Italia nel 2019 i Neet rappresentano il 23,2% dei residenti tra i 18-24 anni. Un dato preoccupante, considerato che si parla di quasi 1 giovane su 4.

Si tratta di due fenomeni in parte connessi. I ragazzi e le ragazze che lasciano gli studi precocemente incontrano spesso difficoltà a trovare lavoro. E se non hanno un’occupazione e non si inseriscono in percorsi educativi alternativi, risultano come Neet. Non è un rapporto causa-effetto, ma è sicuramente vero che si tratta di fenomeni da analizzare in parallelo, che rischiano di compromettere il futuro di ragazzi e ragazze, in un’età decisiva per porre le basi del proprio futuro lavorativo, e quindi economico e sociale.

I fenomeni dell’abbandono e dei Neet hanno seguito andamenti diversi negli anni. Il tasso di Neet è diminuito meno di quello di abbandono. Dal 2010 al 2013, anni fortemente colpiti dalla crisi economica iniziata nel 2008, si registra un aumento della percentuale di giovani Neet e un calo dell’abbandono scolastico. Negli anni successivi segue invece una diminuzione costante di entrambi i fenomeni, fatta eccezione per l’aumento degli abbandoni registrato dal 2016 al 2018, anni in cui la quota di Neet ha continuato a ridursi. Dal 2018 al 2019 anche l’abbandono ha ricominciato a diminuire, con un calo di un punto percentuale. Complessivamente, la riduzione dell’abbandono è stata più lineare di quella dei Neet.

I due fenomeni seguono complessivamente andamenti diversi nel corso degli anni. Una crescita della percentuale di Neet infatti dipende in larga misura da un aumento della disoccupazione giovanile, che può non avere niente a che fare con l’uscita precoce dalla scuola. Dall’altro lato, un aumento degli abbandoni non comporta direttamente un aumento della percentuale di Neet.

Dal momento che abbandonare gli studi non significa necessariamente non trovare un’occupazione e che i Neet possono anche avere titoli di studio oltre la licenza media. Per comprendere meglio la relazione tra questi due fenomeni – si legge nella relazione- fermarsi alle medie nazionali non basta.

Analizzando la questione a livello regionale, emerge come il tasso di abbandono scolastico e l’incidenza di giovani Neet siano particolarmente incisivi negli stessi territori. Le grandi regioni del Sud hanno più abbandoni e più Neet. La Sicilia è al primo posto per incidenza di entrambi i fenomeni. Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna e Campania sono le cinque regioni con le quote più alte sia di abbandoni scolastici che di giovani Neet. Tra gli altri territori invece, al centro spicca negativamente il Lazio (con il 12% di abbandoni e il 22,2% di Neet) e al Nord la Lombardia (11,5% di abbandoni) e il Piemonte (18,9% di Neet).

Viceversa regioni come il Veneto, le Marche e la provincia autonoma di Trento registrano una bassa incidenza di entrami i fenomeni. Le province con più abbandono sono le stesse con più Neet e viceversa.

Caltanissetta è la provincia con la più alta percentuale di abbandoni e di Neet. In questo territorio è più di 1 ragazzo su 4 a lasciare gli studi precocemente (27%) e quasi la metà a non lavorare nè studiare (45%). Seguono altre province del Sud, tra cui Sud Sardegna, Crotone e le siciliane Catania e Enna.

Al lato opposto della linea di tendenza, Venezia e La Spezia. Rispettivamente le province con la più bassa quota di Neet (11,2%) e di abbandoni (4,8%). 22 circa, i punti percentuali di differenza tra il tasso di abbandono nella provincia di Caltanissetta e in quella di La Spezia. In provincia di Caltanissetta i comuni con più abbandoni sono anche tra quelli con più Neet. Come emerge dai dati, i comuni di Niscemi, Butera e Vallelunga Pratameno sono sia tra i territori più colpiti dall’abbandono (oltre il 30%) sia tra quelli con le più alte quote di Neet (oltre il 20%). Viceversa, i comuni di Sutera, Milena e Resuttano sono tra quelli dove entrambi i fenomeni incidono meno.

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