La Regione Siciliana ha ridotto il disavanzo dai quattro miliardi del 2022 a meno di 900 milioni per l’anno successivo e punta adesso al surplus
“Abbiamo voluto convocare questa conferenza stampa perché abbiamo completato da poco una giunta estremamente significativa, secondo me, per la storia dei governi della Sicilia e per l’andamento dei conti della Regione”. Apre così il presidente Schifani la conferenza stampa che Palazzo d’Orleans ha preparato senza grande preavviso, se non di qualche ora, nel corso della quale ieri pomeriggio è stato fatto l’annuncio epocale per la finanza regionale siciliana: “Approvando il rendiconto generale del 2023 – dichiara con orgoglio Renato Schifani – abbiamo ridotto il disavanzo del 2023 per ben 3 miliardi e 136 milioni”. Il dato è in effetti di estremo rilievo per le casse regionali siciliane. Negli anni 2018 e 2019 il disavanzo era di oltre 7 miliardi ed era arrivato a sfiorare i sette miliardi e mezzo. Con lieve riduzione, nel 2020 era passato ad appena meno di sette miliardi, nel 2021 a sei miliardi e 181 milioni e nel 2022 si era conclusa una riduzione più radicale con una riduzione a quattro miliardi e poco più.
Rigore e investimenti, la “politica liberale” di Renato Schifani
“Il disavanzo passa quindi da 4,034 miliardi a soltanto 897 milioni di euro”, prosegue Renato Schifani in Sala Alessi di Palazzo d’Orleans. “Un balzo all’ingiù di circa tre miliardi” che stacca nettamente la Sicilia dalla condizione finanziaria costretta alla gestione corrente dei propri investimenti e pertanto priva di una reale concreta programmazione del futuro. “A questo miglioramento hanno contribuito – spiega il presidente della Regione Siciliana – maggiori entrate, ma sia chiaro, non da un aumento della pressione fiscale ma da più gente che paga le tasse, evidentemente perché si lavora di più”. La politica liberale da sempre affermata da Renato Schifani che adesso gli consente di raccoglierne i frutti. Il primario motivo di vanto del governatore è infatti la crescita dell’economia della Sicilia, con quel Pil sensibilmente più alto della media nazionale che riempie di orgoglio l’intera giunta. La ricetta della progressiva riduzione del disavanzo, con quote di recupero rilevanti anno dopo anno, è articolata ma comprende – nella presentazione del governo – anche l’allocazione delle quote di recupero del disavanzo per 500 milioni.
La ricetta dell’abbattimento del disavanzo
In sintesi, il governo di Renato Schifani ha tenuto la barra dritta sul risanamento dei conti ma ha reinvestito le risorse “liberate” mettendole a frutto per alimentare il mercato, agevolando le imprese, e recuperando così sviluppo economico e gettito. Questo quanto propone Palazzo d’Orleans come metodo di ripresa della Sicilia attuato dall’insediamento del governo Schifani al traguardo di ieri della approvazione del rendiconto 2023. Altri interventi di risanamento sono poi il contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti regionali, la rinegoziazione per oltre due miliardi di mutui del MEF con Cassa Depositi e Prestiti, il blocco del turnover ed anche il riconoscimento da parte dello Stato di un crescente ristoro per il Fondo sanitario. Adesso quindi si guarda all’azzeramento del disavanzo, già drasticamente abbattuto, ed al prossimo obiettivo che si chiama surplus. Intanto, già con l’approvazione del rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2023, il fondo cassa della Regione Siciliana all’esito della rendicontazione risulta essere di quasi otto miliardi.
Sicilia solida, investimenti possibili
“La solidità finanziaria” della Regione Siciliana è “dimostrata dalla cassa”, ha spiegato il ragioniere generale Ignazio Tozzo, presente in conferenza stampa insieme al presidente Schifani ed all’assessore all’Economia Alessandro Dagnino. Se la spesa per investimenti nel 2023 è stata di oltre 2,6 miliardi, è inevitabile chiedere al presidente della Regione Siciliana, in vista dell’azzeramento del disavanzo, come pensa di investire le risorse che la Sicilia potrebbe avere da un possibile surplus. Il primo pensiero di Renato Schifani è andato alla rete infrastrutturale. Pensiero al quale ha aggiunto, con chiaro ed esplicito riferimento, “il risultato disastroso delle legge Delrio”. In corso d’opera all’Ars, la riforma delle province sembra essere sempre tra i pensieri del presidente Schifani. Altri investimenti, intesi quali indirizzi prioritari, sono stati elencati a braccio: attrazione di capitali, rete ospedaliera, qualità della vita, incendi, siccità e dissalatori. Su quest’ultimo fronte Renato Schifani ha poi aggiunto un inciso: “Guardo alle grandi reti di dissalazione modello Dubai, sarò esagerato ma credo che sia questo ciò che ormai ci si deve attendere”.
Via libera all’Aran per le contrattazioni
L’assessore all’Economia Alessandro Dagnino ha tenuto a condividere il grande risultato in materia finanziaria: “Una buona parte di questo risultato si deve a cittadini e imprese, perché c’è stato un aumento del gettito”. Il risultato della rendicontazione approvata porta con se anche altri risultati, a margine ma di non poco conto. Superati i rilievi della Corte dei conti, la Regione Siciliana si trova adesso anche il via libera ad altri interventi che, per via del vincolo imposto dal ritardo dell’approvazione, erano stati congelati in attesa di risoluzione del fascicolo rendicontazione 2023. Uno su tutti l’accordo sul contratto dei dipendenti regionali, bloccato malgrado le risorse quantificate ed accantonate. Adesso l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione Siciliana, ha finalmente nullaosta ed atto di indirizzo per poter avviare la contrattazione. Ed a proposito di agenzie, con riferimento all’attrazione di capitali annunciato tra i futuri obiettivi del presidente della Regione Siciliana, trova adesso anche riscontro l’intenzione del governo regionale di istituire, mediante primo articolo della Legge di stabilità già in lavorazione all’Ars, una agenzia per l’attrazione dei capitali esteri in Sicilia.