La denuncia dell’associazione Coscioni: “Servono interventi politici e dati aggiornati”. Il 31% degli italiani ritiene necessario la modifica della normativa vigente
ROMA, – Circa 33 richieste di aiuto al giorno durante il periodo di lockdown, 3000 in totale, per informazioni su dove abortire e sulla pillola del giorno dopo. Sono quelle giunte all’Associazione Luca Coscioni, che sottolinea come in tempo di Covid-19, “nonostante l’interruzione di gravidanza abbia sempre un carattere d’urgenza e rientri nelle prestazioni inderogabili anche secondo il decreto del Ministro della Salute, alcuni ospedali stanno riducendo, altri sospendendo, gli accessi alle pratiche per l’aborto, senza fornire chiare informazioni, con enormi differenze da regione a regione”.
“Da testimonianze dirette apprendiamo che, troppo spesso, l’accesso all’Interruzione volontaria di gravidanza è negato o reso difficile da percorsi ad ostacoli – dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini (Luca Coscioni), Anna Pompili (Amica) e Sara Martelli (Aborto al Sicuro)-. Ad ogni anniversario della legge che disciplina il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, quest’anno il 42/mo, emerge la mancanza di volontà politica nell’applicazione di questa norma che ha avuto il merito di evitare gravi danni alla salute delle donne. “.
Anche quest’anno, sottolineano le associazioni, “non è possibile commentare i dati dell’anno precedente sull’applicazione della 194/78, perché il ministro della Salute Roberto Speranza non ha ancora depositato la relazione al Parlamento sulla 194, siamo fermi ai dati relativi al 2017, e neppure il Ministro di Grazia e Giustizia ha inteso presentare una relazione prevista dalla stessa legge 194, in questo caso siamo fermi al 2016”. Inoltre, da un sondaggio commissionato dall’Associazione Luca Coscioni a Swg, per conoscere la posizione degli italiani sul tema, emerge che il 31% della popolazione ritiene che la legge vada cambiata, per raggiungere una più larga applicabilità; il 50% degli intervistati chiede di migliorare l’Ivg farmacologica, consentendo il regime ambulatoriale o a casa come avviene in altri Paesi, mentre il 27% reclama la gratuità della contraccezione.
Queste dunque le proposte alla politica dell’Associazione Coscioni con altre associazioni tra cui Aied e Amica: estendere l’applicazione del metodo farmacologico dell’interruzione di gravidanza fino al 63/mo giorno di amenorrea e in regime di day hospital e ambulatoriale e arrivare alla contraccezione gratuita; creare un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza; elaborare una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza anche con servizio alternativo; istituzione di concorsi pubblici riservati al 50% a medici non obiettori per la gestione dei servizi di Ivg; utilizzare medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori; offrire la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di Ivg sono scoperti.