PALERMO – “Purtroppo gli annunci di condoni edilizi non vengono mai a mancare”, dice Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, da Palermo mentre a Roma il governo discute proprio di un possibile nuovo condono edilizio. La possibilità di arrivare a ciclici condoni non è un deterrente all’abusivismo edilizio, e Castronovo ricorda che non si costruisce abusivamente solo dove tutto sommato è previsto che si possa edificare ma anche in spregio al paesaggio, in riva al mare e perfino dove vincoli idrogeologici dovrebbero tutelare proprio la sicurezza delle persone. Quello dell’abusivismo edilizio è un tema spinoso per ogni amministrazione comunale siciliana. Complesso è il rilevamento dell’abusivismo, per via dei potenti limiti di organico degli enti locali, e altrettanto è il processo di sequestro, acquisizione e demolizione con bonifica dell’area, nel caso in cui – l’assoluta maggioranza – il reo non provveda a proprie spese a demolire e ripristinare l’area. Non aiuta poi l’esigua disponibilità di risorse economiche dei Comuni per gli interventi di demolizione e bonifica che, mediamente, ammontano a svariate decine di migliaia di euro e possono facilmente superare i centomila euro a immobile.
la Regione Siciliana ha previsto lo stanziamento di 500 mila euro per le demolizioni
Nella legge di stabilità triennale che la prossima settimana approderà all’Ars, la Regione Siciliana ha previsto lo stanziamento di 500 mila euro per annualità sul Fondo di rotazione per le spese di demolizione. Stando a un calcolo di massima proposto dal presidente di Legambiente Sicilia, che tiene conto di immobili di un livello per circa cento metri quadri, con tale somma si coprirebbero le spese di demolizione di una ventina di immobili in tutta la Sicilia. Legambiente Sicilia, insieme ad Anci Sicilia, hanno quindi sostenuto la necessità di emendare questo tratto della Finanziaria chiedendo al Parlamento siciliano di intervenire in proposito.
Occorre incrementare il fondo portandolo da 500 mila a 5 milioni di euro
La richiesta è stata subito accolta dal Movimento 5 stelle e sostenuta dal Partito democratico. Ieri è stato infatti presentato da Anci, Legambiente e Movimento l’emendamento a prima firma della deputata Cristina Ciminnisi che chiede di incrementare il fondo portandolo da 500 mila a 5 milioni di euro. Il Fondo di rotazione ha lo scopo di sostenere i Comuni, anticipando le somme necessarie alla demolizione – di cui spesso non dispongono – senza che le amministrazioni debbano pagare interessi e costi aggiuntivi. Sul tema, Anci e Legambiente hanno trovato naturale sponda nel Movimento 5 stelle. Il Fondo di rotazione a disposizione dei Comuni per le demolizioni degli immobili abusivi è stato infatti istituito con una legge regionale – la numero 9 del 15 aprile 2021 – che porta la firma dell’ex deputato M5s Giampiero Trizzino. Alla presentazione dell’emendamento era infatti presente ieri Giampiero Trizzino, oltre ai deputati Antonio De Luca, Luigi Sunseri e Angelo Cambiano. Quest’ultimo, già sindaco di Licata, è stato vittima nel tempo di varie intimidazioni anche a causa della sua lotta all’abusivismo edilizio nel comune che amministrava.
L’emendamento è al vaglio della Commissione Bilancio, ma la deputata Ciminnisi e la collega del Partito democratico Valentina Chinnici hanno già anticipato che qualora venisse respinto in commissione verrà ripresentato come emendamento d’Aula. Per dare opportuno rilievo alla necessità di incrementare le risorse fino a quindici milioni nel triennio di Finanziaria, l’emendamento è stato presentato dal presidente di Legambiente Sicilia Tommaso Castronovo, dal presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, e Mario Emanuele Alvano, segretario della stessa associazione dei Comuni, dalla deputata Cinque stelle Cristina Ciminnisi e dalla collega del Pd Valentina Chinnici.
“Crediamo fermamente che liberare le spiagge sia un diritto che restituiamo ai siciliani, lo vogliamo fare, con grande convinzione, proprio per porre fine a una stagione di ambiguità su cui la Corte Costituzionale ha finalmente messo una pietra tombale”. Lo dichiara Cristina Ciminnisi facendo chiaro riferimento al pronunciamento di quest’anno in cui si sancisce che il divieto di edificabilità entro 150 metri dal mare è valido per tutti sin dal 1976 ed è norma ineludibile. Alvano, segretario di Anci Sicilia, sottolinea che “abbattere un immobile costa, ed è evidente che nella situazione attuale i comuni non si possono permettere di attingere a risorse del proprio bilancio”. Il segretario Anci Sicilia spiega che le amministrazioni comunali “lo fanno se hanno un capitolo dedicato”.
Negli ultimi 35 anni abbiamo perso centinaia di chilometri di costa
“Negli ultimi 35 anni, nonostante i vincoli di inedificabilità assoluta, i vincoli paesaggistici e i vincoli idrogeologici, abbiamo perso centinaia di chilometri di costa; quasi il 9% dei 1.088 chilometri di costa siciliana sono stato depredati e degradati – afferma Tommaso Castronovo – a causa della costruzione di immobili abusivi e anche della cementificazione legale, quindi dobbiamo fare di tutto per restituire la naturalità a questi nostri luoghi bellissimi a partire dalle spiagge fino alle aree protette che sono anche loro colpite da questa piaga dell’abusivismo e dare un segnale importante ai cittadini onesti”.
Con 5 milioni di euro si potrebbero abbatte circa 180 immobili
Tra il 2003 ed il 2024, secondo i dati forniti da Legambiente Sicilia, si è ridotto al 19% l’abbattimento di immobili colpiti da ordinanze di demolizione. L’incremento del fondo, da 550 mila euro a 5 milioni di euro, consentirebbe la demolizione di circa 180 immobili oggetto di ordinanze in più ogni anno, almeno nel triennio di finanziaria 2026-2028. Gli ultimi dati sui Comuni in dissesto finanziario e su quelli in pre dissesto, già forniti da Anci Sicilia e dei quali il nostro giornale ha dato notizia, fotografano l’impossibilità delle amministrazioni di procedere alle demolizioni, incoraggiando al contempo nuovo abusivismo edilizio.

