Accademia Rifiuti Zero, nuova sede a Calatafimi - QdS

Accademia Rifiuti Zero, nuova sede a Calatafimi

Pietro Vultaggio

Accademia Rifiuti Zero, nuova sede a Calatafimi

mercoledì 02 Marzo 2022

La presidente dell’unica sede siciliana, Patrizia Lo Sciuto, intervistata dal Quotidiano di Sicilia: “Organizzeremo corsi estivi su buone pratiche ma anche su scuola, giovani”

TRAPANI – La provincia di Trapani sarà protagonista del progetto “Accademia Rifiuti Zero Mediterraneo – La Scienza dei Cittadini” presentato venerdì 26 febbraio, in provincia di Lucca, e promosso dall’associazione Zero Waste Italy e dal Centro Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori (LU). Tre sedi scelte in tutta Italia, tra le quali spicca anche il Comune di Calatafimi Segesta, oltre che Napoli e Capannori (presso il Parco Scientifico).

Abbiamo contattato Patrizia Lo Sciuto, vice presidente di Zero Waste Italy.

Patrizia-Lo-Sciuto

Perché proprio Calatafimi come unica sede in Sicilia?
“Nel 2011 è stato il primo comune nella provincia di Trapani ad aderire alla strategia Rifiuti Zero, che impegna i comuni, con una delibera, a seguire le buone prassi di gestione dei rifiuti, dal riciclo, al compostaggio, dal riuso al consumo consapevole”.

La sede siciliana verrà diretta proprio da Lei.
“Organizzeremo anche corsi estivi (a partire dal 16 agosto) riguardanti non solo le buone pratiche applicative dei 10 passi verso Rifiuti Zero, ma anche altri temi quali la comunicazione, la scuola e l’educazione dei giovani, le arti visive e corporee, favorendo la rinaturalizzazione e la promozione della Rivoluzione Ecologica”.

Hanno aderito al progetto più di 40 persone, oltre a Paul Connett, professore emerito della St. Lawrence University di New York, ospite più volte a Trapani in numerose conferenze sul tema dei Rifiuti Zero, figura tra gli altri Derrick de Kerckove, il più stretto collaboratore di Marshall McLuhan (massimo studioso mondiale dei mass media), oltre a professori delle Università di Pisa, Firenze, Catania e Napoli. “Temi portanti del progetto sono la facilitazione degli scambi tra i popoli delle coste del Mediterraneo, per promuovere una cultura di pace solidale ed accogliente in grado di tutelare i diritti e la tutela della biodiversità degli ecosistemi marini, minacciati in primis dalle plastiche – si legge nella nota stampa. Ricordiamo che ogni anno finiscono nel Mediterraneo circa 230 mila tonnellate di plastiche. Più della metà proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e 10% alla Turchia”.

Lo Sciuto sottolinea: “L’obiettivo cardine è connettere i saperi formali con i saperi informali e le competenze della cittadinanza attiva e con le tradizioni culturali dei territori. Partiamo dai rifiuti, da ciò che allontaniamo ogni giorno dalle nostre vite con ripugnanza, disinteresse e distrazione, non c’è nulla che non lasci una traccia del suo passaggio o della sua presenza in natura. Noi dobbiamo decifrare e interpretare queste ‘reliquie’ della società per favorire un processo di trasformazione. Sono orgogliosa che il nostro territorio accoglierà studenti, professori, ricercatori, cittadini attivi con l’obiettivo di generare una revisione culturale che ci permetta di approfondire, riflettere e far emergere un pensiero critico”.

Abbiamo contattato anche il Primo Cittadino di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso: “È un grande privilegio poter essere una delle tre sedi dell’Accademia e poter ospitare personalità ed amministratori al fine di condividere le buone pratiche ed inserire il Comune in un ruolo virtuoso sul tema differenziata. Nel nostro territorio sorgerà un centro di riuso tramite un progetto internazionale Italia-Tunisia, un’area di compostaggio in una zona confiscata alla mafia ed in fase conclusiva anche un centro comunale di raccolta. Sono tutti impegni presi dalla Città nel lontano 2011, quando l’Ente ha aderito alla strategia Rifiuti Zero, e che concretamente si stanno realizzando. Inoltre, negli scorsi mesi sono stati richiesti al ministero della transizione ecologica due ulteriori progetti, uno riguarda i mastelli con il microchip al fine di avviare la tariffazione puntuale e l’altro comprende la macchina mangia plastica (un decreto che ha già raggiunto il finanziamento)”.

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