Evitare una “guerra tra poveri”. Ѐ l’obiettivo dei Comuni siciliani più esposti agli sbarchi e al soccorso di migranti, che si trovano a dover scegliere tra mantenere in vita la macchina dell’accoglienza – con tutte le spese, umane ed economiche, comporta – e trovarsi costretti ad affrontare l’ombra del dissesto e della crisi.
Le difficoltà del territorio, così come il taglio dei fondi statali per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (Msna), sono state al centro di un incontro in videoconferenza, indetto da Anci Sicilia e al quale hanno partecipato 70 Comuni siciliani direttamente impegnati nell’accoglienza. Presenti anche Gian Guido D’Alberto, sindaco di Teramo e responsabile nazionale Anci per l’immigrazione, e Camilla Orlandi, capo area del dipartimento nazionale Immigrazione di Anci.
Accoglienza migranti, il taglio dei fondi ai Comuni Siciliani
Il Fondo nazionale per l’accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati è da anni uno strumento fondamentale per la gestione dei migranti minorenni soli. In una lettera del 12 giugno 2025 presentata al Governo dall’Anci, l’Associazione aveva già espresso preoccupazione per il “drastico taglio delle risorse” previste dal Fondo per i Comuni.
Il dato: “Le cifre non rimborsate per il biennio 2023/2024 – stimate in oltre 190 milioni di euro – e la stima di copertura rifatta dal 2025 al 35% del totale dei costi che dovrebbero sostenere i Comuni rischiano di compromettere gravemente la tenuta finanziaria di numerosi enti locali”. Una situazione ritenuta “assolutamente insostenibile” per i Comuni siciliani, già piuttosto fragili e “oggi costretti a trovarsi di fronte a una scelta drammatica: mantenere in vita le comunità di accoglienza o dover dichiarare il dissesto finanziario“.
L’appello
I Comuni siciliani non ci stanno e lanciano un appello urgente alle Prefetture dell’Isola, al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano, affinché si individuino “risposte condivise” per evitare una “guerra tra poveri“, dove “a pagare il prezzo più alto sarebbe il sistema delle comunità di accoglienza, che rappresentano non solo un presidio sociale fondamentale, ma anche una ricchezza occupazionale per i territori”.
Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia, commenta in videoconferenza: “Chiediamo il coinvolgimento diretto del Governo regionale e delle Prefetture dell’Isola al Tavolo nazionale che vede la partecipazione di Anci, del ministero dell’Interno e del ministero dell’Economia, in modo tale da poter individuare tempestivamente una soluzione per questa vicenda: reperire le risorse necessarie a coprire gli oneri sostenuti dal 2023 fino a oggi e, per il futuro, garantire che tutte le comunità che si occupano di accoglienza dei minori possano rientrare all’interno del Sai, potendo così contare su risorse finanziarie certe. Servono risorse immediate per garantire sia la continuità dell’accoglienza sia la tutela dei minori, che devono essere sempre e comunque protetti”.
I numeri
L’accoglienza dei migranti minori non accompagnati – categoria numerosa, variegata e particolarmente fragile – è un argomento fondamentale nella gestione del fenomeno migratorio, in Sicilia come nel resto d’Italia. I MSNA che hanno fatto ingresso in Italia nel giugno 2025 sono stati in tutto 1.240, oltre il 50% di loro è arrivato attraverso uno sbarco. Per oltre 600 di loro, la prima regione di ritrovamento – nella quasi totalità dei casi in seguito a uno sbarco – è la Sicilia. Questo dato soltanto indica quanto sia fondamentale garantire il sostegno delle autorità locali e nazionali per reggere il sistema dell’accoglienza: la parte umana c’è – con i soccorritori in mare, le forze dell’ordine al servizio dello Stato e gli operatori vari che operano intorno alle comunità -, ma anche quella economica è fondamentale affinché i Comuni possano gestire il fenomeno migratorio e una componente così delicata della popolazione straniera come i MSNA in maniera efficiente ed efficace.

