Acconciatori ed estetisti in crisi, protesta silenziosa a Palermo - QdS

Acconciatori ed estetisti in crisi, protesta silenziosa a Palermo

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Acconciatori ed estetisti in crisi, protesta silenziosa a Palermo

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giovedì 08 Aprile 2021

Confartigianato già a marzo aveva fatto appello al governo regionale per chiedere lo svolgimento del lavoro anche nelle zone rosse, a tutela della salute di cittadini e dell’economia del settore

Palermo viene dichiarata zona rossa e parrucchieri, barbieri ed estetiste sono costretti ad abbassare le saracinesche. Eppure Confartigianato già a marzo scorso aveva fatto appello al governo regionale affinché in sede di conferenza Stato-Regioni, per farsi portavoce col governo centrale e cancellare dal testo definitivo del nuovo Dpcm il provvedimento di chiusura per queste attività, consentendone lo svolgimento anche nelle zone rosse, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore.

Ma gli acconciatori non ci stanno e oggi, alcuni di loro, si sono resi protagonisti di una protesta silenziosa e nel rispetto dei distanziamenti anti Covid, per dire no alle chiusure. Con loro, in testa, Gino Sanfilippo, presidente della categoria acconciatori di Confartigianato Imprese Palermo.

“Dallo scorso anno i nostri saloni – dice
Sanfilippo – hanno investito e non poco, per rispettare tutti i protocolli di
sicurezza e per potere riaprire e proseguire l’attività nel pieno rispetto
delle norme, della clientela e degli operatori stessi. Per fare tutto questo hanno
sostenuto delle spese che, se non supportate da entrate, porteranno davvero
alla rovina per tutto il settore. La nostra voce non può continuare a rimanere
inascoltata. Abbiamo bisogno di lavorare. Non si può pensare che i contagi
avvengano in seno a determinate attività produttive, che invece lavorano in
condizioni massime di sicurezza”.

“Abbiamo sollecitato più volte la necessità di vaccinare gli operatori del settore benessere – dice Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato Palermo –. Riteniamo più costruttivo pensare ad una soluzione a monte per arginare il rischio dei contagi, piuttosto che mettere in ginocchio le nostre attività produttive. Acconciatori ed estetiste lavorano a stretto contatto con la clientela e riteniamo necessario offrire loro una corsia preferenziale tra le fasce della popolazione da vaccinare. Non capiamo inoltre il motivo per il quale – aggiunge Pezzati –, un settore che ha applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, debba oggi restare chiuso.

La nostra federazione nazionale, in questi giorni,
ha firmato con il Governo e le parti sociali l’accordo per la revisione del
Protocollo sulle misure di contrasto e contenimento della diffusione del
Covid-19 negli ambienti di lavoro e il Protocollo nazionale per le vaccinazioni
nei luoghi di lavoro. Questi strumenti devono potere consentire alle nostre
attività di lavorare e produrre, piuttosto che chiudere e fallire”.

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