Acconto Iva, c’è tempo fino al 27 dicembre - QdS

Acconto Iva, c’è tempo fino al 27 dicembre

Acconto Iva, c’è tempo fino al 27 dicembre

venerdì 10 Dicembre 2021

Resta ferma la possibilità per i ritardatari di fruire del cosiddetto “ravvedimento operoso”. Storico, previsionale oppure su operazioni effettuate: in ogni caso mediante modello F24

ROMA – Anche quest’anno, subito dopo Natale, i contribuenti titolari di partita Iva sono tenuti a pagare l’acconto Iva. Scade, infatti, lunedì 27 dicembre il termine per pagare quest’altra forma di acconto relativamente all’anno 2021.

Si tratta di un adempimento che, dal 1991, si colloca proprio tra due delle festività più importanti dell’anno, Natale e Capodanno.

Il versamento va fatto scegliendo uno dei tre criteri appresso indicati:
1) Criterio “storico”. Si paga l’88% dell’imposta relativa al mese di dicembre dell’anno 2020 (o relativa al quarto trimestre dello stesso anno nel caso di contribuenti trimestrali);

2) Criterio “previsionale”. Si paga l’88% dell’imposta che si prevede risulterà dovuta per il mese di dicembre di quest’anno (o con la dichiarazione annuale nel caso di contribuenti trimestrali);

3) Criterio delle “operazioni effettuate”. Consiste nel versamento della somma (il 100%) risultante da una speciale liquidazione d’imposta (Iva sulle operazioni attive meno Iva sulle operazioni passive), relativa al periodo 1° dicembre-20 dicembre del 2021 e, per i trimestrali, 1° ottobre – 20 dicembre 2021, con l’obbligo di tener conto in questo caso, ai fini della determinazione dell’imposta “a valle”, non soltanto dell’Iva relativa alle operazioni effettuate in detto periodo e già registrate, ma anche di quella relativa alle operazioni non ancora fatturate e non ancora annotate sui registri non essendo scaduto il termine per l’emissione della fattura o per la registrazione.

La scelta del criterio da adottare, quindi, è legata ad un calcolo di mera convenienza economica. Comunque, come è evidente, tanto più si pagherà come acconto, tanto meno si pagherà come saldo.
Non è dovuto nessun acconto quando l’ammontare risulta inferiore a 103,29 Euro.

Il versamento si effettua sempre utilizzando il modello F24, segnando i seguenti “codici tributo”: 6013 per i soggetti mensili; 6035 per i soggetti trimestrali. È possibile pure pagare attraverso la compensazione. Non è ammessa, però, la rateizzazione.
L’ammontare dell’acconto, unitamente all’indicazione circa il metodo adottato per la sua determinazione, dovranno essere indicati poi in sede di dichiarazione annuale.

L’obbligo del pagamento non sussiste per i contribuenti che hanno iniziato l’attività nel corso del 2021, nonchè per quelli che hanno cessato l’attività entro il 30 novembre 2021, se mensili, oppure entro il 30 settembre 2021, se trimestrali.
Sono pure dispensati dall’acconto i contribuenti che applicano il regime dei “minimi” o il regime forfettario, gli agricoltori in regime di “esonero” ed i contribuenti che svolgono attività spettacolistiche o di “intrattenimento” con l’applicazione del regime speciale.

Il mancato versamento di quanto dovuto a titolo di acconto comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pari al 30% e degli interessi.
Resta ferma la possibilità dei ritardatari di fruire del cosìddetto “ravvedimento operoso” secondo le diverse tipologie esistenti che tengono conto del ritardo con il quale viene pagato il tributo unitamente alla sanzione (ridotta) ed agli interessi.

Le sanzioni da pagare con il “ravvedimento” sono le seguenti:
a) lo 0,1% per ogni giorno di ritardo, se il pagamento avviene entro 14 giorni dalla scadenza;
b) 1,50 % se avviene tra il 15^ ed il 30^ giorno dalla scadenza;
c) 1,67% se avviene entro 90 giorni dalla scadenza;
d) ed il 3,75% se il pagamento avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione (quindi, per l’acconto Iva 2021, entro il 30 aprile 2022).

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