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Acireale, l’iter per il depuratore in zona San Girolamo va avanti: ok dalla Cts e dall’Autorità di Bacino

Acireale, l’iter per il depuratore in zona San Girolamo va avanti: ok dalla Cts e dall’Autorità di Bacino
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La prima notizia che testimonia come il percorso amministrativo stia proseguendo risale all’11 aprile.

“Chi ha stabilito il posizionamento, e non è stato il commissario Fatuzzo, non ha ben studiato il territorio. È chiaro che un depuratore all’interno di una fascia di rispetto del Parco archologico, come dice la norma, non può essere allocato e chi lo ha fatto si è sbagliato”. Era il 28 marzo quando il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, commentava così la notizia del rilascio di un paio di pareri negativi al progetto di realizzazione dell’impianto di trattamento dei reflui in contrada San Girolamo, nella parte sud della città.

In molti hanno pensato che quelle dichiarazioni dovessero far calare il sipario sulla proposta sviluppata negli ultimi sei anni. Ma così non è stato. Come verificato dal Quotidiano di Sicilia, l’iter amministrativo per arrivare alle autorizzazioni necessarie alla costruzione del depuratore, verso cui dovrebbero confluire i reflui di quasi una decina di centri del comprensorio, non si è mai interrotto. Anzi, nelle ultime settimane ha compiuto passi in avanti proseguendo nella direzione indicata nel 2019 dall’allora commissario unico per la depurazione Enrico Rolle.

Compatibilità ambientale

La prima notizia che testimonia come il percorso amministrativo stia proseguendo, al netto delle perplessità seguite ai pareri contrari del Parco Valle dell’Aci e della Soprintendenza che ritengono incompatibile la presenza di un depuratore in un’area che ricade in zona C del sito archeologico, risale all’11 aprile.

Quel giorno, la commissione tecnica-specialistica della Regione ha prodotto il parere definitivo con cui è stata dichiarata la compatibilità a livello ambientale del progetto, a patto di rispettare una serie di condizioni. Sono 19 le prescrizioni a cui bisognerà attenersi nelle fasi precedenti e successive all’allestimento del cantiere e all’entrata in funzione dell’impianto.

Il parere è servito anche a dare l’ok alla valutazione di incidenza ambientale e a stabilire la conformità con le previsioni di legge del piano delle terre e rocce da scavo.

La palla adesso passerà al dipartimento Ambiente, che, sulla scorta di quanto stabilito dalla Cts, dovrebbe rilasciare il decreto di Via.

Cosa accadrà dopo

Incassata la valutazione d’impatto ambientale, per il Commissario nazionale per la depurazione – struttura oggi guidata da Fabio Fatuzzo – il passo successivo sarà attendere l’indizione dell’ultima conferenza di servizi, quella che avrà come traguardo il rilascio del Paur, il provvedimento amministrativo unico regionale.
In quella sede, i pareri contrari del Parco e della Soprintendenza torneranno in gioco. I due enti hanno già comunicato la propria opposizione alla localizzazione dell’impianto in due occasioni: a ottobre e a febbraio.

Anche il Comune di Acireale, a febbraio, ha dato un parere “non favorevole alla proposta progettuale. Tuttavia, poco dopo, il sindaco Barbagallo e il dirigente dell’ufficio Ambiente Nicola Russo hanno chiarito, con una nota inviata alla Regione, che “il suddetto parere non è da riferirsi quale parere non favorevole alla localizzazione dell’impianto, ma alla tipologia di progetto per il quale questo ente ha condiviso le criticità poste in risalto dall’ente Area marina protetta Isole dei Ciclopi”.

Via libera dall’Autorità di Bacino

Un altro nulla osta, intanto, è arrivato dall’Autorità di Bacino, dipartimento che fa capo alla Presidenza della Regione. In questo caso si tratta dell’autorizzazione idraulica per la costruzione dell’impianto. Il provvedimento, che è stato emanato il 5 maggio scorso, ripercorre parte del progetto concludendo la valutazione positivamente.

“Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto di depurazione in località San Girolamo e il convogliamento del refluo depurato, tramite un condotto emissario, sotto costa in località Gazzena, poco a nord di Capo Mulini per essere poi allontanato a mare con una condotta sottomarina”, viene ricostruito nel documento.

Nello stesso si specifica che “l’interferenza del tracciato del collettore emissario con il torrente Platani, che nel tratto interessato scorre in un canale in calcestruzzo, viene risolta con l’attraversamento in subalveo mediante tecnologia del microtunneling” e che “per garantire l’integrità del fondo di scorrimento del torrente è stato previsto il consolidamento della base del canale per una lunghezza di sei metri in corrispondenza dell’intersezione con la condotta, al fine di irrigidire localmente il canale e preservarlo da possibili danneggiamenti causati dagli effetti indotti dalla trivellazione”.

Nessun problema, invece, in merito alla vicinanza del depuratore dal torrente. “Le aree immediatamente adiacenti il corso del Lavinaio Platani sono censite come inondabili con pericolosità elevata, ma il sito di progetto dell’impianto è esterno a tali aree”.

I fondi e le infrazioni Ue

Della necessità di realizzare un depuratore ad Acireale si parla da quasi quarant’anni. Fino a poco più di un lustro fa, il tema si era sempre arenato all’interno del dibattito cittadino con la politica locale incapace di individuare il luogo in cui costruire un impianto fondamentale per evitare di sversare i reflui a mare, ma che alla fine nessuno vorrebbe avere troppo vicino. La storia, che ruota attorno anche a finanziamenti per circa trecento milioni di euro e all’esigenza di superare l’infrazione comunitaria che pesa economicamente sulle casse delle istituzioni pubbliche, sembrava essere arrivata a una svolta con l’entrata in gioco della struttura commissariale. Tuttavia, la strada continua a non essere in discesa, anche se forse è meno in salita rispetto a quello che si credeva fino a qualche settimana fa.