Acireale, presentato "La mano del padrone" di Filippo Anastasi

Acireale e i fantasmi del passato in “La mano del padrone”. Anastasi: “Ho aperto il mio cuore”

Acireale e i fantasmi del passato in “La mano del padrone”. Anastasi: “Ho aperto il mio cuore”

Marco Cavallaro  |
venerdì 28 Giugno 2024

Per l'occasione, alla presentazione del romanzo di Filippo Anastasi erano presenti nella figura di relatori il direttore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua e il giornalista/conduttore televisivo Michele Cucuzza

All’interno del prestigioso Palazzo del Turismo di Acireale, nella serata di oggi (venerdì 28 giugno) è andata in scena la presentazione de “La mano del padrone”, romanzo scritto e ideato dal noto giornalista Filippo Anastasi. Nelle sue 126 pagine, l’autore vaga tra le strade di Acireale e le frazioni vicine, come la marittima Santa Maria la Scala. Chiaramente, senza dimenticare la regina del catanese: l’Etna. Nel suo racconto – composto da tre macroaree quali la figura della donna, il patriarcato e la ludopatia (fattori molto comuni nel passato di Acireale e non solo) – Anastasi catapulta il lettore in un’altra epoca, analizzando sapori e dissapori di una terra magica.

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Per l’occasione, alla presentazione del romanzo di Filippo Anastasi erano presenti nella figura di relatori il direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua e il giornalista/conduttore televisivo Michele Cucuzza. Inoltre, presenti all’evento anche l’assessore alla Cultura Enzo Di Mauro e Roberto Barbagallo, sindaco della città di Acireale.

“La mano del padrone”, gli interventi di Tregua e Cucuzza

Dopo una breve introduzione dell’evento affidata a Barbagallo e Di Mauro, a prendere la parola è stato Carlo Alberto Tregua, direttore del QdS e relatore del romanzo “La mano del padrone” insieme al collega Michele Cucuzza. “Sono molto lieto di essere qui al fianco di Filippo Anastasi, non solo per l’antico legame che mi lega a lui. Soprattutto, sono contento di questo momento perchè mi ha molto incuriosito questo libro di 126 pagine che si legge in appena un’ora e un quarto. Dalla lettura, ci sono stati alcuni spunti che mi hanno colpito particolarmente: parlo della maestria con cui questo libro è stato scritto e dal tono narrativo utilizzato, quando ho finito ho pensato fosse un peccato. Inoltre, mi ha colpito la descrizione dei personaggi… è veramente straordinaria”.

A seguire, anche il breve invito alla cultura da parte dell’altro relatore del romanzo di Anastasi, Michele Cucuzza: “La cultura è fondamentale, oggi spesso si parla senza conoscere. Una persona su tre ha un tipo di approccio verso questa direzione e non va bene”. Sul romanzo, invece, Cucuzza spiega: “Questo libro è una saga siciliana meravigliosa che racconta la storia di una famiglia del secolo scorso. Mi ha fatto molto piacere leggere e ritrovare luoghi a me cari come la Timpa, Santa Maria la Scala, l’Etna, Piano d’Api. La mano del padrone è un bellissimo libro che invito a leggere a chiunque di voi” – conclude Cucuzza.

L’autore Filippo Anastasi: “Romanzo pensato da una vita”

A chiudere l’evento, infine, il protagonista della serata: Filippo Anastasi. Storico giornalista della Rai e molto legato al territorio acese, l’autore de “La mano del padrone” ammette: “Prima di parlavi del libro, devo aprirvi il mio cuore. Ho fatto migliaia di ore di diretta, difficilmente mi sono emozionato. Ma oggi sì, lo sono. Provo grande affetto per la città che mi sta facendo una festa, mi sta facendo un regalo. Sono felice, vi ringrazio molto di questa dedica che avete organizzato per me”.

Sull’opera, invece: “L’ho pensato per una vita, ma ci ho messo 20 giorni a scriverlo. Sono abbastanza sintetico come tutti i giornalisti, ho scritto 126 pagine ma credo che il romanzo sia piccolo e compiuto, intenso. Ho voluto raccontare storie che ho vissuto qui, in questo territorio. Oppure storie che mi hanno raccontato sempre qui, ancora in questo territorio. Tutto ciò che viene scritto è vero, c’è un filo invisibile che divide realtà da racconto. Ho descritto con estrema minuzia ciò che mi ha regalato la mia professione, parlando di ciò che c’è o che potrebbe esserci”.

Come spiegato dall’autore, “La mano del padrone” è, in sintesi, un volume che unisce storia, usi e costumi passati di una terra (Acireale e la Sicilia) e di un Paese (l’Italia) che, anche al giorno d’oggi e nonostante la costante evoluzione, continua (in qualche caso) a combattere con alcuni fantasmi del lontano vissuto.

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