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Acoset, investimento da 12 milioni di euro per ammodernare la rete idrica

Acoset, investimento da 12 milioni di euro per ammodernare la rete idrica
forum Giovanni Rapisarda (acoset)

Forum con Giovanni Rapisarda, presidente Acoset Spa

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice direttore Raffaella Tregua, il presidente di Acoset Spa, Giovanni Rapisarda.

Quali sono le caratteristiche e i numeri della rete idrica di competenza di Acoset?
“La rete idrica gestita da Acoset si estende per oltre 1.500 chilometri, coprendo 21 comuni dell’area pedemontana etnea e servendo una popolazione di circa 300.000 abitanti. La distribuzione dell’acqua avviene attraverso una rete di adduzione e distribuzione che preleva la risorsa da pozzi, sorgenti e impianti di accumulo”.

Le condizioni di tale infrastruttura consentono di garantire ai comuni da voi coperti un servizio efficiente?
“Attualmente, una parte della rete presenta criticità legate all’età della stessa, con condotte risalenti anche agli anni Sessanta e Settanta del secolo appena trascorso, realizzate in materiali ormai obsoleti come la ghisa grigia e l’acciaio zincato. La percentuale media di perdite idriche si attesta attorno al 40%, in linea con la media nazionale, ma è comunque un dato su cui stiamo intervenendo con azioni mirate”.

Quali sono, in particolare, le strategie che avete adottato per limitare questi disagi legate alle perdite idriche?
“Per migliorare l’efficienza, negli ultimi anni abbiamo implementato un sistema di telecontrollo basato sulla cosiddetta tecnologia Scada (Controllo di supervisione e acquisizione dati, ndr) che ci consente di monitorare in tempo reale le portate, le pressioni e i parametri qualitativi dell’acqua, individuando tempestivamente eventuali anomalie e guasti”.

Vi sono ulteriori progetti in campo per ripristinare le condotte e ridurre di conseguenza le dispersioni?
“Acoset ha avviato un piano di ammodernamento infrastrutturale articolato su diversi livelli, con priorità per la sostituzione delle condotte vetuste e i tratti maggiormente soggetti a perdite ricorrenti. Stiamo adottando tubazioni in polietilene ad alta densità (Pead) e ghisa sferoidale, materiali più resistenti e meno soggetti a fenomeni di corrosione e rotture. Puntiamo inoltre sulla distrettualizzazione della rete: la suddivisione del sistema idrico in distretti con valvole di regolazione per stabilizzare le pressioni ed evitare picchi che possono causare danni alle tubature. L’implementazione di tecnologia innovativa avviene inoltre con l’utilizzo di contatori digitali (Smart meter reading)”.

Quali risorse utilizzerete per effettuare tali indispensabili invertenti?
“Si tratta di risorse provenienti dal Pnrr e dal Por Fesr Sicilia, per un investimento totale di circa 12 milioni di euro destinati all’efficientamento idrico nei prossimi tre anni. I progetti sono in fase di esecuzione. Queste misure puntano a ridurre le perdite idriche di almeno il 10-15% nei prossimi cinque anni, garantendo un servizio più efficiente e sostenibile. Conclusa la mappatura di tutte le reti in formato digitale, seguirà la sostituzione. Inoltre, il Comune di Belpasso si è aggiudicato un finanziamento regionale per la riattivazione di un grande serbatoio mai collegato. I lavori di riqualificazione saranno realizzati da Acoset. Servirà zone della città che hanno difficoltà di approvvigionamento, ma sarà fondamentale per regolare tutta la distribuzione complessiva all’interno della rete”.

Acoset, investimento da 12 milioni di euro per ammodernare la rete idrica

Verso il passaggio al gestore unico Sie garantendo la continuità del servizio

Quali competenze resteranno ad Acoset dopo il passaggio al gestore unico dell’acqua, la Sie?
“Il processo di transizione verso il gestore unico d’ambito, la Società idrica etnea (Sie), è disciplinato dalla normativa nazionale sul Servizio idrico integrato, con il Decreto legislativo 152/2006, e prevede l’accentramento della gestione sotto un’unica entità. Acoset mira a mantenere un ruolo centrale nella fase di transizione e potrà contribuire con la propria esperienza tecnica nelle attività di gestione operativa, manutenzione e controllo delle reti, nonché nell’ambito della digitalizzazione. Il passaggio sarà attuato in modo graduale, con l’obiettivo di garantire la continuità del servizio senza impatti negativi sugli utenti e sul personale, che per noi rimangono la priorità”.

Sono previste nuove assunzioni nel corso di quest’anno?
“Il processo Sie, senza alcun dubbio, potrebbe influenzare le strategie di assunzione, motivo per cui le scelte di merito verranno fatte in maniera pianificata e condivisa. L’inserimento di nuovo personale dipenderà dalle necessità operative e dai piani di investimento. Il personale di Acoset potrebbe essere assorbito dal nuovo gestore, con modalità definite. Certamente, in qualsiasi ipotesi, il potenziamento del settore manutentivo è una priorità per accelerare gli interventi di riparazione e sostituzione delle infrastrutture. Oggi il bilancio 2024 di Acoset è da approvare ed è un bilancio migliorativo. Siamo stati bravi a uscire dalla salvaguardia. Il bilancio è in utile di circa 300 mila euro dai primi conteggi. Entro il 30 giugno verrà approvato in assemblea. I nostri dipendenti sono inferiori a 90 unità, siamo al di sotto del 50 per cento del nostro fabbisogno e sono composti per lo più da amministrativi. Dovrebbero essere invece pari a quelli che lavorano per la società all’esterno degli uffici”.

Sul territorio di Catania è rilevata una particolarità: la presenza di numerosi acquedotti…
“Quello di Catania è un caso: solo in provincia ci sono 61 acquedotti differenti. Se ne parla pochissimo. Sopravvivono perché fanno utenza e in parte forniscono acqua ai gestori più grossi. Per il gestore unico, mettere insieme 61 acquedotti e la gestione dei singoli comuni non sarà semplice. Andare a capire chi deve cedere cosa sarà complesso. Non è escluso che alcuni potrebbero scomparire con l’arrivo del gestore unico”.

Meno timori per l’estate ma la guardia resta alta

L’inverno piovoso di quest’anno, unito all’abbondante presenza di neve sull’Etna, ci permetterà di passare una stagione estiva senza timore di una nuova crisi idrica?
“Non si è mai tranquilli, è un dato di fatto. Può esserci l’acqua ma anche un blackout che non ne permette l’arrivo. Abbiamo registrato un netto miglioramento sulle falde in superficie, ma servono circa sei-sette mesi per vedere se c’è stato un miglioramento delle falde. Le abbondanti precipitazioni invernali e il notevole accumulo nevoso registrato sull’Etna nei primi mesi dell’anno rappresentano un elemento positivo per la disponibilità delle risorse idriche. Secondo le stime, il livello delle falde ha registrato un incremento rispetto alla media degli ultimi anni, garantendo una maggiore riserva d’acqua per il periodo estivo. Tuttavia, la gestione della risorsa idrica non dipende solo dalla disponibilità naturale, ma anche dalla capacità di captazione, accumulo e distribuzione”.

Quali sono, dunque, le soluzioni al problema?
“La crisi idrica non si risolve solo con un inverno particolarmente piovoso. L’emergenza esiste ed è a livello mondiale. Acoset sta lavorando per ottimizzare l’uso degli impianti di accumulo e per migliorare la gestione delle portate, in modo da garantire una fornitura stabile nei mesi di maggiore consumo. Resta però sempre fondamentale un approccio responsabile da parte dell’utenza, con azioni mirate al risparmio idrico, come l’adozione di sistemi di irrigazione efficienti e la riduzione degli sprechi domestici”.