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Acqua e Pnrr, se anche la spesa è un colabrodo. Al Sud pagato meno di un intervento su quattro

Acqua e Pnrr, se anche la spesa è un colabrodo. Al Sud pagato meno di un intervento su quattro
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A un anno dalla scadenza attuazione Pnrr incompleta. Erogazioni agli operatori ferme al 23% contro il 40% del Nord. E resta il nodo della frammentazione gestionale

ROMA – Per anni parlare del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il famigerato Pnrr, ha rappresentato nel dibattito pubblico un modo per descrivere un futuro prossimo ricco di opportunità e sviluppo. La promessa di poter usufruire di tanti soldi, così come non si vedeva da decenni, per colmare i gap che a macchia di leopardo – ma con una preponderanza sul Sud – caratterizzano il Paese, ha rinvigorito le speranze anche dei più pessimisti. Il calendario adesso segna però settembre 2025 e dunque, guardando alle scadenze in cui dovranno essere tirate le somme, in molte circostanze indica che per completare gli interventi finanziati c’è a disposizione, in molti, casi meno di un anno.

Tra i settori su cui si è particolarmente puntato nella distribuzione delle risorse concesse dall’Ue, ma a patto di rispettare accordi e tempistiche, c’è quello idrico. Il governo italiano dal 2024 ha riconosciuto l’emergenza siccità per la Sicilia, ma sono tutte le regioni che, in modi diversi, a essere interessati da bisogni che si legano alla gestione dell’acqua: da quella destinata all’uso umano a quella da utilizzare in agricoltura…

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