Acque di balneazione eccellenti? In Sicilia i conti non tornano - QdS

Acque di balneazione eccellenti? In Sicilia i conti non tornano

Acque di balneazione eccellenti? In Sicilia i conti non tornano

venerdì 12 Giugno 2020

Secondo Snpa il mare balneabile è in ottime condizioni, ma nell’Isola mancano i dati di tre province. E nella nostra regione oltre 250 agglomerati sotto infrazione per la mancata depurazione

PALERMO – La stagione balneare siciliana entra nel vivo, dopo la sospensione a causa dell’emergenza Covid-19 e l’avvio dello scorso 6 giugno, con contestuale estensione delle concessioni demaniali fino al 31 dicembre del 2033, in seguito a una firma dell’assessore regionale al Territorio e ambiente, Totò Cordaro, sul decreto attuativo.

Intanto il mare di Sicilia tanto adorato dai turisti è stato analizzato dal Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente, che racchiude la rete delle Agenzie dell’Ambiente regionali (Arpa). Lo stato di “eccellente” è stato certificato per circa il 90% del totale analizzato, peccato che manchino ancora i dati di tre province e che il livello “scarso” risulti essere il terzo più elevato d’Italia in valore assoluto e statistico.

IL DECRETO
A definire le regole del campionamento e il metodo di pubblicazione dei dati è stata l’Europa con la direttiva 2006/7/CE, poi attuata in Italia col decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010. Inoltre, il Decreto legislativo 30 maggio 2008, n.116, che ha recepito la Direttiva 2006/7/CE, prevede che tutte le acque di balneazione siano classificate almeno “sufficienti” e che le regioni siano tenute ad adottare “misure appropriate per aumentare il numero delle acque di balneazione classificate di qualità ‘eccellente’ o ‘buona’”.

LA STAGIONE 2020
Per l’attuale stagione balneare, facendo riferimento ai dati 2016-2019, le varie agenzie regionali hanno monitorato circa seimila chilometri di mare che bagnano le coste del nostro Paese, distribuiti in quasi quattromilacinquecento “acque di balneazione”. Ci sono due indicatori di contaminazione fecale da monitorare per la protezione umana: enterococchi intestinali e eschirichia coli. In una stagione balneare le agenzie ambientali effettuano oltre 24.000 campionamenti e altrettante analisi di laboratorio per “determinare la presenza dei due parametri microbiologici che indicano la qualità dell’acqua di balneazione, per un totale, quindi, di oltre 48.000 determinazioni analitiche”.

PUGLIA E SARDEGNA PERFETTE
Per il 2020, ci sono stati più di cinquemilaequattrocento chilometri di acque di balneazione delle costa italiana classificate con la classe più elevata, cioè “eccellente”, circa il 95% di tutte quelle classificate. In cima alla classifica ci sono Sardegna e Puglia, con il 99,7% di chilometri di coste balneabili “eccellenti”, un risultato straordinario confermato dal fatto che sono tra le regioni con la maggior estensione di costa, rispettivamente a 1.400 km e quasi 800.
Poco dietro si trovano altre nove regioni che registrano oltre il 90% di chilometri di acque di balneazione eccellenti: Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Sicilia. Per l’Isola, tuttavia, c’è un grande buco: il dato è relativo a 5 province su 8, non essendo stato possibile, al momento, reperire la classificazione delle acque di balneazione per le province di Agrigento, Catania e Messina.

IL DETTAGLIO SICILIANO
La Sicilia ha fatto registrare il 91,8% di acque in qualità “eccellente”, seguito da “buona” al 5,1% e quindi sufficiente (0,3%) e scarsa (2,8%). Quest’ultimo dato, ad eccezione dell’Abruzzo (6%) e della Campania (3,3%), risulta essere il peggiore risultato italiano.

IL CASO SICILIANO
La Sicilia non spicca per la grande qualità delle sue acque e, in generale, del suo sistema marittimo. Le ultime bandiere blu, un riconoscimento che premia le acque pulite e il maggior rispetto per l’ambiente, hanno riguardato 195 comuni, 407 spiagge e 75 approdi turistici. La Sicilia, che è la seconda regione d’Italia per lunghezza della costa, ha visto premiare appena 8 località, circa un quarto rispetto al risultato della Liguria (32) che di costa ne detiene appena 350 chilometri.

Non solo. Come abbiamo scritto nell’inchiesta di mercoledì scorso (leggi qui), la Sicilia è la principale destinataria delle procedure europee per il mancato risanamento delle acque, con molti comuni siciliani che sversano i reflui direttamente a mare. Complessivamente ci sono 265 agglomerati coinvolti in bene quattro procedure di infrazione, di cui una già in sentenza di condanna, con una sanzione complessiva da 30 milioni l’anno a carico di Regione e amministrazioni. Ma non finisce qui: “Una quinta procedura d’infrazione a carico dell’Italia – si legge in un documento inviato al QdS della Struttura commissariale sulla depurazione – potrebbe riguardare altri 50 agglomerati siciliani, che supererebbero quindi quota 300”. Insomma, la situazione delle acque di Sicilia è tutt’altro che eccellente.

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