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Acque potabili in Sicilia, i riscontri preoccupano: 9 sforamenti per fosfati, 7 di coliformi: trovati anche manganese e solfati

Acque potabili in Sicilia, i riscontri preoccupano: 9 sforamenti per fosfati, 7 di coliformi: trovati anche manganese e solfati
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Dall’ultimo monitoraggio di Arpa su 12 corpi idrici superficiali trovati tanti valori fuori tabella

L’acqua potabile in Sicilia è sempre più a rischio. Sono tanti, troppi, i valori rilevati negli ultimi controlli effettuati da Arpa Sicilia, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che sforano dagli “intervalli” considerati ammissibili.

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I rilevamenti sono stati effettuati sulle acque superficiali, destinate alla produzione di acqua potabile, e i dati sono stati caricati in questo 2025 sul geoportale delle acque interne Webgis “Monitoraggio delle acque superficiali interne”, che permette di consultare i dati relativi alle acque destinate alla potabilizzazione, dal 2017 in poi. Sono stati monitorati 12 corpi idrici destinati alla produzione di acqua potabile e tutti sono risultati non conformi alle classificazioni previste.

Le non conformità

Le principali non conformità rilevate riguardano i fosfati, per i quali è stato registrato il superamento dei limiti in 9 corpi idrici; quindi, i coliformi totali, un gruppo di batteri presenti nell’acqua e nelle feci di animali e umani, oltre il limite in 7 corpi idrici. Altre criticità hanno interessato parametri, al di sotto del limite superiore imposto ma comunque da tenere sotto stretta sorveglianza, come il Bod5, che serve a calcolare la quantità di materiale organico disciolto nell’acqua; l’azoto Kjeldahl, che equivale alla somma di azoto organico, ammoniaca e ammonio; la salmonella, un batterio responsabile di gravi forme di infezioni gastrointestinali; il manganese, un metallo presente per l’erosione di rocce e terreni.

E ancora, gli Ipa, gli idrocarburi policiclici aromatici, elementi cancerogeni per l’apparato respiratorio; i solfati, che possono avere effetti lassativi e causare problemi gastrointestinali; gli streptococchi fecali, che causano gastroenteriti; i fluoruri, che in dose eccessiva possono causare problemi ai denti, disturbi alla tiroide e danni al sistema nervoso e alle ossa.

Anche i derivati dal benzene

In ultimo, i fenoli, derivati del benzene, possono essere corrosivi in caso di ingestione, per gli occhi, per la cute e per il tratto respiratorio. I fitosanitari monitorati non hanno mai superato le concentrazioni limite, ma in alcuni corpi idrici sono state riscontrate tracce fino a 7 diverse molecole. I risultati peggiori riguardano l’invaso Rosamarina, Piana degli albanesi e Jato, dove il numero di sostanze da monitorare non conformi è veramente elevato. In un quadro più generale, dei 12 invasi coinvolti nell’analisi, l’invaso DirilloRagoleto risulta non monitorabile per l’impossibilità di accesso al centro lago, mentre in 7 presentano uno stato ecologico sufficiente, e 4 hanno raggiunto un risultato buono. Per quanto riguarda lo stato chimico, invece, sono 3 gli invasi che non raggiungono la sufficienza: l’invaso Castello, Fanaco e Ancipa.

Come si effettuano le rilevazioni

L’attività di monitoraggio delle acque a specifica destinazione potabile, portata avanti da Arpa, comprende una fase prevalentemente di campo, con il campionamento e misura di parametri chimico-fisici con sonda multiparametrica, una fase di laboratorio, con analisi chimiche, microbiologiche e restituzione dei rapporti di prova, e una fase di processamento, che si concretizza nella raccolta e analisi dei dati ed espressione del giudizio di conformità e di qualità.