Acquedotto Consortile Biviere: regole e legalità gli ingredienti contro la crisi idrica - QdS

Acquedotto Consortile Biviere: regole e legalità gli ingredienti contro la crisi idrica

redazione

Acquedotto Consortile Biviere: regole e legalità gli ingredienti contro la crisi idrica

Roberto Greco  |
giovedì 05 Settembre 2024

L’Acquedotto Consortile Biviere, in un frangente segnato da siccità e razionamenti, è un esempio virtuoso di gestione del servizio. Intervengono al QdS il presidente e i rappresentanti dell’azienda

PALERMO – Il tema della siccità domina da troppo tempo le prime pagine dei giornali e il coro unanime riguarda il razionamento e la mancanza dell’acqua. Il QdS ha scoperto che, fortunatamente, non in tutta l’Isola queste sono le parole d’ordine.

L’Acquedotto Consortile Biviere è un esempio virtuoso

L’Acquedotto Consortile Biviere è un esempio virtuoso che, grazie al rispetto della normativa e al mantenimento della legalità, è riuscito a mantenere alto il suo livello di servizio all’utenza anche nella situazione di crisi attuale. L’ACB è stato istituito dal prefetto di Palermo nel 1932 a seguito della volontà manifestata dai Comuni di Palermo e Monreale di gestire il servizio idrico delle borgate di Malpasso, Villagrazia, Villaciambra, Molare e Aquino, borgate a quel tempo isolate dai rispettivi centri abitati.

Solo nel 1998, però, dopo un periodo d’inerzia dei comuni di Palermo e di Monreale, è avvenuta la trasformazione con l’approvazione dello statuto e dell’annesso schema di convenzione. Oggi l’ACB è accreditato all’Indice delle Pubbliche Amministrazioni alla categoria “Comuni e loro Consorzi e Associazioni”. L’erogazione dei servizi e i rapporti con i cittadini sono regolati dai seguenti principi fondamentali: eguaglianza, imparzialità del trattamento, continuità del servizio, efficacia ed efficienza oltre, non secondario, a partecipazione e trasparenza.

Il QdS ha incontrato Claudio Burgio, il presidente, Giacomo Ilardo, responsabile tecnico e Beatrice Tumminello, responsabile amministrativa, per farsi raccontare la loro ricetta. “Eroghiamo l’acqua a 2.000 famiglie, ossia circa 7.500 abitanti – ha raccontato il presidente Burgio – Il nostro modello di gestione è, tutto sommato, semplice e lineare. Siamo un ente pubblico e la nostra mission è quella di fornire acqua potabile al territorio di nostra competenza. Nel 2017 siamo riusciti a rinunciare alle quote associative dei comuni di Palermo e Monreale mantenendo in attivo il nostro bilancio. È chiaro che non solo vanno rispettate le regole ma, e soprattutto, è stato necessario mettere in atto una politica di riscossione efficiente”.

Qual è lo stato delle vostre condotte idriche?
“Le nostre condotte idriche – ci ha raccontato Ilardo – hanno un’età media di circa 40 anni e molte sono state ampliate nell’ultimo decennio, quelle relative al distretto Aquino-Molara e Villaciambra-Ceraulo. La manutenzione è uno dei nostri piccoli punti di forza perché interveniamo sia tempestivamente sia efficacemente attraverso il nostro personale evitando, così, il possibile collasso del sistema idrico. Eroghiamo circa 26 litri al secondo. L’approvvigionamento avviene sia dalla sorgente di Altofonte, fontana Grande, sia da un pozzo di nostra proprietà. Le verifiche di potabilità delle acque avvengono con frequenza almeno semestrale e con calendario definito con una ditta specializzata esecutrice delle analisi, nell’ambito dei controlli cui è tenuto ad adempiere l’Ente e senza alcun costo per l’utente”.

Più che il ripristino delle condotte avete, però, dovuto ripristinare la legalità…
“Sì – ha proseguito il presidente Burgio – abbiamo riscontrato che, spesso, la dispersione era dovuta non alla mancanza di manutenzione ma ad allacci abusivi. Abbiamo verificato che tutto il nostro personale avesse attivo un’utenza. Proprio di recente abbiamo denunciato all’autorità competente un allaccio abusivo che sottraeva alla comunità circa 150 metri cubi al giorno di acqua. Il danno è quantificabile in circa 40.000 euro a semestre e oggi la Polizia di Stato sta indagando per capire da quanto tempo questo allaccio era attivo e se l’acqua prelevata impropriamente sia stata venduta. Ovviamente il monitoraggio del territorio è un’attività costante e, qualora si riscontrasse un’anomalia, una ditta esterna effettua immediatamente lo smantellamento del sistema di prelievo abusivo e contemporaneamente si procede a denunciare alla Procura della Repubblica”.

Molte delle aziende di erogazione lamentano il non pagamento da parte degli utenti. Qual è la vostra situazione?
“Fortunatamente – ha spiegato Tumminello – la capacità dell’ente di far capire all’utenza quanto sia importante pagare regolarmente e nei tempi consentiti, ci ha permesso di raggiungere un ottimo risultato. In caso di mancato pagamento, come previsto dalla normativa vigente, procediamo al sollecito ordinario e, se dovesse servire, applichiamo le diverse sanzioni previste arrivando anche al distacco dell’utenza. Può sembrare strano, ma i nostri utenti hanno capito quanto pagare nei tempi previsti sia importante per la collettività. La fatturazione è effettuata con periodicità semestrale e decorre dal giorno in cui ha inizio l’erogazione del servizio. Le bollette relative ai periodi in cui non si rileva la lettura dei contatori sono calcolate in acconto sulla base del consumo storico-statistico del periodo precedente. Ovviamente abbiamo tariffe agevolate per la fascia di popolazione che soffre di fragilità economica. Gli utenti in condizioni economiche disagiate, o in precarie condizione mediche, possono inoltre accedere alla rateizzazione delle fatture”.

“Siamo riusciti – ha concluso il presidente Burgio – a far comprendere ai nostri utenti che non pagare le bollette genera un danno diretto a tutti i cittadini e che, qualora si accorgessero di situazioni di appropriazione indebita di acqua, è interesse loro denunciare. Poter contare sulla regolarità di pagamento dei nostri utenti ed eliminare fenomeni di illegalità ci permette, oggi, di realizzare investimenti sulla rete di distribuzione senza dover ricorrere ad aiuti esterni, sia dei comuni di Palermo e Monreale sia della Regione Siciliana”.

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