Via libera all'acquisizione dal Comune di Acireale: ecco gli interventi previsti.
Via libera dal Ministero dell’Interno all’acquisizione dell’area della Gazzena da parte del Comune di Acireale con i fondi Pnrr. La comunicazione porta la data del 27 giugno ed è un passo avanti importante per la realizzazione del progetto che una parte della comunità acese coltiva da decenni: la riserva della Gazzena finalmente pubblica e trasformata in parco fruibile dai cittadini e porta di accesso per la più famosa area della Timpa, pure questa riserva di difficile accesso.
Cos’è la Gazzena: la storia
La Gazzena è un’area costiera tra le frazioni di Capomulini e Santa Maria delle Grazie, che parte dalla Statale 114 e arriva fino al mare. Dal 1999 è riserva naturale e si è salvata dall’aggressione del cemento. Eppure rimane in gran parte di proprietà privata: oltre trenta ettari (la quasi totalità dell’area) sono della Dras Costruzioni, che l’acquistò nel 2005 per 3 milioni e mezzo di euro in un’asta fallimentare. Prima apparteneva a Gaetano Graci (uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa negli articoli del giornalista Pippo Fava) che però, nonostante un disegno di lottizzazione, non riuscì a costruirvi nulla grazie anche all’opposizione di una parte della cittadinanza di Acireale.
Negli ultimi 20 anni i tentativi delle amministrazioni pubbliche di comprare l’area sono sempre naufragati. Adesso però l’occasione buona sembra essere il Pnrr.
La “svolta” grazie al Pnrr
Nell’ambito dei Pui, i Piani urbani integrati, i Comuni di Acireale, Aci Catena e Aci Castello hanno presentato un progetto che ha avuto un finanziamento di 10,5 milioni di euro. Sono previste tante cose: cinque bike station con bici a pedalata assistita nella stazione di Acireale e in quella di prossima apertura di Aci Castello; un percorso ciclo perdonale dalla stazione di Acireale al PalaTupparello; una grande area pedonale lungo il waterfront di Aci Castello in prossimità del castello Normanno; viabilità alternative pedonali e ciclabili per unire Aci Castello e Acitrezza e decongestionare il traffico veicolare; la sistemazione di piazza Nino Martoglio nella località di Ficarazz; ad Aci Catena la riqualificazione di alcune aree degradate del quartiere di edilizia popolare Rua e la realizzazione di una nuova caserma dei carabinieri.
E poi c’è il progetto su cui ha puntato l’Amministrazione acese uscente: la Gazzena, da trasformare in parco urbano destinato ad attività sportive, culturali ed esperienziali, con una pista ciclabile che corra parallela al fronte mare e la realizzazione di un hortus regius con piante officinali.
Il progetto
Per fare tutto questo, però, il primo passo è acquistare i terreni dai privati. La normativa prevede, come per tutti i progetti finanziati con fondi europei, che al massimo il 10% del finanziamento possa essere destinato a espropri o acquisizione di aree. Nel caso della Gazzena si tratterebbe di 1,5 milioni di euro che non basterebbero: qui il valore delle aree private da comprare è stato stimato in 3,1 milioni di euro. Nei mesi scorsi è dunque partito il confronto tra Comune di Acireale e Ministero. Ad aprile l’ex assessore Giovanni Raciti ha scritto a Roma chiedendo una deroga al tetto del 10%, sulla base di una delle eccezioni previste da un decreto del presidente della Repubblica (il numero 22 del 5 febbraio del 2018) sui criteri di ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali di investimento europei.
“Nel caso di operazioni a tutela dell’ambiente, la spesa per l’acquisto di terreni può essere ammessa per una percentuale superiore al 10%”, si legge nella norma. Ed è proprio il caso della Gazzena, ha argomentato l’amministrazione acese. La risposta positiva è arrivata nei giorni scorsi: “Ritenute valide le motivazioni espresse dal comune di Acireale – scrive il Ministero dell’Interno – per il tramite della città metropolitana di Catania, si ritiene di poter assentire alla richiesta relativa all’acquisizione dell’area Gazzena”.
Semaforo verde quindi. Progettazione e lavori sono già stati appaltati attraverso Invitalia, l’agenzia del Ministero dell’Economia a cui si sono rivolti diversi Comuni siciliani in merito al filone di finanziamento dei Piani urbani integrati. La progettazione è stata affidata a Sirio Ingegneria consorzio stabile, con sede a Napoli, e i lavori al Consorzio Ciro Menotti di Ravenna insieme alle consorziate Acmar (sempre di Ravenna), I.co.na. società cooperativa (di Salerno) e Macos società cooperativa (di Agrigento). Entro settembre 2024 deve essere completato il 30% delle opere, con la consegna definitiva entro giugno 2026. Spetta adesso alla nuova amministrazione guidata dal sindaco Roberto Barbagallo rispettare le scadenze.
Foto di Legambiente Acireale