È notte fonda per l’Acr Messina. Il collegio della sezione fallimentare del Tribunale peloritano – come preannunciato nei giorni scorsi proprio dal QdS – ha deciso per la liquidazione giudiziale della società. Una sentenza che scaraventa la squadra, appena rientrata in riva allo Stretto dopo la convincente prova mostrata sul campo della Sancataldese – in un’incertezza immediata.
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Le vicende extracampo per l’Acr Messina
Il verdetto giudiziario stabilisce un quadro che rischia infatti di sovrastare la gestione sportiva guidata da Pippo Romano. Il collegio, presieduto dal giudice Ugo Scavuzzo con i giudici Daniele Carlo Madia e Maria Carmela D’Angelo, non ha concesso l’esercizio provvisorio che l’attuale proprietà dell’Acr si auspicava.
Una decisione che spiana la strada alla nomina del commissario giudiziale, Maria Di Renzo, cui è affidato il compito di tentare di garantire la prosecuzione dell’attività sportiva: un tentativo, appunto. Nella motivazione i magistrati hanno ritenuto insufficiente il piano finanziario e le garanzie prospettate dalla Doadi Srls e dal direttore generale Giuseppe Peditto rispetto alla copertura degli oneri dell’intera stagione.
Tradotto: secondo il Tribunale, i soldi posti a garanzia per il completamento dell’attuale stagione, tra sponsor e capitali personali, non sarebbero stati sufficienti al completamento della stagione sportiva, minando sin dal principio la possibilità di garantire dunque la continuità del ramo d’azienda.
Il quadro societario resta complicato: le quote sono ancora formalmente in mano ad AAD Invest Group e a Pietro Sciotto, mentre la gestione sportiva era stata affidata alla Doadi Srls, formalmente alla guida dell’area tecnica e organizzativa. Adesso si aprono all’orizzonte molteplici prospettive:
- Quantificazione del passivo e dei costi operativi: prima azione necessaria per capire quale onere andrà trasferito a un eventuale acquirente.
- Tentativi di rimodulazione dei contratti in essere per ridurne l’impatto economico (sponsor, accordi con fornitori, contratti sportivi), compatibilmente con le autorizzazioni giudiziarie.
- Procedura a evidenza pubblica: la via più probabile è la messa in vendita tramite asta fallimentare o procedura concorsuale mirata alla cessione del ramo sportivo; il commissario agirà quindi da venditore temporaneo.
- Richieste alle Federazioni (FIGC/LND) per ottenere, se possibile, il rinvio di gare in calendario e una deroga amministrativa che permetta di affrontare il calendario senza falsare l’esito sportivo delle gare.
- Ricerca di fideiussioni o di interlocutori finanziari capaci di presentare offerte credibili nel breve termine.
Sul piano pratico, il commissario Di Renzo dovrà fissare delle priorità di base per garantire il campo tra allenamenti, trasferte, e pagamento dei tesserati, contenere i costi ereditati e preparare la documentazione per l’eventuale asta. Le opzioni non sono molte e i tempi sono ristretti: il campionato è in corso e il calendario prevede più impegni ravvicinati che rendono urgente una soluzione almeno temporanea. L’Acr Messina resta a un passo dal baratro.

