Roma, 14 nov. (askanews) – Negli ultimi 33 anni i disastri hanno causato perdite agricole per circa 3,26 trilioni di dollari, una media di 99 miliardi di dollari all’anno. E’ quanto emerge da rapporto della Fao “Impatto dei disastri sull’agricoltura e la sicurezza alimentare 2025”, presentato oggi a Roma, che evidenzia come le tecnologie digitali stiano trasformando il modo in cui agricoltori, governi e comunità possono monitorare i rischi, anticiparne gli impatti e proteggere i mezzi di sussistenza.
Il rapporto fornisce la valutazione globale più completa ad oggi su come i disastri, dalla siccità alle inondazioni, dai parassiti alle ondate di calore marine, stiano compromettendo la produzione alimentare, i mezzi di sussistenza e la nutrizione. Descrive inoltre come l’innovazione digitale stia contribuendo a spostare l’attenzione dalla risposta reattiva alla riduzione proattiva del rischio per rafforzare la resilienza.
Tra il 1991 e il 2023, le catastrofi hanno causato perdite cumulative pari a 4,6 miliardi di tonnellate di cereali, 2,8 miliardi di tonnellate di frutta e verdura e 900 milioni di tonnellate di carne e latticini. Queste perdite corrispondono a una riduzione globale di 320 chilocalorie pro capite al giorno, equivalenti al 13-16% del fabbisogno energetico giornaliero.
L’Asia rappresenta la quota maggiore delle perdite globali, pari al 47%, per un totale di 1,53 trilioni di dollari, a causa sia dell’entità della produzione agricola sia dell’elevata esposizione della regione a inondazioni, tempeste e siccità.
Le Americhe rappresentano il 22% delle perdite globali, pari a 713 miliardi di dollari, a causa di siccità ricorrenti, uragani ed eventi climatici estremi che hanno un impatto significativo sui grandi sistemi di colture di base.
L’Africa, con perdite assolute inferiori, pari a 611 miliardi di dollari, subisce gli impatti proporzionali più elevati, perdendo il 7,4% del PIL agricolo a causa di calamità naturali, il peso relativo più elevato di qualsiasi altra regione. Nelle economie in cui l’agricoltura rappresenta una quota significativa dell’occupazione e del reddito, queste perdite hanno gravi implicazioni per la sicurezza alimentare e la stabilità rurale.
I Piccoli Stati Insulari in Via di Sviluppo (SIDS) sono estremamente vulnerabili alle calamità naturali, in particolare cicloni, inondazioni e innalzamento del livello del mare, con perdite agricole che rappresentano una quota elevata del PIL agricolo nonostante i bassi volumi di produzione.
Il rapporto rileva inoltre che le ondate di calore marine hanno causato perdite per 6,6 miliardi di dollari tra il 1985 e il 2022, colpendo il 15% della pesca globale. Tuttavia, le perdite nella pesca e nell’acquacoltura rimangono in gran parte invisibili nelle valutazioni dei disastri, nonostante sostengano i mezzi di sussistenza di 500 milioni di persone.

