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mercoledì 28 Luglio 2021

“Anche questa volta l’Europa non c’è!” titolavano tutti i giornaloni, esattamente un anno fa

“Anche questa volta l’Europa non c’è!” titolavano tutti i giornaloni, esattamente un anno fa; mentre pseudo economisti di partito spiegavano come l’uscita dall’euro avrebbe risolto tutti i nostri problemi. Diciamocelo con chiarezza. Eravamo a un passo dal baratro. I nanerottoli politici (in senso intellettuale, non fisico) con la sponda antieuropea dell’America di Trump stavano per vincere e per noi sarebbe stata una catastrofe di portata secolare. Poi è arrivato il Covid-19 e in pochi mesi tutto è cambiato.

Lo shock da Covid 19 ci ha salvati. L’America ha ritrovato se stessa e si è liberata, almeno per ora, di Trump. I nanerottoli nostrani sono stati spinti da parte dalla paura. Il popolo italiano – dopo un periodo iniziale di sbandamento – ha ritrovato un’antica solidarietà, una rinnovata voglia di battersi, ha riscoperto energie e capacità di fare antiche che sono state apprezzate in Europa e oltre, sono emersi (come capita sempre dopo le grandi catastrofi, tipo guerre e pandemie) nuovi responsabili politici, come Conte, al quale dobbiamo grande riconoscenza, perché ha saputo ritessere la tela che ci lega all’Europa, riconquistando per il nostro Paese, una posizione dignitosa e meritata “in quella grande famiglia europea” della quale parlava sempre Carlo Cattaneo1. Nel frattempo, il Covid-19 o meglio la paura dello stesso, determinava altri decisivi mutamenti nel resto d’Europa e soprattutto in Germania.

Questa grande democrazia e questa potente economia guidate da una grande donna come Frau Merkel, ha, finalmente, assunto la leadership alla quale da tempo la storia la chiamava. Si sono così messi in moto mutamenti culturali, politici, economici, operativi, coraggiosi e di grande portata che hanno dato al processo di solidarietà e integrazione europea una accelerazione potente e, sino a poco prima, impensabili. Per la prima volta l’Unione ha lanciato un grande piano comune di rilancio, finanziato sul mercato internazionale con emissione di titoli europei, titoli propri, come da anni, invano, auspicavano i più lungimiranti cittadini europei. Senza l’aiuto di Covid-19 non sarebbe successo. Nel frattempo, tanti puerili pregiudizi, che stavano rinascendo tra i nostri popoli, alimentati anche dai nanerottoli ignoranti di altri paesi, non essendo certo quella dei nanerottoli una esclusiva italiana, sono stati spazzati via da una grande ventata di salubre tramontana. Grazie Covid-19.

Certo tanti nuovi problemi, rischi e difficoltà, tante nuove battaglie politiche, economiche e culturali dovranno essere affrontate dalla rinnovata Europa e da tutti noi, ma, come io, sulla base di una attenta analisi dei processi di mutamento in corso nel resto d’Europa e soprattutto in Germania, sin dal 6 aprile 2020 contro il coro dominante dei giornaloni che continuavano a ripetere: ancora una volta l’Europa non c’è, potevo scrivere: “per fortuna questa volta l’Europa c’è” 2. E ora noi, ricollegandoci a Carlo Cattaneo, possiamo affermare: questa volta anche l’Italia c’è, con dignità, nella “grande famiglia europea”. Ma i nanerottoli ignoranti, non dimentichiamolo, sono stati sconfitti soprattutto dal Covid-19, e sono sempre in agguato.

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