Il desiderio di tornare a casa e "L'Amore nuovo" nel racconto del cantautore catanese. Il quale rievoca la nascita dell'album che segnò il ritorno all'ombra dell'Etna dell'autore di "Povera patria"
“Mi ni vogghiu turnari ‘a casa”.
Questa fu la frase che, all’inizio degli anni Novanta, Franco Battiato disse a Vincenzo Spampinato, che come lui, allora, viveva a Milano.
“Voglio tornare a casa”, detto in quel dialetto siciliano che Battiato non usava spesso, ma che amava.
Datteri e filosofia
“Era un periodo strano – racconta Vincenzo Spampinato, affranto per la morte dell’amico – e la casa di Franco, in via Lusardi, a Milano, era un punto di ritrovo per tanti musicisti, tra i quali Lucio Dalla. Una volta alla settimana ci riunivamo per una serata particolare, che chiamavamo ‘Datteri e filosofia‘”.
“Io – aggiunge il cantautore – ero incaricato di portare i datteri, che si mangiucchiavano mentre si condividevano pensieri su scrittori, poeti, musicisti. Ci piaceva dissertare su quanto il pensiero potesse essere d’aiuto nel condurre le nostre esistenze“.
“Fu in una di quelle sere – conclude Spampinato – che mi confessò il desiderio di tornare a casa, sotto l’Etna. Un desiderio comune anche a me”.
Il Buen Retiro di Milo
Quello di Battiato fu un ritorno a casa non soltanto per la scoperta del suo Buen Retiro di Milo, un paesino di mille abitanti sulle pendici del vulcano, ma anche sotto il profilo musicale: cominciò a collaborare con artisti siciliani, cominciando proprio da Vincenzo Spampinato.
“Nel 1990 – ricorda il cantautore – ero a Milano, in sala d’incisione, per registrare un provino di quella che doveva essere la canzone di punta del mio nuovo album. ‘L’amore nuovo’ si chiamava. Il mio vecchio discografico, Roberto Galanti, aveva nella sua squadra quello straordinario violinista che era Giusto Pio, molto amico di Battiato. Ebbene, mentre registravo abbiamo sentito come se riecheggiasse dentro la canzone qualcosa che mi legava a Franco, alla sua musica al suo pensiero”.
“Fu – rievoca – una frase del testo: ‘Ti toglierò alla notte e con le mie erbe tu guarirai’. Così, andai a casa di Battiato per fargli ascoltare quel nastro. ‘Mi piace’ mi disse subito. E compresi che avrebbe accettato la proposta di cantarla con me, in quell’album, che uscì nel 1992 e vide anche la partecipazione di Lucio Dalla nel brano ‘Bella e il mare’“.
“L’esperienza de ‘L’amore nuovo’ – sottolinea Vincenzo Spampinato – che fu l’Lp della mia ripartenza, fu meravigliosa. Le serate trascorse a discutere a Milo, o i sala di registrazione a Catania, nella Pdr di Pippo Russo. C’è una foto che ci ritrae in sala d’incisione. Io ho indosso una curiosa maglietta a righe, Battiato, che era appena arrivato da Londra, con un gran barbone. Pochi minuti dopo avremmo iniziato a cantare. E’ un’immagine che mi è molto cara“.
“Sono stati – conclude – momenti indimenticabili. E quella canzone, ‘L’Amore nuovo’, rimarrà per sempre nel mio cuore. Così come il sorriso di Franco, sornione, affettuoso“.