Presenti soltanto i familiari nella cappella di Villa Grazia, la residenza in cui il musicista è morto all'alba di ieri. "Va bene così" le sue ultime parole. La sua musica da finestre e balconi
Saranno celebrati questa mattina in forma strettamente privata nella sua villa di Milo, sull’Etna, i funerali di Franco Battiato, morto ieri dopo una lunga malattia.
Innumerevoli gli omaggi alla sua figura, tra cui quello del presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella.
Oggi Milo, il paesino alle pendici del vulcano di mille abitanti dove il musicista si era trasferito da Milano nei primi anni Novanta, si è svegliato silenzioso.
La gente parla piano davanti Villa Grazia, la residenza dove Battiato ha chiuso gli occhi poco prima dell’alba di ieri dopo una lunga malattia.
Suoi estimatori hanno portato delle rose e biglietti di gratitudine e affetto e, in silenzio, sono venuti per dargli l’ultimo saluto.
In paese grande tristezza ma poche parole, per rispetto della riservatezza del Maestro, come lo chiamano qui.
Battiato “non si è accorto del trapasso” perché “per sua fortuna era avvolto da un coma profondo”, ha detto ieri il fratello Michele, aggiungendo che, era “circondato da me, mia moglie, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato”.
E tanti amici, quelli di sempre. Da Luca Madonia, musicista dei Denovo, ai pittori Piero Zuccaro e Giuseppe Puglisi.
“Va bene così…”.
Sarebbero state queste le ultime parole di Battiato, i cui funerali saranno celebrati stamani nella chiesetta di Villa Grazia in forma strettamente privata.
A presiedere la cerimonia saranno padre Guidalberto Bormolini, monaco e teologo, e padre Orazio Barbarino che gli aveva imposto il Sacramento dell’unzione degli infermi.
“Con Franco condividevo tante idee – ha detto padre Barbarino – lui andava sempre alla costante ricerca della verità, in ogni cosa. Il suo verbo era sperimentare. Cercava bellezza ed essenzialità, mettendoci sempre una grande umiltà”.
“Franco Battiato era un genio in tutti i campi in cui si impegnava – dice il sindaco Alfio Cosentino – e questo per Milo, ma per il mondo della cultura in generale, è un giorno di grande tristezza. Non si vedeva molto in giro, era una persona molta riservata, ma alla mano e gli volevano tutti bene”.
Un legame forte Battiato l’ha avuto anche con Catania, dove è stato direttore dell’Estate catanese dal 1995 al 1998 – che ebbe straordinario successo e contribuì a far rinascere l’immagine della città dopo gli anni bui delle guerre di mafia – con la giunta presieduta dall’allora sindaco Enzo Bianco.
Proprio il senatore Bianco, nel pomeriggio di ieri, è andato a far visita alla famiglia, rievocando quei tempi.
Seguiti da una brutta pagina della storia cittadina: quella della mancata laurea ad honorem da parte dell’Università di Catania al musicista perché “non era di destra”.
Oggi il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha proclamato il lutto cittadino e sul maxischermo di piazza Università viene proposto un video con immagini dell’artista accompagnate dalla canzone “La Cura”.
La clip si chiude con l’immagine di Battiato con accanto la scritta “Ciao Franco”.
E ieri la musica di Battiato è risuonata forte dalle case dei siciliani che hanno aderito all’iniziativa dell’Arci di Catania: finestre di case, uffici e negozi spalancate facendo suonare a tutto volume le canzoni del Maestro per “un saluto collettivo” con l’hashtag #vogliovedertiancoradanzare.