Molte sono le fasi della vita e dell’intensa attività di padre Bartolomeo Sorge, il gesuita, teologo e politologo morto ieri all’età di 91 anni e del quale oggi saranno celebrati i funerali: dalla direzione di Civiltà Cattolica, a quella delle altre riviste Popoli e Aggiornamenti sociali.
Ma quella che ne caratterizza ancora la figura è il ruolo da protagonista avuto nella Primavera di Palermo, il breve periodo storico del capoluogo siciliano, dalla seconda metà degli anni Ottanta fino all’inizio degli anni Novanta, contraddistinto dal fiorire di iniziative politiche, sociali e culturali – tra cui il suo Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” -, e dalla nascita di associazioni e comitati cittadini, per la promozione di una cultura della legalità in contrasto con quella mafiosa.
Lo riconosce Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, leader di quella “primavera”.
“Padre Sorge – ha spiegato Orlando – ha avuto un importante ruolo nel più ampio impegno dei gesuiti nella storia di cambiamento della città e della politica nazionale. Un impegno che ha trovato a Palermo momenti di anticipazione e di sperimentazione di rinnovamento etico, culturale e politico sin dai primi anni Ottanta e nel cui contesto trovarono spazio e voce istanze e modelli diversi”.
Pregnante anche il ricordo del presidente Sergio Mattarella: “La morte di padre Bartolomeo Sorge lascia un vuoto nella società italiana, in cui si è impegnato con tutta la sua grande cultura e passione fino agli ultimi giorni. Non ha esitato a schierarsi in prima fila per combattere le diseguaglianze, le ingiustizie, la mafia e lascia ai giovani una ricca eredità di pensiero, di valori, di esperienze”.
Sorge è spirato ieri mattina a Gallarate (Varese), nella dimora per gesuiti anziani in cui aveva trascorso gli ultimi anni anche il cardinal Martini.
“E’ accaduto improvvisamente – hanno spiegato dalla comunità San Fedele di Milano, cui apparteneva – ci ha colti tutti di sorpresa”.
Nato a Rio Marina (Isola d’Elba) il 25 ottobre 1929, Sorge era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1946. Redattore di Civiltà Cattolica dal 1966, aveva diretto la rivista dal 1973 al 1985, lavorando come membro del consiglio di presidenza all’organizzazione del primo grande Convegno nazionale della Chiesa italiana, nel 1976, sul tema ‘Evangelizzazione e promozione umana’.
Dopo l’intenso decennio come direttore dell’Istituto Arrupe di Palermo, nel 1997 era arrivato a Milano per dirigere Aggiornamenti Sociali e, dal 1999 al 2005, il mensile Popoli.
Aveva al suo attivo numerosi volumi sulla dottrina sociale della Chiesa e l’impegno dei cristiani in politica.
“Ci mancherà”, scandisce il sito di Civiltà Cattolica, il cui attuale direttore, padre Antonio Spadaro, ne ha parlato come di una “voce profetica che ha accompagnato la ricezione del Concilio in Italia”.
“Poco più di un anno fa, padre Sorge era tornato a scrivere per La Civiltà Cattolica, con una preziosa testimonianza sul perché le conclusioni del Convegno ‘Evangelizzazione e Promozione umana’ del 1976 – alla preparazione del quale p. Sorge si era dedicato in prima persona – non ebbero un vero seguito. Padre Bartolomeo scrisse anche del perché la Chiesa Italiana ha bisogno di un Sinodo”, hanno ricordato gli scrittori della rivista dei Gesuiti. Parlando di questo articolo, papa Francesco disse: “Non perdete il coraggio, perché poco tempo fa ho letto qualcosa di una chiarezza che ha fatto tremare, non dico la politica italiana, ma sicuramente almeno la Chiesa italiana!”.
Postumo uscirà a breve il suo libro “Perché l’Europa ci salverà”, con la politologa Chiara Tintori, il cui testo aveva consegnato in questi giorni alle Edizioni Terra Santa.
Innumerevoli oggi i ricordi dello scomparso gesuita: da quelli dei ministri Elena Bonetti, Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, ai sottosegretari Andrea Martella e Pier Paolo Baretta, dal vice presidente della Camera Ettore Rosato, al capogruppo Pd Graziano Delrio, dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci all’arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice.

