Nessun errore, ma tanto stupore: Adolf Hitler si candida di nuovo. Accade in Namibia, Stato dell’Africa Australe, dove un consigliere regionale, Adolf Hitler Uunona, appunto, ci riprova dopo aver vinto le elezioni ad Ompundja con un una percentuale dell’85% sul suo sfidante ed è favorito per le elezioni che si stanno svolgendo oggi, mercoledì 26 novembre.
Le origini del nome
Inutile girarci intorno, il nome del politico suscita puntualmente curiosità e stupore. Ma è il frutto della complessa eredità lasciata dal passato coloniale tedesco in Africa australe. Ma se in Namibia Adolf Hitler può candidarsi e vincere, in Italia la stessa scelta sarebbe stata bloccata dall’anagrafe. E quindi stroncata sul nascere.
Il passato coloniale della Germania in Namibia
La Namibia porta ancora i segni della dominazione tedesca. Per circa 30 anni, dal 1884 al 1915, il territorio fu colonia del Reich con il nome di Deutsch-Südwestafrika.
I nomi tedeschi, compreso Adolf, non sono rari nel Paese: rappresentano un lascito culturale che sopravvive alla brutalità del genocidio degli Herero e dei Nama, quando la repressione tedesca uccise l’80% della popolazione herero e il 50% dei nama.
Adolf Hitler Uunona è distante dall’ideologia dell’Adolf Hitler tedesco
Uunona ha spiegato che il padre non conosceva la storia del dittatore nazista quando lo battezzò. Anzi, lo stesso consigliere è molto distante dalla ideologia nazista: è un militante del partito Swapo, che governa dal 1990, e ha dedicato la carriera alla lotta contro l’apartheid.
La sua azione politica è sempre stata legata alla difesa dei diritti civili e allo sviluppo delle comunità rurali. Nelle precedenti elezioni nella circoscrizione di Ompundja ha ottenuto un risultato plebiscitario, superando di gran lunga il suo avversario. Questa solida base elettorale lo rende nuovamente uno dei candidati favoriti per la tornata elettorale. La curiosità internazionale sul suo nome non ha mai inciso sulle dinamiche politiche locali, dove Uunona è conosciuto per il suo impegno istituzionale e non per l’assonanza con il dittatore del Terzo Reich.
Lo stesso Adolf Hitler Uunona scherza oggi con molta ironia sul fatto di non avere “mire espansionistiche di dominio globale”, consapevole della reazione che il suo nome provoca oltre i confini africani. Poi più seriamente: “Voglio servire il mio Paese”.
Niente Adolf Hitler in Italia
Ma in Italia, come già accennato, un Adolf Hitler non solo non potrebbe candidarsi ma non potrebbe mai esistere legalmente. Nomi del genere sono vietati dalla legge. La normativa che regola l’attribuzione dei nomi ai nuovi nati è chiara: la legge 396 del 2000, agli articoli 34 e 35, vieta esplicitamente di imporre nomi che possano “arrecare pregiudizio morale” o che siano “ridicoli o vergognosi”.
Tra i nomi proibiti rientrano quelli che richiamano personaggi storici controversi: Adolf Hitler, Benito Mussolini, Lenin, Osama Bin Laden. L’obiettivo è proteggere i minori da identità che potrebbero segnarne negativamente l’esistenza.
I nomi vietati in Italia per legge
Il decreto non dà un elenco completo dei nomi vietati, ma delle regole che stabiliscono quali non si possono affibbiare ai nuovi nati:
- Nomi dei genitori o dei fratelli, anche se preceduti da junior, come spesso accade oltremanica;
- Nomi ridicoli o che possano provocare senso di vergogna al figlio;
- Di personaggi storici controversi come Benito, Adolf e Osama;
- Nomi “controversi” provenienti dalla letteratura come Bestia, Biancaneve o Dracula;
- Nomi che incitino all’odio o alla violenza, per esempio Satana;
- Di oggetti o marchi commerciali: a nessuno venga mai in mente di chiamare il proprio figlio Samsung, Macchina o Danone;
Ai bambini di cittadinanza italiana, inoltre, non può essere dato un nome scritto con lettere di un altro alfabeto (per esempio cinese, giapponese o cirillico).
Limite ai nomi inventati: in caso di nome originale, viene chiesto ai genitori da dove tragga ispirazione. Sarà il pubblico ufficiale di stato civile a valutarne la liceità.
Oltre al Dpr del 2000, che fissa le regole di base, la giurisprudenza interviene nei casi specifici per definire quali sono i nomi vietati in Italia. Nel dubbio, se avete intenzione di chiamare vostro figlio Doraemon, Pokémon, Pollon, Goku, Bender o Venerdì come il giorno della settimana e uno dei personaggi del romanzo Robinson Crusoe di Defoe, sarebbe meglio cambiare idea.
Ma non è finita: gli ufficiali di stato civile devono rifiutare nomi che coincidano con quelli del padre o di fratelli viventi, cognomi usati come nomi, appellativi di marchi commerciali come Nutella o Ikea, personaggi di fantasia come Goku o Moby Dick.
E ancora: il limite massimo è di tre nomi staccati. Ad esempio, Gianmaria conta come uno solo mentre Anna Maria Bianca Rosa viene respinto. Se un genitore insiste nonostante l’avvertimento, l’ufficiale registra il nome ma avvia immediatamente una segnalazione al procuratore della Repubblica per la rettifica giudiziaria.
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