Un polo di porti sostenibili tra la Sicilia e la Calabria - QdS

Un polo di porti sostenibili tra la Sicilia e la Calabria

Un polo di porti sostenibili tra la Sicilia e la Calabria

sabato 17 Settembre 2022

È l’obiettivo che si pone l’Adsp dello Stretto con il suo “Documento di pianificazione energetica e ambientale”: si punta ad autosufficienza e basse emissioni

MESSINA – Realizzare tra Calabria e Sicilia un polo di porti sostenibili, con autosufficienza energetica, resilienti e a basse emissioni di gas serra e di CO2. È l’obiettivo che si pone l’Adsp dello Stretto dotandosi del Documento di pianificazione energetica ed ambientale, uno strumento che contiene le strategie e le iniziative di breve e medio – lungo termine del’Ente in materia di sostenibilità.

Nelle aree portuali è previsto lo sviluppo di servizi innovativi dai bassi impatti ambientali con una riduzione dei costi di gestione e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Le strategie proposte dal Deasp si concentrano sulla riduzione dei consumi grazie all’efficientamento energetico di edifici e infrastrutture portuali, sull’incentivazione dell’uso di nuove fonti energetiche, sulla gestione integrata dei porti e sulla realizzazione di nuove infrastrutture poco impattanti.

Il sistema portuale dello Stretto non è classificato come porto core

Del sistema portuale dello Stretto fanno parte i porti di Messina, con gli approdi di Tremestieri e Rada San Francesco, Milazzo, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Saline Joniche. Questo sistema non risulta classificato come porto core e questo – viene rilevato nel Documento – impedisce di utilizzare pienamente le risorse che l’Unione Europea ha messo a disposizione per lo sviluppo della rete centrale Ten-T.

Tale situazione si sta dimostrando molto penalizzante per i territori in quanto, in assenza di una volontà del Governo nazionale di procedere con la realizzazione del Ponte, l’attuale modalità di collegamento sarà l’unica ancora per molti anni e dovrebbe essere assicurata con standard adeguati.

Le criticità da superare

Ci sono alcune criticità da superare: la fragilità degli approdi di Tremestieri, la mancanza di un approdo alternativo al Molo Norimberga per l’ormeggio di navi ro-ro, l’inadeguatezza delle Stazioni marittime, l’assenza nei porti di Milazzo e di Reggio Calabria di un terminal per i crocieristi. Interventi sono previsti nel Pot ma è evidente la necessità di una visione globale del sistema portuale e un un’effettiva integrazione dei servizi di trasporto nell’area dello Stretto con l’integrazione fa le tre città.

Un buon segnale può essere il percorso di attivazione di una Agenzia unica per la mobilità nell’Area integrata dello Stretto, avviato dalla Regione Calabria e dalla Regione Siciliana con la costituzione della Conferenza interregionale permanente dell’Area dello Stretto. In questa strategia complessiva si inserisce il Documento di pianificazione energetica con il quale l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto ambisce a diventare un pilota nazionale della transizione energetica ma anche digitale diventando partner di un nuovo modello di sviluppo incentrato sui territori intelligenti (smart landscape) in cui tutti gli attori, sia pubblici che privati, sono coinvolti.

Le azioni previste vanno dalla diffusione dell’alimentazione a Gnl delle navi e dei veicoli all’elettrificazione delle banchine (cold ironing), dall’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici alla sperimentazione della produzione di energia da correnti marine, fino ad un’introduzione graduale dell’uso dell’idrogeno su navi e veicoli; l’Autorità si porrà a supporto di tutte le iniziative pubbliche e private che saranno attivate sul territorio e che vorranno utilizzare i porti come luoghi di sperimentazione e prototipizzazione di nuove soluzioni.

“I porti – dice Mario Mega presidente dell’Adsp – dovranno diventare anche delle Comunità Energetiche Rinnovabili, ecosistemi in cui l’energia sarà prodotta, accumulata, distribuita e utilizzata in maniera sostenibile ed efficiente. La mobilità delle persone e il trasporto delle merci e dei mezzi dovranno essere gestiti con le più moderne tecnologie energetiche ed informatiche”.

Sfide non da poco ma su tutte una sta particolarmente a cuore a Mega. “Far passare dalla fase di sperimentazione a quella di produzione la generazione di energia elettrica dalle correnti marine. Lo Stretto di Messina, con le sue correnti che sono le più costanti e quelle con maggiori intensità nel Mediterraneo, ha la possibilità di diventare un luogo di produzione di grandi quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili che potranno essere messe a disposizione non solo dei porti ma anche dei territori per trainare un nuovo percorso di sviluppo che sia veramente sostenibile e ad alta resilienza”.

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