La città di Agrigento, capitale della Cultura nel 2025, ha una bassissima accessibilità aeroportuale tale da farne un territorio relativamente isolato. E’ uno dei dati che emergono da uno studio che è stato presentato a Palermo nei giorni scorsi dall’Itsm (Iccsai Trasport and Sustainable Mobility Center). Le province di Agrigento e buona parte di quella di Messina (partendo da Cefalù e dalle Madonie che si trovano ancora in territorio del capoluogo), inoltre sono distanti almeno novanta minuti di strada dall’aeroporto più vicino. Un dato questo che esclude buona parte della popolazione e incide su una più veloce crescita degli scali.
Analizzando la popolazione raggiungibile, partendo dall’aeroporto di Catania è possibile raggiungere 1.3 milioni di persone entro un’ora di viaggio e 2.7 milioni con due ore. L’aeroporto di Palermo conta invece su una popolazione entro le due ore di quasi 1.8 milioni di persone. Comparativamente, Palermo ha un significativo deficit di raggiungibilità, con un significativo gap soprattutto nella fascia 90-150 minuti. A 3 ore, Palermo “cattura” solo 3.7 milioni di abitanti contro i 4.3 di Catania (quasi tutti gli abitanti siciliani). Su 100 persone che possono raggiungere Palermo in 2 ore, 88 raggiungono anche Trapani in un’ora. Per Catania, il 72% della popolazione raggiungibile entro le 2 ore è raggiungibile entro un’ora anche da Comiso. La Sicilia, a 90 minuti, lascia scoperto tutto l’agrigentino e il nord est messinese, tra Cefalù e Capo d’Orlando. Nessun aeroporto siciliano riesce a servire la provincia di Agrigento: la con-accessibilità della provincia è tale da farne un territorio relativamente isolato (0.5 di con-accessibilità domestica e 0.36 intra-europea)
In un contesto in cui a livello europeo e nazionale il traffico aereo non a recuperato ancora il gap rispetto al 2019, anno prepandemico, i risultati sono di segno opposto al Mezzogiorno tanto che, secondo lo studio “a livello europeo e nazionale il periodo 2019-2024 rischia di essere il primo quinquennio perduto, dove, per la prima volta da inizio secolo, i movimenti di passeggeri e merci non crescono su un periodo di 5 anni”. Gli aeroporti siciliani nel decennio trascorso (2012-2022) sono cresciuti più della media italiana (+4.4% Palermo e 4.9% Catania vs +1.8% Italia).
Lo studio analizza anche i costi dei biglietti aerei. Le due isole maggiori soffrono di un maggiore aumento delle tariffe tra il 2023 e il 2019 nei dieci giorni precedenti il volo. Fino al “boom” del giorno antecedente il volo con rincari fino al +30-40%. Su questo punto è intervenuto l’assessore ai trasporti, Alessandro Aricò, promettendo un intervento per i residenti dell’Isola che sarà annunciato la prossima settimana. L’assessore non ha voluto aggiungere altri particolari, ma trapela che ci sarebbero risorse finanziarie pronte ad essere utilizzate per scontare i costi dei biglietti aerei da e per la Sicilia ad esclusivo appannaggio dei residenti.