Gli aeroporti della Sicilia sono tornati in pista - QdS

Gli aeroporti della Sicilia sono tornati in pista

Gli aeroporti della Sicilia sono tornati in pista

martedì 19 Ottobre 2021

Ci vorrà tempo per tornare ai livelli pre-Covid: si punta su più compagnie aeree e maggiori investimenti

Rispetto all’estate 2019, l’ultima pre-Covid, quella appena trascorsa ha fatto registrare quasi un milione e mezzo di passeggeri in meno nei quattro aeroporti siciliani: 7,5 milioni tra giugno e settembre 2019 e 6,1 nello stesso periodo di quest’anno.

Numeri, quelli siciliani, tra luci e ombre: si registra un recupero generalizzato nel mese di agosto con Palermo che totalizza appena il 3,7% in meno rispetto al 2019, Catania -11,4% rispetto al 2019 (1.126.622). Per quanto riguarda lo scalo etneo, i passeggeri nazionali sono stati 681.688, ben il 14,86% in più rispetto al 2019 (593.485), mentre quelli internazionali sono stati 316.358, -40,66% rispetto al 2019. Benissimo Trapani con +69% nel mese di agosto rispetto al 2019, con 74.807 passeggeri contro 44.338.

In ogni caso, per tutti, il 2021 ha rappresentato un netto miglioramento sul recente passato: basti considerare che gli aeroporti di Palermo, Catania e Trapani nel 2020 hanno perso circa il 60% dei passeggeri sul 2019. I numeri vanno dal 54% di Trapani-Birgi, passando per il 60% del Falcone e Borsellino di Palermo, fino al 64% di Catania Fontanarossa. Dati impietosi, che raccontano il crollo dei flussi a partire da marzo 2020, con il diffondersi in Italia della pandemia. Un crollo generalizzato che in altri aeroporti nazionali ha toccato cifre vicine al 70% rispetto al 2019.

Quest’anno, dunque, rappresenta un punto importante da cui ripartire e guardare al futuro con maggiore ottimismo. “La situazione a livello globale – spiega Giovanni Scalia, amministratore delegato di Gesap (società di gestione dello scalo di Palermo), intervistato dal QdS – per il trasporto aereo è ancora difficile. In un’atmosfera di crisi il nostro aeroporto si è mosso comunque alla grande. Abbiamo avuto quest’estate una ripresa rispetto ai dati del 2019 davvero importante, l’anno del record con 7 milioni di passeggeri. Nei mesi di luglio, agosto e settembre abbiamo fatto 600-700 mila passeggeri al mese, 450 mila a giugno. Ad agosto abbiamo avuto 720.000 passeggeri in transito, il 3,7% in meno rispetto al 2019. Siamo stati tra i cinque aeroporti d’Europa col calo minore rispetto al 2019 tra quelli a dimensione regionale”.

Positiva anche la lettura dei numeri fornita da Nico Torrisi, amministratore delegato della Sac (società di gestione dello scalo di Catania): “Nel corso di quest’estate – afferma – abbiamo registrato un aumento del traffico passeggeri che, superando qualsiasi previsione, si è avvicinato a quello registrato prima dello scoppio della pandemia da Covid 19. Un’ottima performance che ci ripaga dei grandi sforzi messi in campo per garantire la sicurezza di personale e passeggeri, ma che ci obbliga a rimanere prudenti, da una parte, e continuare a migliorare i servizi dall’altra”.

Snocciola al QdS numeri incoraggianti, come già accennato, anche Salvatore Ombra, presidente di Airgest (società che gestisce lo scalo di Trapani-Birgi). “A partire da giugno – evidenzia – a seguito dell’apertura della stagione e in correlazione del calare delle limitazioni determinate dall’emergenza sanitaria, si è invertito totalmente il trend registrato durante la stagione invernale e si è registrata una crescita esponenziale del traffico, con punte del +69% nel mese di agosto rispetto al 2019, con 74.807 passeggeri contro 44.338. Le previsioni fino ad ottobre confermano e attestano l’aumento, tanto che la stagione estiva giugno-ottobre si chiuderà con il +53% di passeggeri rispetto al 2019 (297.971 pax vs 194.765). La summer 2021 ha superato anche del 42% il dato del 2018 in cui il traffico nello stesso periodo è stato di 209.155 passeggeri”.

“L’analisi del periodo estivo – conclude Ombra – che va da aprile a settembre mostra nel confronto tra il 2021 e il 2019, visto che il 2020 non può essere considerato, + 21% passeggeri e +23% movimenti. Mentre sul 2021 contro il 2018 +11% di passeggeri e +13% di movimenti. L’anno 2021 si concluderà con una stima di 400.000 passeggeri e 5.700 movimenti circa”.

Soddisfatto anche Rosario Dibennardo, amministratore delegato di Soaco, la società che gestisce l’aeroporto Pio La Torre: “Nonostante i problemi legati alla pandemia – ha spiegato in una recente intervista rilasciata al nostro quotidiano – la stagione estiva è andata bene. Il numero di passeggeri di agosto 2021 è stato di pochissimo inferiore rispetto a quello dello stesso periodo del 2019, quindi pre pandemia, circa 34.000 passeggeri a fronte dei 35.000 del 2019. Un risultato che ci ha fatto ben sperare per il prosieguo del periodo estivo. Difatti, nel mese di settembre 2021 siamo riusciti a superare, di gran lunga, il numero di passeggeri di settembre 2019”.

Il colpo di coda dell’estate 2021 è dunque servito a infondere coraggio in tutto il settore, che adesso però si deve preparare a una sfida ancora più impegnativa. Chiudere bene l’anno in corso e lavorare su un 2022 che potrebbe essere cruciale per le sorti delle infrastrutture aeroportuali siciliane.

Nuove rotte e crescita infrastrutturale le chiavi per rilanciarsi rapidamente

Espansione e ammodernamento restano temi centrali in un’ottica di sviluppo

Dalla ripartenza dei flussi aeroportuali, e dunque del turismo, come si è detto, dipende una fetta importante della “ricchezza” siciliana. Il QdS ha intervistato i vertici delle società di gestione dei quattro aeroporti siciliani per provare ad aprire una finestra sulle previsioni a medio termine, sulle nuove rotte e i progetti infrastrutturali.

“La ripresa del traffico – dichiara Giovanni Scalia – è prevista coi livelli del 2019 per il 2026. Io credo che Palermo tra l’anno prossimo e il 2023 tornerà ai famosi 7 milioni. Tutto ciò è in linea coi livelli pre-Covid, quando eravamo cresciuti fino a tre volte più del mercato. Tra le novità annunciate in questi giorni ci sono le nuovissime rotte invernali, a partire dal prossimo novembre, operate dalla compagnia aerea Ryanair. Si volerà a Riga (Lettonia), Lisbona (Portogallo), il primo collegamento diretto tra la Sicilia e il paese lusitano, Edimburgo, capitale della Scozia. Avremo anche Istanbul, che sarà una porta per il mondo asiatico, e New York anche se ancora l’intercontinentale è a rilento a causa della pandemia”.

Centrale più che mai il tema delle infrastrutture, che nei periodi di punta spesso appaiono poco adeguate a ospitare flussi di una certa portata. “Da questo punto di vista – aggiunge Scalia – non ci siamo mai fermati sugli investimenti. Sul terminal stiamo lavorando per ampliare l’area del 40% e nelle prossime settimane lanceremo la nuova gara sul food per avere un’offerta di ristoranti totalmente rinnovata: vista sul mare, menù fatti da chef stellati e street food”.

“Negli ultimi cinque anni – spiega – abbiamo rifatto integralmente le piste e dato nuova vita alla hall degli arrivi. Da anni investiamo sulle infrastrutture. L’aeroporto ha una capacità fino a dieci milioni di passeggeri annui e con i nuovi lavori arriveremo a tredici. Abbiamo inoltre un grande impegno green per minimizzare l’impatto ambientale e puntiamo su fotovoltaico, sistema di riutilizzo delle acque, parco a mare e una serie di ulteriori investimenti programmati per tempo. Abbiamo ricevuto un finanziamento da 37 milioni dalle banche un paio di mesi fa e ciò dimostra la fiducia del sistema bancario in Gesap”.

L’Aeroporto di Catania ha superato nel 2019 i dieci milioni di transiti e serve sette delle nove province siciliane. Come sottolineato nel bilancio 2020, approvato nel giugno scorso, pur in assenza di prospettive puntuali di ripresa Sac Spa ha continuato a effettuare anche nel 2020 investimenti in autofinanziamento per 15.760.000 euro, di cui 5,9 milioni ripartiti tra Piani di sviluppo (46.736 euro), interventi terminal (632.758 euro), interventi impianti e mezzi (2.715.848 euro), interventi viabilità (1.700.095 euro), manutenzione straordinaria area ex militare (203.682 euro), interventi vari e di manutenzione straordinaria (622.245 euro). E 9.860.000 euro per opere infrastrutturali che si concluderanno entro quest’anno. La Società di gestione dell’Aeroporto di Catania ha poi definito un’operazione di finanziamento dell’importo di 25 milioni di euro per pianificare e realizzare al meglio gli importanti programmi di gestione e di investimento previsti nel Piano di sviluppo infrastrutturale. L’obiettivo è diventare uno dei principali scali di riferimento nel Mediterraneo.

Per ciò che attiene Trapani-Birgi, Salvatore Ombra di Airgest sottolinea come “i progetti infrastrutturali più rilevanti per l’immediato futuro riguardano la nuova configurazione del piazzale aeromobili, che ci consentirà di ampliare la capacità di oltre in 50%, passando da nove a 14 piazzole di sosta. Il tutto è atteso per la prossima summer2022. Per quanto riguarda il terminal sarà definita una nuova configurazione. L’area partenze landside vedrà la ricollocazione e l’ampliamento della biglietteria-ufficio pass, la realizzazione di una più ampia e funzionale area per la Business aviation e un nuovo gate di imbarco al piano terra. Il terminal, cosi riconfigurato, consentirà di gestire fino a tre milioni di passeggeri annui, con punte di diecimila al giorno. Ci saranno anche nuovi spazi per attività commerciali”.

Conclude la panoramica, per l’aeroporto di Comiso, Rosario Dibennardo di Soaco: “La prospettiva più importante – conclude – è il percorso che stiamo facendo con Sac, attraverso la proposta di costituzione della rete aeroportuale Comiso-Catania, per fare del nostro aeroporto un punto di riferimento per una vasta area geografica che copre tutta la Sicilia meridionale, centrale e orientale. Ciò ci renderà parte di una programmazione più ampia e strutturata nel contesto del trasporto aereo in Italia e in tutta l’area del Mediterraneo”.

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